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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Droga tra Napoli e Palermo, sei condanne: 19 anni per fedelissimo di Messina Denaro

Il processo nasce da un'indagine dei carabinieri che, nel 2016, smantellarono un traffico di droga e sequestrarono 130 chili di hashish. In cella anche Matteo Cracolici, che era già stato arrestato per avere "prestato" l'identità al boss latitante

Si è chiuso con sei condanne il processo, davanti al gup Guglielmo Nicastro, per il traffico di droga tra Napoli e Palermo scoperto dai carabinieri nel dicembre del 2016. Alla sbarra anche Matteo Cracolici, considerato fedelissimo del boss latitante Matteo Messina Denaro, che dovrà scontare 19 anni. Con lui, erano imputati Francesco Failla (7 anni e 4 mesi), Antonino Marino (7 anni e 10 mesi), i napoletani Giuliano Marano (13 anni), Francesco Greco (14 anni e 4 mesi) e Francesco Battinelli (7 anni e 8 mesi).

Droga da Napoli a Palermo: 7 arresti

Nel corso dell'operazione antidroga dei carabinieri, erano stati sequestrati 130 chili di hashish, nascosti nel doppiofondo di una macchina. Cugino della moglie di Francesco Nangano, mafioso del quartiere palermitano di Brancaccio assassinato nel 2013, Cracolici era tra i capi dell'organizzazione. Secondo quanto ricostruito, Cracolici si era recato periodicamente a Marano (Napoli) nell’abitazione di un insospettabile imprenditore per consegnargli cospicue somme di denaro. Qualche giorno dopo queste trasferte il fornitore, tramite un corriere, aveva inviato ingenti quantitativi di droga verso il capoluogo siciliano.

Cracolici era già stato arrestato per avere "prestato" l'identità al boss latitante che, per mesi sarebbe andato in giro con i suoi documenti. Di lui aveva parlato anche il collaboratore di giustizia Salvatore Grigoli. Lo aveva indicato come uomo di fiducia del capomafia trapanese che a Bagheria e dintorni ha trascorso una parte della sua latitanza, all'inizio degli anni Novanta. Cracolici aveva denunciato alla stazione dei carabinieri di Brancaccio, nel marzo del 1994, lo smarrimento della carta d'identità. Pochi mesi dopo Messina Denaro con il documento riuscì a imbarcarsi per la Grecia.

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