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Cronaca

Fumata bianca al Csm, Antonio Balsamo è il nuovo presidente del tribunale di Palermo

Dopo due votazioni finite in pareggio (12 a 12) il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha conferito l'incarico al successore di Salvatore Di Vitale, in pensione dal prossimo 15 luglio. L'altro candidato era il gip Piergiorgio Morosini

Nominato il nuovo presidente del tribunale di Palermo. Dopo due votazioni il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha conferito l’incarico ad Antonio Balsamo che sostituirà Salvatore Di Vitale, in pensione dal prossimo 15 luglio. L’altro candidato era il gip Piergiorgio Morosini. Le consultazioni - come riporta l'Adnkronos - si sono concluse entrambe le volte con un pareggio (nessuna astensione) ma, secondo quanto previsto dal regolamento, l’incarico è stato conferito al magistrato più anziano di ruolo.

Chi è antonio Balsamo

Balsamo è nato nel 1964, si è laureato in giurisprudenza nel 1986 con una tesi di diritto costituzionale sul tema "La presidenza Pertini e le crisi di governo". E' entrato in magistratura nel 1991 e il suo primo incarico - ricostruisce la rivista online Diritto penale contemporaneo - è stato quello di pretore di Palermo, dove ha trattato procedimenti per usura, omicidi colposi, infortuni sul lavoro, diritto penale dell'ambiente. Dal 1995 al 2008 è stato giudice del tribunale di Palermo, dove ha prestato servizio presso la quinta sezione penale, trattando il processo Andreotti, il processo contro Francesco Abramo + 26 scaturito dall'operazione "San Lorenzo" per mafia, riciclaggio ed estorsioni, e numerosi altri processi per associazione mafiosa, reati contro la pubblica amministrazione, traffico di stupefacenti.

Il nuovo presidente del tribunale ha lavorato anche presso la sezione misure di prevenzione, dove ha presieduto il collegio in alcuni dei maggiori procedimenti per l'applicazione di misure patrimoniali antimafia, e presso la corte di Assise, trattando il processo per l'omicidio del cronista giudiziari Mario Francese (ucciso da "Cosa Nostra" per il suo coraggioso impegno nel "giornalismo di inchiesta"), il processo contro Agrigento +33 per la guerra di mafia degli anni '80 (indicato dalla stampa come "l'ultimo dei maxiprocessi"), il processo contro Agrigento + 14 per gli omicidi commessi a San Giuseppe Jato e zone limitrofe contro imprenditori e persone vicine a collaboratori di giustizia, il processo contro Leoluca Bagarella e altri per l'omicidio del brigadiere Antonino Burrafato (comandante della polizia penitenziaria presso il carcere di Termini Imerese), il processo contro Giovanni Battaglia + 6 per l'omicidio della più giovane vittima di mafia (il piccolo Andrea Savoca, assassinato all'età di 4 anni) e il processo a carico di Benedetto Spera.

Durante gli anni di servizio presso la terza sezione penale del tribunale ha trattato fra le tante cose il processo “Grande mandamento" a carico di Bernardo Provenzano e il procedimento penale a carico di Francesco Spadaro per le attività estorsive in danno del titolare dell'Antica Focacceria San Francesco. Dal dicembre 2007 al settembre 2011 ha prestato servizio come magistrato di tribunale destinato alla corte di Cassazione, dove ha fatto parte anche del gruppo di lavoro interistituzionale incaricato della implementazione dell'archivio della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.

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