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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Baby gang notturna seminava il terrore in centro con furti e rapine: arrestati 11 giovanissimi

In poche settimane erano diventati l’incubo di chi frequenta i locali della movida. Polizia e carabinieri hanno identificato il gruppo di ragazzi che si era reso protagonista di numerosi episodi tra settembre e novembre del 2021

In poche settimane sarebbero diventati l’incubo di chi frequenta, soprattutto di notte, il centro e i locali della movida. Tra quelle tentate e quelle consumate sono accusati di numerose rapine, alcune delle quali anche molto violente. Polizia e carabinieri hanno arrestato undici giovani - tra i quali due minori - che, secondo l'accusa, sarebbero i componenti di una cosiddetta baby gang che avrebbe messo a segno tre furti e una quindicina di rapine, alla fine dello scorso anno, tra le zone della Kalsa e di Ballarò o lungo la centralissima via Roma.

I nomi degli arrestati

"L’operazione - si legge in una nota congiunta - scaturisce da una meticolosa indagine su una banda, composta da giovani poco più che maggiorenni, che utilizzavano la forza del ‘branco’ per terrorizzare le vittime e rapinarle di smartphone e denaro. Il quadro probatorio è stato accolto dal tribunale di Palermo e dal tribunale per i minorenni che nel provvedimento restrittivo delineano come i reati contestati siano espressione di una ‘criminalità di branco’ riconducibile a gruppi di giovani delinquenti che dall’azione collettiva ricavano una maggiore spinta criminale".

Le immagini delle incursioni | video

Dopo ciascun episodio gli investigatori della squadra mobile e i militari della stazione di piazza Marina, sotto il coordinamento della Procura e della Procura peri minori, hanno analizzato le immagini riprese dai diversi sistemi di videosorveglianza installati in zona, riuscendo così a identificare alcuni dei giovani arrestati questa mattina. "L’identificazione - si legge ancora - ha trovato conforto nelle individuazioni fotografiche alle quali venivano sottoposte le vittime che riconoscevano, senza alcuna ombra di dubbio, gli indagati quali autori delle rapine".

Sulla scorta delle prove acquisite, gli agenti della questura di Palermo e i carabinieri del Comando provinciale hanno eseguito questa mattina un'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ha disposto la custodia cautelare in carcere per dieci indagati e gli arresti domiciliari per l'undicesimo.

Pitocco: "L'obiettivo è arginare il fenomeno della criminalità da branco"

"Le indagini - spiega il tenente colonnello Angelo Pitocco, comandante del Gruppo carabinieri Palermo - non sono state svolte attraverso l'utilizzo delle intercettazioni. Il nostro obiettivo, a fronte degli episodi registrati, era quello di arginare un fenomeno come quello della criminalità di branco, come viene definita dal gip nel provvedimento. Dagli impianti di videosorveglianza è stato possibile seguire gli spostamenti degli indagati. Poi, grazie ad un’attenta attività di ascolto delle vittime e il riconoscimento fotografico, siamo risaliti alle identità. Tra di loro è emerso sicuramente un rapporto di amicizia e di frequentazione, ma non sono chiare le dinamiche del ‘branco’ che agiva nel territorio compreso tra Kalsa, Ballarò e l’asse di via Maqueda".

Angelo Pitocco-3

Basile: "Forme criminali di bullismo da strada"

"Su queste vicende di microcriminalità si è creata una duplice attività investigativa che è stata coordinata dalla Procura. Dalle indagini - afferma il nuovo capo della Squadra mobile della polizia, Marco Basile - emerge un contesto di disagio e degrado culturale che si concretizza in forme criminali di bullismo da strada che creano insicurezza per le sue modalità. Parliamo di furti e rapine a volte anche violente. Queste operazioni vogliono essere un segnale per contrastare determinate situazioni che generano allarme". A colpire è la giovane età degli arrestati, sintomo del fatto che probabilmente la soluzione non vada cercata solo nella repressione. "Più in generale - conclude Basile - bisogna lavorare all’interno delle famiglie sotto l'aspetto culturale e educativo, utilizzando tutti i percorsi, anche di reinserimento, che eventualmente sono previsti".

Marco Basile capo squadra mobile polizia foto PalermoToday 2-2-2

Articolo aggiornato alle 16.30 // inserite le dichiarazioni degli investigatori

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