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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omessi controlli sulla "movida", archiviato il procedimento contro Orlando

Le indagini erano state avviate dopo gli esposti presentati da alcuni residenti del centro storico. Il giudice, a fronte delle sanzioni e delle chiusure dei locali, ha riconosciuto la valenza delle ordinanze sindacali emesse per contrastare il fenomeno

Nessun omesso controllo sulla "movida selvaggia". Il Tribunale di Palermo ha disposto oggi l'archiviazione del procedimento penale contro il Sindaco, il Questore e il Prefetto, scaturito da una serie di tre esposti presentati da alcuni residenti nel Centro storico della città. Sostenevano che da parte delle Autorità competenti non fossero svolti controlli contro l'attività illegale connessa alla "movida" e non fossero stati emessi provvedimenti volti a contrastare tale fenomeno.

Accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica, il giudice Lorenzo Jannelli ha disposto l'archiviazione del procedimento dopo un'attività di indagine svolta da diverse forze di polizia, tra cui anche la polizia municipale. Dalle investigazioni è emerso che, sul fronte dei controlli, le verifiche condotte nel corso di operazioni interforze o da singole forze di polizia nel biennio antecedente gli esposti sono stati 729, di cui 44 hanno portato alla chiusura coatta di locali e a decine di sanzioni amministrative di altro tipo.

Sul piano dei provvedimenti, il giudice ha invece riconosciuto la valenza delle Ordinanze sindacali emesse per contrastare il fenomeno a partire dal 2013, "finalizzate a salvaguardare l'interesse dei cittadini alla salute ed al permanere di condizioni di vivibilità nei quartieri residenziali.... nelle more dell'approvazione da parte del Consiglio comunale della compiuta regolamentazione". Regolamento che pochi giorni fa è stato approvato, con una "scadenza" di sei mesi entro i quali dovrà essere approvata la "zonizzazione acustica". Pena: la decadenza del regolamento atteso e "partorito" dopo anni.

Le ordinanze sindacali emanate dal sindaco Orlando, però, sono illegittime secondo il Tar, che ha anche diffidato il primo cittadino dall’abusare del provvedimento con potere "suppletivo provvisorio" con l’intenzione di regolare qualcosa che è invece di stretta competenza del Consiglio comunale.  A presentare il ricorso era stato il titolare del pub “Ai Bottai” Giovanni Randisi: "Hanno dimostrato sino ad ora che il loro è un modo autoritario di fare politica. Continuando così punteranno alla desertificazione economica di Palermo".

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