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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Pedopornografia, tre arresti nel Palermitano: migliaia di file sequestrati

Oltre a loro sono 5 gli arresti e 13 le denunce, tra insospettabili docenti, vigili del fuoco e pensionati, a seguito delle numerose perquisizioni fatte in tutta Italia. Grazie al database dell'Icse si cercherà di individuare vittime e carnefici

Con i loro computer si scambiavano foto e video pedopornografici, un’enorme quantità di immagini (fino a 10 mila) di violenze sessuali su bambini, in alcuni casi anche infanti. La polizia postale ha arrestato 8 persone, ne ha denunciate altre 13 e ha effettuato decine di perquisizioni tra Palermo, Firenze, Milano, Trapani e Agrigento e le province, in alcuni casi cogliendo in flagranza i responsabili mentre inviavano via internet i file. Sono accusati di detenzione, divulgazione e diffusione di materiale pedopornografico. L’operazione è stata portata a termine grazie agli agenti specializzati nel settore e alla collaborazione di Europol e Interpol, scambiando dati di intelligence che una volta sviluppati hanno permesso di rintracciare la connessioni internet incriminate. Le prime risultanze investigative sono state analizzate dal sostituito procuratore Francesca Dessì, che lavora nel team dedicato della Procura con il coordinamento del procuratore aggiunto Salvatore De Luca.

VIDEO - AGENTI SPECIALIZZATI AL LAVORO

I profili dei responsabili, seguiti e pedinati dalla polizia, sono i più vari: c’è il vigile del fuoco di 34 anni, il disoccupato 54enne, un infermiere di 58 anni, un 61enne impiegato comunale, uno studente di 21 anni, un docente di 60 anni addetto a compiti amministrativi, un elettricista di 63 anni e un pensionato di 62. “"Ciò a testimonianza - spiegano dalla polizia postale - che il fenomeno è purtroppo diffuso a prescindere dal profilo della persona e che l’attività di prevenzione e contrasto non può subire battute d’arresto". Gli investigatori sono arrivati a loro seguendo alle loro postazioni grazie alle connessioni internet utilizzate, tramite le quali avviavano le loro sessioni di chat segrete per scambiarsi materiale pedopornografico. Per svolgere le attività sotto copertura, fondamentali per l’esito dell’operazione, è stata necessaria l’emissione da parte della Procura di un decreto di autorizzazione all’attività di contrasto, delegando il tutto al compartimento della polizia palermitana.

Va sottolineato, aggiungono dalla Questura, che tutti gli arrestati erano soliti muoversi nella rete in forma anonima e custodivano le immagini e i video all’interno di supporti di memoria crittografati, nella speranza di sfuggire ad eventuali controlli. Tutti gli arresti effettuati dalla polizia postale sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari che, su richiesta della Procura della Repubblica, ha inoltre emesso 8 ordinanze di custodia cautelare, ancora in essere anche in seguito alle pronunce di conferma del Tribunale del riesame, in relazione ai reati contestati. Su questo materiale adesso si concentreranno le attività di analisi forense, anche e soprattutto finalizzate alla identificazione delle giovani vittime abusate.

A svolgerle sarà il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma, che conduce le attività specialistiche di analisi delle immagini per l’identificazione delle vittime avvalendosi dell’accesso diretto all’International Child Sexual Exploitation, il database delle immagini pedopornografiche presso l’Interpol di Lione in cui sono archiviati i file utili all’identificazione di minori ed aguzzini, condivisi dalla comunità internazionale di polizia. Contestualmente al lavoro c’è anche un “tavolo permanente virtuale” di investigatori di tutto il mondo dedicati alla cooperazione internazionale in tale delicato settore di contrasto. "Inoltre la Specialità - aggiungono dalla Questura - fa anche parte della Victim identification task force dell’Europol, che riunisce operatori specializzati provenienti da dodici paesi dedicati all’analisi del materiale pedopornografico per l’identificazione delle vittime e l’alimentazione della suddetta banca dati dell’Interpol".
 

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