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Cronaca

Scappa dal tribunale dopo la condanna, arrestato dopo più di un mese di latitanza

Carmelo Migliaccio, 29 anni, è stato individuato dalla polizia all'interno di un appartamento in zona Villagrazia. Da quel 22 maggio in ogni volante c'era una sua foto. Indagato per favoreggiamento l'uomo che lo stava ospitando

Da oltre un mese si nascondeva in un appartamento per sfuggire alla polizia, che gli stava con il fiato sul collo dopo che era scappato dal Tribunale, proprio al termine del giudizio per direttissima con cui era stato condannato per un'altra evasione dai domiciliari. E’ finito (o tornato per meglio dire) in manette il 29enne Carmelo Migliaccio, scappato e ricercato dallo scorso 22 maggio.

Dopo il pronunciamento del giudice, che aveva deciso di applicargli la misura cautelare del carcere, Migliaccio sarebbe riuscito ad approfittare di un attimo di distrazione per sgattaiolare via dal palazzo nuovo del Tribunale. Una volta fuori avrebbe raggiunto via Papireto, saltando in sella a una Vespa e allontanandosi con il mezzo appena rubato in direzione delle stradine del Capo.

Le volanti di polizia hanno battuto la zona per tutta la giornata, concentrandosi sul quartiere del Villaggio Santa Rosalia, nel tentativo di ricostruire il percorso seguito durante la fuga e individuarlo. Migliaccio era però riuscito a far perdere le proprie tracce, trovando un rifugio di fortuna e attivandosi poi per trovare un covo che avrebbe garantito il più a lungo possibile la sua latitanza.

Una sua foto è stata distribuita in tutte le auto di servizio della polizia, che da quel 22 maggio ha diramato una nota di ricerca a tutte le pattuglie in giro per la città. La la sua "fuga dalla giustizia" è terminata la scorsa notte quando gli investigatori del commissariato Oreto, attendendo una mossa sbagliata da parte di Migliaccio, hanno fatto irruzione in un appartamento in zona Villagrazia.

Al suo interno c’era Migliaccio e con lui un altro uomo, incensurato, che gli avrebbe offerto un nascondiglio dove entrambi pensavano che la polizia non sarebbe mai arrivata. O almeno così credevano sino al blitz degli agenti del commissariato, con il supporto di alcuni colleghi della Squadra Mobile. Dopo l’arresto e la convalida del giudice Migliaccio è stato accompagnato in carcere, mentre l'altro uomo trovato in casa è stato indagato per favoreggiamento personale.

La perquisizione effettuata nell'appartamento, spiegano gli investigatori, ha consentito di rinvenire e sequestrare materiale probatorio tra cui telefoni cellulari, una carta d’identità e codici fiscali intestati a soggetti diversi dai due nonchè alcune dosi di sostanza stupefacente hashish per uso personale.

"La pericolosità e la caratura criminale dell’uomo - concludono dalla Questura - sono desumibili non soltanto dalla grave condotta tenuta in occasione della fuga, ma anche dalla circostanza che egli fosse già stato coinvolto nell’operazione 'Verbero' del 2015, che aveva permesso di inquadrarlo quale intraneo alla cosca mafiosa di Pagliarelli". A carico di Migliaccio risultano precedenti penali per stupefacenti, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

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