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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Brancaccio

"Schiaffi e minacce": violenze in un centro per spastici, arrestati tre operatori

Le telecamere nascoste dai carabinieri hanno ripreso i maltrattamenti subiti da alcuni pazienti di una struttura di Brancaccio, offesi e mortificati da chi avrebbe dovuto prendersi cura di loro. Un video ha immortalato un operatore che colpisce un giovane facendogli sbattere la testa contro il muro. Indagate altre due persone

Non solo avrebbero maltrattato gli ospiti della struttura per cui lavoravano, ma li avrebbero pure derisi e offesi. Infischiandosene del fatto che fossero persone assolutamente indifese. Per questo motivo, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare mettendo agli arresti domiciliari tre operatori del centro residenziale per soggetti spastici Ben Haukal di Brancaccio. Per le indagini coordinate dal quarto dipartimento della Procura di Palermo sono risultate fondamentali le immagini riprese 24 ore su 24 dalle telecamere nascoste dagli investigatori. Ai domiciliari sono finiti Salvatore Omezzoli (47 anni), Salvatore D’Anna (32) e Francesco Restivo (59). Indagate anche Viviana Lombardo (28) e Anna Zora (30).

I video delle intercettazioni

Le intercettazioni ambientali hanno consentito infatti di acquisire "importanti elementi a carico di cinque dipendenti - si legge in una nota del Comando provinciale - di un centro residenziale per soggetti spastici del quartiere Brancaccio che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero posto in essere reiterate condotte di maltrattamenti in danno dei pazienti assistiti". Nelle immagini diffuse si vedono alcuni operatori usare metodi discutibili con gli ospiti: ce n’è uno che prende un uomo, lo costringe ad alzarsi dal divano e poi lo spinge per terra; uno che schiaffeggia un ragazzo e gli fa sbattere la testa contro il muro; un'altra che strattona un giovane e lo spinge sulla sedia.

Le ripreese nascoste, effettuate all’interno del centro residenziale con la costante presenza di una pattuglia pronta a intervenire all’occorrenza, hanno permesso di documentare "sistematiche condotte di maltrattamenti - aggiungono dal Comando - che si sono sostanziate sia in azioni violente, offensive e minacciose, che in comportamenti omissivi rispetto alle cure dovute".

Oltre ai tre operatori altre due persone sono state indagate per maltrattamenti contro familiari e conviventi, ma il giudice ha disposto per loro il divieto di avvicinamento alle persone offese e l’obbligo di prestazione alla polizia giudiziaria.

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