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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Isola delle Femmine

L'auto della scorta di Falcone sul luogo della strage: il Giardino della Memoria la nuova casa

Si chiama "Quarto Savona Quindici", nome in codice del veicolo su cui viaggiavano gli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, e sorge a poca distanza dallo svincolo di Capaci dell'autostrada A29. Presenti le mogli e i figli degli agenti assassinati il 23 maggio '92

Scoperta da Gaetano Montinaro ed Emanuele Schifani, i figli degli agenti della scorta di Falcone assassinati nella strage di Capaci, la teca che contiene quello che resta della Croma marrone che il 23 maggio del '92 esplose sull'autostrada A29, all'altezza dello svincolo di Capaci, nel territorio di Isola delle Femmine. Accanto a loro il ministro Marco Minniti, il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore Renato Cortese e il sindaco di Isola Stefano Bologna. La teca si trova all'interno del Giardino della Memoria "Quarto Savona Quindici", il nome in codice della scorta, inaugurato questa mattina a Isola delle Femmine. Il luogo, dove ogni scelta architettonica è simbolica, sarà la sua nuova casa. 

Alle 17, 58, dalla collina che lo sovrasta Giovanni Brusca azionó la bomba uccidendo il giudice, alla guida della sua Croma bianca, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di polizia a bordo di un'altra auto, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. 

IL GIORNO DI FALCONE | LA DIRETTA

"Dopo 25 anni, con l'inaugurazione del giardino stiamo avendo finalmente il giusto riconoscimento - afferma Tina Montinaro, la vedova di Antonio -. Oggi siamo qui dopo un lungo percorso durato un mese: l'auto ha attraversato tutta l'Italia da Nord a Sud perchè la strage non appartiene a me ma a tutta la nazione. Il fatto è successo qui e, per questo, il posto della macchina è qui: ricorderà ai visitatori e ai passanti cosa ha fatto la mafia. Le storie di Antonio e degli altri continuano a vivere sulle nostre gambe e attraverso quella macchina. La mafia ha fallito". E proprio per la sua tenacia e determinazione e con l'invito di continuare a portare la Quarto Savona 15 in giro per l'Italia, il movimento dei poliziotti democratici e riformisti ha donato a Tina Montinaro una targa che la insignisce del titolo di presidente onorario del movimento.  

"Una grande emozione vedere Gaetano e Emanuele scoprire la teca - aggiunge Rosaria Costa, vedova dell'agente Schifani tornata a Palermo dopo dieci anni di assenza - perché è come se fosse una staffetta tra padre e figlio. Il giardino è bellissimo e dato che c'è sempre qualcuno che ascolta questo luogo servirà a raccontare e mantenere viva la memoria".

"La Quarto Savona Quindici - commenta il questore Renato Cortese - è il monito dei nostri poliziotti, quella voce dell'anima che ci spinge a fare sempre di più perché nella nostra giubba questi grandi uomini hanno impresso l'orgoglio di servire la nostra patria in nome di giustizia, verità e legalità".

Isola, si inaugura il giardino della memoria

IL GIARDINO - Il progetto è del 2011 ed è stato realizzato da tre architetti palermitani: Valentina Careri, Michele Giletto e Fabrizio Cassibba. E' un luogo pieno di simbolismo. "La passerella è il percorso della legalità e rappresenta la strada fatta dagli uomini della scorta e da Falcone dall'aeroporto di Punta Raisi al luogo della strage - spiega l'architetto Valentina Careri -. La abbiamo realizzata in legno perché è un materiale caldo. Una parte della pavimentazione è in cemento perché con questo materiale abbiamo voluto rappresentare la deflagrazione  dell'autostrada che si è riversata qui ma anche la trama disegnata sul cemento è importante: è la mafia. Su di essa abbiamo sovrapposto la passeggiata della legalità e affisso i nomi delle vittime della strage". Ma l'elenco dei simbolismi è ancora lungo: le panche del giardino sono quindici così come le travi che compongono il tunnel: un omaggio al nome in codice della scorta. "I pilastri della recinzione hanno diverse altezze per scandire attraverso un gioco di luce e ombre la vita del giardino", aggiunge l'architetto Fabrizio Cassibba. Alla fine della passeggiata c'è un piccolo teatrino dove i visitatori possono sedersi e osservare e perché no meditare tra gli alberi di ulivo. "Abbiamo voluto riprendere le tradizioni teatrali tipiche della nostra terra. Il giardino finisce con la casina "No mafia" e la scelta non è casuale: è questo il messaggio che vogliamo lasciare ai visitatori". Il giardino, che sorge in un'area dove c'era un pacheggio, è accessibile ai disabili. La gestione per il momento è affidata al comune di Isola. A costruirlo l'impresa Ma.i.tech. Una piccola area è ancora chiusa ma, garantiscono gli architetti, verrà ultima in settimana. 

"Abbiamo riqualificato quest'area per mantenere viva la memoria - commenta il sindaco di Isola Stefano Bologna - Ogni giorno bisogna ricordare ed è tutta la comunità a doverlo fare, è così che si cresce. Aver avuto il finanziamento, poi la fiducia in consiglio e aver realizzato in 90 giorni questo spazio è un esempio di buona amministrazione. Questa è l'antimafia: ognuno deve fare il proprio dovere. Rispettare le regole e il prossimo. Non serve alcuna specializzazione". 

D'accordo con Bologna anche il sindaco di Capaci Sebastiano Napoli che ha approfittato del suo intervento per lanciare un messaggio ai circa 300 alunni delle scuole presenti: "Se ognuno di voi riuscirà a rispettare nel suo piccolo le regole, a non sopraffare sull'altro, a rispettare il bene comune allora la mafia non avrà spazio. Avete un compito importante perché siete il futuro". 

L'AUTO DI SCORTA DI FALCONE TORNA "A CASA" - VIDEO 

Presenti all'inaugurazione del giardino anche altri primi cittadini tra i quali il sindaco di Carini. Nel corso dell'inaugurazione è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime della mafia. Tra i partecipanti anche i rappresentanti dell'Anpi e circa 40 tra giovani, docenti, ricercatori universitari e operatori sociali stranieri. Sono i partecipanti a due progetti internazionali curati dalla fondazione Falcone e dall'associazione InformaGiovani che si trovano in città per studiare l'esperienza palermitana relativamente allo sviluppo di percorsi e strumenti di educazione sui temi della legalità, della lotta contro le discriminazioni e la violenza e per l'integrazione. Nei progetti sono coinvolte le Università di Savoniia (Finlandia), Valmiera (Lettonia) e Aveiro (Portogallo) oltre a municipi ed organizzazioni sociali di 20 paesi europei fra cui Albania, Belgio, Germania, Macedonia, Repubblica Ceca, Serbia, Spagna. 

Al momento i lavori per il completamento del giardino sono in corso. Dopo la commemorazione la vettura è stata spostata in altra sede, per tornare nella sua nuova "casa" quando gli interventi saranno conclusi.

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