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Cronaca

"Tangenti per aggiudicarsi gare da milioni di euro con Asp e Regione": cinque arresti

Si tratta del secondo capitolo dell’inchiesta "Sorella sanità" della guardia di finanza: una persona è finita in carcere, quattro ai domiciliari e altre cinque invece sono indagate. Coinvolti funzionari, imprenditori e professionisti. In un episodio pagata una mazzetta da 700 mila euro per una gara da oltre 12 milioni

Avrebbero pagato delle tangenti per aggiudicarsi gare pubbliche da milioni di euro per la gestione e manutenzione del sistema informativo dell’Asp, per la fornitura di apparecchiature elettromedicali o per l’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare, coinvolgendo presidenti di commissioni, pubblici ufficiali e faccendieri. Sono dieci le persone coinvolte nell’inchiesta della guardia di finanza che questa mattina ha eseguito un’ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per uno degli indagati e i domiciliari per altre quattro persone. Per gli altri 5 invece è stato disposto l'obbligo di dimore e di presentazione alla polizia giudiziaria. Con lo stesso provvedimento il giudice ha disposto il sequestro preventivo di una somma pari a 700 mila euro.

I nomi delle persone coinvolte

Si tratta del secondo capitolo dell’inchiesta "Sorella sanità" che, a maggio del 2020, aveva portato all’arresto di tredici persone, compresi due importanti manager pubblici, già condannati in primo grado con il rito abbreviato. I reati ipotizzati dalla guardia di finanza nel corso dell’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, sono quelli di corruzione, turbata libertà degli incanti, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Secondo quanto ricostruito dagli specialisti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria - Gruppo tutela spesa pubblica, una società - che poi avrebbe vinto - avrebbe pagato una tangente da 700 mila euro al presidente di una commissione e a un suo faccendiere per aggiudicarsi una gara da 12,4 milioni bandita dall’Asp 6 per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema informativo dell’Asp 6 di Palermo.

In un’altra circostanza sarebbe stata pagata una tangente in relazione a due gare per la fornitura di apparecchiature elettromedicali, gestite rispettivamente dalla Regione Siciliana e dall’Asp di Palermo, per un totale di 220 milioni di euro. "In tale contesto, con il coinvolgimento di un consulente legale, sarebbero stati predisposti dalla società aggiudicataria contratti meramente formali di manutenzione di apparecchiature, con l’unica finalità - spiegano dalla guardia di finanza - di giustificare, grazie all’utilizzo di fatture false, il passaggio di somme di denaro che, tramite un’impresa compiacente, sarebbero poi giunte ai presunti soggetti corrotti".

I finanzieri hanno indagato anche su un’ipotesi di turbativa per una gara da 227,6 milioni di euro in relazione all’affidamento dei servizi di pulizia in ambito sanitario, nel cui contesto sarebbero emerse le responsabilità di un pubblico ufficiale dell’Asp di Enna, in qualità di consulente della Regione Siciliana. Durante l’attività i militari del Comando provinciale avrebbero accertato il coinvolgimento del presidente della commissione di una gara per l’affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare relativo alle aziende del bacino occidentale della regione Sicilia, del valore di 66,4 milioni di euro, che "avrebbe rivelato informazioni riservate - si legge in una nota - ai dirigenti della società aggiudicatrice dell’appalto, in cambio della promessa di una tangente pari all’1% dell’importo di gara, nonché di soggiorni in hotel di lusso".

Un altro filone delle indagini ha riguardato un funzionario dell’Asp di Enna e le mazzette che avrebbero pagato due dirigenti di un’importante società del settore sanitario per "ottenere indebitamente la prosecuzione di un contratto relativo all’assistenza domiciliare respiratoria per il bacino orientale dell’isola siciliana, del valore complessivo di 140,7 milioni di euro".

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