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Cronaca Zen / Via Costante Girardengo

L'appartamento dello Zen imbottito di armi e droga, condannati padre e figlio

Nell'abitazione di via Costante Girardengo la polizia scoprì hashish, marijuana e cocaina, ma anche due pistole, un fucile e delle munizioni. Gli imputati, Salvatore e Gabriele Ferrazzano, dopo il ricorso in Cassazione dovranno scontare 6 anni e 7 mesi di carcere ciascuno

Il loro appartamento di via Costante Girardengo, allo Zen, era imbottito di armi e droga e così un'intera famiglia era finita in carcere alla fine di febbraio del 2018. Per Salvatore Ferrazzano, 54 anni, e il figlio Garbriele, di 22, adesso le condanne sono diventate definitive: la prima sezione della Cassazione ha infatti deciso di rivedere lievemente al ribasso le pene - in appello era stato compiuto un errore di calcolo - e di confermare nel resto le sentenze precedenti. I due dovranno scontare 6 anni 7 mesi e 5 giorni a testa.

Il blitz della polizia in casa Ferrazzano era scattato il 28 febbraio di tre anni fa. Nella camera del figlio erano stati ritrovati un fucile calibro 12 con la matricola non leggibile, una cartuccera con 24 munizioni, oltre a un borsone con 4 grandi buste e una piccola piene di marijuana. In uno zainetto all'interno di un armadio i poliziotti avevano poi scoperto diverse dosi di cocaina. Nel ripostiglio, invece, c'era una coltivazione con 50 piante di marijuana e tanto di lampade alogene per favorirne la crescita. Nel soggiorno dell'abitazione, in alcuni barattoli erano saltati fuori 430 euro in banconote e 149 in monete. Dietro a una parete attrezzata, in una busta di plastica sigillata con del nastro adesivo, c'erano poi due pistole, una Beretta 98 Fs calibro 9x21 con un caricatore vuoto e uno con 9 cartucce, e una P45 con un caricatore senza cartucce. Infine nel bagno era stato scoperto un altro contenitore in vetro con altra "erba".

armi e droga zen-2-2

Gli investigatori avevano poi perquisito Maria Vallecchia, moglie e madre degli imputati, e nella sua vestaglia erano stati ritrovati 210 euro, mentre in un taschino dei pantaloni aveva due liste con i giorni e i mesi dell'anno con accanto l'indicazione di alcune cifre e altri 250 euro. I tre finirono tutti in carcere. Durante l'interrogatorio di garanzia, Gabriele Ferrazzano confessò che droga e armi fossero sue, mentre suo padre si disse del tutto estraneo ai fatti. I due hanno poi scelto di essere processati con il rito abbreviato.

Il blitz della polizia in via Girardengo | video

Il 16 gennaio del 2019, il gup aveva inflitto 10 anni e 4 mesi di reclusione al padre e 7 anni e 4 mesi al figlio. Condanne che erano state poi confermate in appello, l'anno dopo, ma con una riduzione delle pene: i giudici avevano inflitto infatti ad entrambi gli imputati 6 anni 7 mesi e 40 giorni di carcere. Infine la prima sezione della Cassazione, presieduta da Mariastefania Di Tomassi, ha deciso di rivedere ulteriormente le pene al ribasso, ritenendo che ci sia stato un errore di calcolo in appello: Salvatore Ferrazzano e il figlio dovranno dunque scontare 6 anni 7 mesi e 5 giorni a testa di reclusione.
 

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