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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Mauro Castelverde / contrada Tiberio

Tritolo e marijuana in un casolare, scoperta piantagione a San Mauro Castelverde

In manette Tommaso Armillieri, Leonardo Casarubbia e suo figlio Vito. Sono accusati di aver allestito una coltivazione indoor con tanto di aspiratori, ventilatori e lampade alogene alimentate abusivamente. Sequestrati anche un silenziatore e una carabina

Piante di marijuana, aspiratori, ventilatori, lampade alogene, ma anche tritolo, un silenziatore, una carabina e oltre una dozzina di munizioni. Questo è quanto hanno trovato i carabinieri di Cefalù che hanno arrestato negli scorsi giorni, a San Mauro Castelverde, il 66enne Tommaso Armillieri, il 66enne Leonardo Casarubbia e il figlio Vito, di 30 anni. Sono accusati di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, furto aggravato e in concorso di energia elettrica, detenzione illegale di munizioni, di tritolo e di silenziatore per armi da fuoco.

Ad insospettire i militari, di passaggio in contrada Tiberio, l’insolito viavai registrato in una strada di accesso a un terreno che portava a un’abitazione isolata. “E’ stato scoperto - spiegano dal Comando provinciale - che i tre avevano allestito una vera e propria piantagione indoor di sostanza stupefacente del tipo marijuana all’interno del magazzino di un casolare di Armillieri, munita di ventilatori  aspiratori e lampade alogene. Il tutto predisposto con allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica, come confermato da una squadra di tecnici della società E-Distribuzione”.

Le immagini del sequestro | VIDEO

Complessivamente i carabinieri hanno sequestrato 400 grammi di marijuana, 2 grammi di cocaina, 1.300 piante di cannabis dell’altezza media di 70 centimetri, 10 aspiratori, 20 ventilatori e 18 lampade alogene. In un magazzino vicino sono stati rinvenuti dentro un armadio metallico 150 grammi di tritolo, un silenziatore per arma da fuoco, 18 munizioni calibro 12 e una carabina. Sul posto anche gli artificieri antisabotaggio del Nucleo investigativo di Palermo e del Nucleo cinofili di Palermo per verificare l’assenza di ulteriore materiale esplosivo.

I tre arrestati sono stati portati al carcere Antonino Burrafato di Termini Imerese. Durante l’udienza di ieri l’autorità giudiziaria ha convalidato gli arresti e disposto la misura della custodia cautelare in carcere per Tommaso Armillieri e dell’obbligo di dimora a Palermo per Casarubbia Vito.

La precisazione dell'avvocato

"Il Gip Stefania Gallì del tribunale di Termini Imerese - precisa il legale Sergio Burgio - ha ritenuto accogliendo la tesi difensiva del sottoscritto che, diversamente con riferimento alle posizioni dei due indagati Vito e Leonardo Casarrubia, non si ritiene raggiunta la soglia della gravità indiziaria richiesta in sede di applicazione della custodia cautelare in carcere non essendo emersi contatti, neppure telefonici, fra gli stessi e l'Armilleri Leonardo. Non essendo stati rinvenuti nella loro disponibilità attrezzi o altre cose da cui potere evincere il loro concorso attivo nella attività di coltivazione e detenzione della sostanza stupefacente poi rinvenuta all'interno nella proprietà dell'Armilleri, non essendo stati sorpresi gli stessi a permanere a lungo nella proprietà ed in particolare all'interno del capannone. Per queste ragioni - continua il legale - Leonardo Casarubbia, più anziano, è stato rimesso subito in libertà e al solo Vito è stata applicata la misura cautelare dell'obbligo di dimora a Palermo perché trovato in possesso di un grammo di cocaina".

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