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Baby gang e rapine in centro, il gip: "Usavano il branco come forza e la violenza per autocelebrarsi"

Nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di 11 giovanissimi il giudice parla di "un fenomeno preoccupante", in cui "l'azione collettiva ha determinato una maggiore spinta criminale", che "pone in serio pericolo la tranquillità e la sicurezza pubblica"

"Un preoccupante fenomeno di microcriminalità giovanile con connotati dimostrativi (si potrebbe dire autocelebrativi), in cui la presenza del gruppo riveste una caratteristica essenziale". E' così che il gip Marco Gaeta scrive nell'ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto - su richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Maria Forti - l'arresto di undici giovanissimi, che avrebbero messo a segno 21 colpi in appena tre mesi. "Un branco" di "giovani delinquenti" che il giudice ritiene "in grado di turbare seriamente la tranquillità e la sicurezza pubblica".

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E, infatti, come emerge dalle indagini condotte da carabinieri e polizia, spesso le vittime sarebbero state brutalmente pestate per bottini risibili, aggredite peraltro all'improvviso, mentre camminavano sole, di notte, per strada. La violenza ripresa dalle telecamere e raccontata anche dai rapinati agli investigatori risulta totalmente spropositata rispetto alle poche decine di euro e ai cellulari portati via dal branco, proprio come fosse servita per affermare una forma di potere e di forza "autocelebrativa", appunto.

I nomi degli arrestati

"I reati accertati sono espressione di una criminalità 'di branco' - afferma il gip nel provvedimento - riconducibile a gruppi di giovani delinquenti che dall'azione collettiva hanno ricavato una maggior spinta criminale, che in orario notturno hanno individuato i loro obiettivi e che sol perché in numero superiore alle vittime prescelte si sono determinati a compiere le brutali aggressioni di volta in volta ricostruite dalle indagini. Un preoccupante fenomeno di microcriminalità giovanile con connotati anche dimostrativi (si potrebbe dire autocelebrativi), in cui la presenza del gruppo riveste una caratteristica essenziale".

Il giudice rimarca anche che questo "preoccupante fenomeno pone in serio pericolo la tranquillità e la sicurezza pubblica, come si evince dalle ripetute aggressioni lungo le strade del centro di Palermo in orario notturno. Tutti gli indagati hanno palesato una spiccata capacità criminale, rivelandosi in grado di turbare seriamente la tranquillità e la sicurezza pubblica, prendendo di mira giovani che si trovavano a percorrere le strade di Palermo, con ciò contribuendo ad ingenerare un clima di paura ed una sensazione di scarsa sicurezza. Si tratta di reati commessi con modalità assai gravi, nonché talvolta deprecabili forme di violenza, che muniscono tali reati di concreta gravità che va ben oltre il valore economico dei beni sottratti".

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