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Cronaca Sperone / Passaggio Giuseppe De Felice Giuffrida

La grande catena di montaggio dello spaccio, ecco i ruoli dei 12 arrestati allo Sperone

In Passaggio De Felice Giuffrida come emerge dall'operazione "Transit" ognuno avrebbe avuto il suo compito e ci sarebbe stato persino l'addetto ad indicare i tempi di attesa per ottenere una dose. Il gip: "Smercio di droga in pieno giorno"

Una catena di montaggio ben organizzata, dove ognuno avrebbe avuto un ruolo specifico: allo Sperone, in Passaggio De Felice Giuffrida, per gestire lo spaccio di droga ci sarebbe stato persino l'addetto ad indicare i tempi di attesa per ricevere una dose, ma anche chi avrebbe fatto la spola per prendere lo stupefacente nascosto e consegnarlo ai clienti e chi avrebbe controllato il territorio per evitare problemi. A spiegare le diverse mansioni dei dodici arrestati nell'operazione "Transit", messa a segno ieri dai poliziotti del commissariato Brancaccio, sono stati gli stessi clienti.

Il gip: "Spaccio in pieno giorno"

Il gip Maria Cristina Sala, nell'ordinanza con cui ha accolto le richieste del sostituto procuratore Alfredo Gagliardi, ritiene che "è emerso chiaramente, dal monitoraggio del luogo di spaccio e dai riscontri alle numerose cessioni, che il gruppo criminale ha sempre agito in pieno giorno, sulla via pubblica, adottando degli accorgimenti per eludere i controlli, in particolare adibendo a luogo di scambio un androne vicino alla rivendita di bevande alcoliche gestita da Maurizio Ribuffo".

Il retroscena: anche una coppia con una bimba di 3 in fila per una dose

La bettola come base logistica

E per il giudice anche se Ribuffo non avrebbe "effettuato materialmente alcuna cessione, ha fornito un apporto apprezzabile e non episodico all'attività illecita: ha messo a disposizione del gruppo la base logistica, essendo la rivendita di bevande da lui gestita, il luogo d'incontro tra il pusher di volta in volta operante e l'acquirente; la rientranza vicina alla rivendita ha costituito il punto in cui avveniva lo scambio". Inoltre, "Ribuffo è sempre presente nella piazza di spaccio, è stato riconosciuto da diversi acquirenti come colui che agevolava l'incontro tra loro e gli spacciatori".

"C'era chi indicava i tempi di attesa per ricevere una dose"

Proprio sul conto del gestore della bettola, un cliente ha spiegato agli investigatori che Ribuffo "rimaneva in attesa davanti a una specie di taverna e si occupava di indicare il luogo d'attesa e la tempistica della consegna", aggiungendo che "spesso ho avuto la sensazione che potesse essere sentinella di controllo dello spaccio".

"Un altro indicava il luogo per lo scambio"

E' stato sempre uno degli acquirenti ad indicare un altro degli indagati, Giorgio Modica, il cui compito sarebbe stato "di girare intorno al luogo di spaccio ed indicare ai tossici il luogo dove spostarsi per procedere all'acquisto dello stupefacente".

Ecco come avveniva lo spaccio | video

"Lui faceva la spola per ritirare la droga"

Una cliente ha poi parlato di Benedetto Giuliano, spiegando che "non mi ha mai ceduto personalmente droga, ma si occupava di andare a ritirarla da un altro luogo poco distante" e "alcune volte rientrava con parecchie quantità di marijuana ed hashish che celava sotto la sella di uno scooter".

"Questi due aspettavano nell'androne"

Inoltre Giuliano, assieme a Stefano Bologna, secondo un altro cliente sarebbero coloro che "stazionano in quell'androne di scale, attendono l'arrivo dei tossici per poi consegnare loro lo stupefacente richiesto in cambio di denaro".

 L'addetto allo smercio di crack

In base alla testimonianza di altri acquirenti Michele Bravo con Antonino Leto "di volta in volta con cadenza giornaliera, compresa la domenica, per mesi, mi hanno venduto droga per uso personale", mentre Franco Pantaleo si sarebbe occupato di droga più pesante, il crack: "E' lui - ha messo a verbale un altro cliente - che ha venduto nel recente passato lo stupefacente per uso personale a mia moglie. Riconosco quest'uomo senza ombra di dubbio, è il signor Franco, ossia l'uomo che di volta in volta ci ha venduto una singola dose di crack".

Gli altri pusher e il tariffario

Tra i pusher sono stati indicati anche Rosario Vitrano, Gaetano Camarda, Rosario Agnello e gli omonimi Giorgio Leto, rispettivamente classe 1992 e 1994. In Passaggio De Felice Giuffrida, poi, ci sarebbe stato un tariffario ben preciso: secondo le informazioni fornite dagli acquirenti, una dose di "fumo" o di "erba" sarebbe stata venduta a 5 euro, mentre il crack sarebbe stato spacciato a 10 euro. In base alle stime dei poliziotti, il giro d'affari degli arrestati sarebbe stato di circa 50 mila euro al mese.

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