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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Libertà

"Non diffamò dirigente del ministero della Giustizia", archiviato procedimento a carico di Alfonso Farruggia

Il sindacalista della Uil, difeso dall’avvocato Giuseppe Abbate, si sarebbe semplicemente limitato ad esercitare il diritto di critica

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Il Tribunale di Palermo ha archiviato il procedimento a carico di Alfonso Farruggia, indagato con l’accusa di avere diffamato una dirigente del Ministero della Giustizia. Era stata quest’ultima, in servizio all’Ufficio Interdistrettuale dell’Esecuzione Penale Esterna, a presentare querela, a seguito di alcune affermazioni del segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione di Palermo, che ne contestava l’operato nei confronti dei dipendenti.

Il giudice per le indagini preliminari Elisabetta Stampacchia ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero “sulla base di argomentazioni - si legge nel decreto - del tutto condivisibili”. Secondo il gip, infatti, le espressioni utilizzate da Alfonso Farruggia, seppure aspre, sono del tutto “inidonee a integrare il reato di diffamazione”.

Il sindacalista, difeso dall’avvocato Giuseppe Abbate, infatti, si sarebbe limitato a contestare la condotta della dirigente con modalità espresse nei limiti del diritto di critica. “Si conclude finalmente una vicenda incresciosa - commenta Alfonso Farruggia - che mi ha profondamente amareggiato, pur avendo sempre nutrito la certezza di non avere mai commesso alcuna azione scorretta”.

“Già da tempo – osserva l’esponente sindacale – la UilPa di Palermo segnala ai vertici ministeriali e istituzionali competenti le azioni messe in campo dalla dirigente: a farne le spese, a oggi, sono stati il sottoscritto e due dipendenti”. Anche per loro, difesi dal sindacato, due provvedimenti disciplinari archiviati. “Io sono stato destinatario di ben due provvedimenti penali - spiega Alfonso Farruggia - per il reato di diffamazione: entrambe le querele sono partite da una normale dialettica sindacale, non condivisa dalla dirigente e ritenuta lesiva della sua immagine. A questo puntochiediamo che tali atteggiamenti non si ripetano più: il rispetto da tenere nelle varie vertenze sindacali di certo non può essere unilaterale e soltanto nei confronti della dirigenza".

“Quattro casi archiviati - conclude - di cui due penali, denotano anomalie in merito alle quali chiediamo al ministero della Giustizia di fare chiarezza. Non possiamo esimerci dal segnalare che i rapporti sindacali con l’attuale dirigenza siano nulli, così come sono nulli tutti gli atti amministrativi e gestionali di cui non conosciamo l’esistenza in quanto non riceviamo mai l’informativa sindacale che è dovuta per contratto”. 

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