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Cronaca Palazzo Adriano

Dibattito sulle aree naturali protette, Legambiente: "Istituire il parco dei Monti Sicani"

E' stato soppresso nel luglio 2019 comprendeva 12 comuni nei territori del libero consorzio comunale di Agrigento e della città metropolitana di Palermo. L'appello è stato lanciato nel corso del forum Preziose per Natura. A 30 anni dall'approvazione del Piano regionale delle riserve l'associazione ambientalista chiede di completarne l'attuazione

Trent'anni fa, il 10 giugno 1991, veniva approvato il Piano regionale delle riserve. In occasione di questa ricorrenza, Legambiente Sicilia chiede alla politica di completarne l'attuazione istituendo le rimanenti dieci riserve naturali (tra cui Bosco di Santo Pietro e Isola di Capo Passero), i tre parchi nazionali (Iblei, Eolie e Egadi) e il parco dei Monti Sicani. Quest'ultimo è stato istituito il 19 dicembre 2014 e poi soppresso nel luglio 2019. Comprendeva 12 comuni nei territori del libero consorzio comunale di Agrigento e della città metropolitana di Palermo e quattro riserve naturali preesistenti: la riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, la riserva naturale orientata Monte Carcaci, la riserva naturale orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco e la riserva naturale orientata Monte Cammarata, che contestualmente all'istituzione del parco, sono state soppresse con decreto.

L'appello è stato lanciato nel corso del forum Preziose per Natura, un confronto sulla realtà e il futuro delle aree naturali protette in Sicilia, a 40 anni dall’emanazione delle legge regionale 98 del 1981. Oggi il sistema, di tutto rispetto a livello nazionale per ricchezza della biodiversità ed estensione, conta quattro parchi regionali, un parco nazionale, 74 riserve naturali, sette aree marine protette e 245 siti Natura 2000, che coprono poco più del 20% del territorio siciliano. Secondo l'associazione ambientalista occorre lavorare per migliorare la qualità delle gestioni e raccogliere la nuova sfida della strategia europea della biodiversità per il 2030 che punta ad avere il 30% del territorio e del mare tutelati e protetti. Occorre anche riformare la governance dei parchi regionali adeguandola a quella prevista per i parchi nazionali, e coinvolgendo nella gestione la componente scientifica e ambientalista escluse in Sicilia dal 2012 con l’abolizione dei Comitati tecnici scientifici dei parchi. E ancora serve dare valore giuridico e prescrittivo alla Rete ecologica siciliana secondo le previsioni della Carta della natura di cui si è già dotato l’assessorato regionale Territorio e ambiente.

In questo contesto Legambiente raccoglie positivamente l’annuncio del presidente della Commissione Ambiente all’Ars, Giusy Savarino, di avviare una fase di confronto tra tutti i soggetti interessati per pervenire ad alcune modifiche normative necessarie per rilanciare il sistema delle aree naturali protette in Sicilia e valorizzare le esperienze realizzate.

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