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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Arrestato il professore Nivarra: "Si è appropriato dei soldi di una fondazione"

Le accuse sono di falso e peculato. Il docente - molto noto negli ambienti di giurisprudenza - avrebbe dovuto gestire il patrimonio immobiliare di un palermitano che aveva lasciato tutti i suoi beni a una fondazione. In manette anche l'avvocato Fabrizio Morabito. I due si sarebbero appropriati di consistenti somme di denaro

Le accuse - pesanti - sono peculato e falso. Dopo lunghe indagini i finanzieri hanno arrestato questa mattina Luca Nivarra, professore ordinario di diritto privato dell'università, assai noto negli ambienti di giurisprudenza, e Fabrizio Morabito, avvocato. Il Gip del Tribunale palermitano ha disposto per i due i domiciliari su delega della Procura della Repubblica di Palermo, nonché il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e patrimoniali per un ammontare complessivo di circa 160 mila euro.

In azione i finanzieri del nucleo di polizia tributaria. L’attività investigativa della Procura e delle fiamme gialle - fanno sapere dalla guardia di finanza - è scaturita dagli esiti di una consulenza tecnica d’ufficio, disposta dal Tribunale Civile di Palermo, nell’ambito di un procedimento promosso dagli eredi di una persona defunta (si tratta di un ricco signore palermitano). Dopo la morte di quest’ultima, risalente al 2004, il Tribunale palermitano aveva nominato Luca Nivarra come amministratore provvisorio di un ingente patrimonio immobiliare che la persona deceduta, con un testamento pubblico, aveva destinato alla costituzione di una fondazione a suo nome".

Nell’espletamento del suo incarico, inizialmente Nivarra è stato dapprima coadiuvato e successivamente (nel marzo 2014) sostituito dall’avvocato Fabrizio Morabito. Nel settembre del 2014, il Tribunale civile di Palermo ha annullato il testamento pubblico della persona che ha lasciato l'eredità per incapacità di intendere e di volere, disponendo la devoluzione del patrimonio ai legittimi eredi.

"Ma dalle indagini eseguite - spiegano dalla guardia di finanza - è emerso che Nivarra e Morabito, in relazione al loro incarico di amministratori giudiziari dei beni che facevano parte dell’eredità, e, quindi, pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, si sono appropriati di consistenti somme di denaro derivanti dagli incassi dei canoni di locazione degli immobili dell’amministrazione provvisoria, di cui avevano la disponibilità in ragione del loro ufficio".

Inoltre, dagli accertamenti è emerso che Nivarra nel corso degli anni, ha presentato al Tribunale di Palermo "delle relazioni ideologicamente false - spiegano dalla Finanza - in quanto riportanti informazioni e dati finanziari relativi alla gestione provvisoria dei beni della persona che ha lasciato l'eredità non corrispondenti alla realtà, in modo tale da nascondere l’ammontare degli importi indebitamente sottratti. Morabito invece ha cercato di giustificare gli ammanchi di denaro rilevati dalla consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale, sovrastimando l’entità di alcuni crediti vantati dall’amministrazione provvisoria nei confronti di inquilini morosi. A conferma del quadro probatorio che si è delineato, nel novembre 2016 Morabito ha restituito agli eredi del defunto soldi e titoli per oltre 67 mila euro, ritrovati 'casualmente', a suo dire, all’interno di 16 buste rinvenute tra la documentazione che riguardava la gestione provvisoria".
 

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