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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Quarant'anni fa l'omicidio di Boris Giuliano, Mattarella: "La Repubblica si inchina nel suo ricordo"

Era il 21 luglio del 1979 quando la mafia uccideva l'allora capo della squadra mobile, freddato a colpi di pistola dentro il bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi. Il Capo dello Stato: "Funzionario della polizia di straordinarie capacità"

Era il 21 luglio del 1979 quando la mafia uccideva Boris Giuliano, allora capo della squadra mobile, freddato a colpi di pistola dentro il bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi. A quarant'anni del suo omicidio tante le iniziative in città per ricordarlo. La giornata si è aperta con la deposizione di una corona di alloro nel luogo dell'omicidio, poi la messa nella Cappella della Soledad di piazza della Vittoria. 

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"Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio - dice il Capo dello Stato, Sergio Mattarella - la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, funzionario della Polizia di straordinarie capacità, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia. In questo giorno di memoria desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l’azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato. Boris Giuliano è stato assassinato perché, grazie alle sue qualità investigative e all’efficacia di metodologie innovative, aveva inferto duri colpi a cosa nostra, svelando catene di comando e portando alla luce legami internazionali, che sostenevano il traffico della droga. L’esito dei procedimenti giudiziari e le condanne definitive inflitte all’intero vertice mafioso dimostrano i grandi meriti di Boris Giuliano e il contributo prezioso che da Capo della Squadra Mobile di Palermo ha fornito anche a quanti ne hanno continuato l’impegno contro organizzazione e interessi criminali".

Il ricordo di Boris Giuliano tra pubblico e privato | VIDEO

Per Mattarella "il ricordo di Boris Giuliano rafforza la consapevolezza del valore della legalità come condizione di libertà e di coesione sociale e, con essa, l’impegno responsabile dell’intera comunità nazionale per giungere al definitivo sradicamento del criminale fenomeno mafioso".

L'omaggio di Palermo a Boris Giuliano

"Boris Giuliano aveva una eccezionale capacità di analisi e di previsione al di fuori del comune. Era Una eccellenza investigativa. Basta leggere le parole che pronunciò poco prima di essere ucciso", ricorda il questore Renato Cortese. "Oggi quelle parole sono di attualità - aggiunge Cortese - e pensare che una grande mente investigativa le avesse pensate e dette negli anni Settanta da' l'idea dello spessore e della caratura dell'uomo".

"Boris Giuliano - ricorda il presidente della Regione, Nello Musumeci - era un poliziotto all'antica, ma con visioni moderne già oltre quarant'anni fa. Con lungimiranza aveva, infatti, intuito come il traffico di stupefacenti tra Sicilia e America fosse alla base dell'arricchimento della mafia. E per questo motivo fu tra i primi investigatori a cadere sotto i colpi di Cosa nostra, in una stagione nella quale anche altri moltissimi servitori dello Stato furono uccisi perché facevano il proprio dovere. Alla famiglia, in questo giorno di memoria, va la vicinanza del governo regionale e l'apprezzamento da parte della comunità siciliana".

"Giuliano - ricorda il sindaco Leoluca Orlando - fu ucciso in un periodo buio della città che vide cadere decine di uomini dello Stato, magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine. Impegnato in tante indagini anche sui legami fra mafia e massoneria e mafia ed appalti, pagò con la vita la propria capacità di utilizzare metodi e strumenti innovativi per l'epoca, per fornire alla Magistratura le prove che allora troppo spesso risultavano 'insufficienti' nei processi di mafia".

"Spero che la morte di papà non sia stata vana" 

Il vicesindaco, Fabio Giambrone - che ha partecipato in rappresentanza dell'Amministrazione comunale, alle cerimonie commemorative - si dice "grato alla Questura e ai familiari per aver organizzato una commemorazione che è anche importante momento per ribadire l'impegno delle forze dell'ordine e di tutte le istituzioni contro ogni mafia".

"Lo ricordo sempre - scrive su Facebook il senatore di LeU Pietro Grasso - con profondo affetto e ammirazione. Era un investigatore abilissimo e un poliziotto apprezzato da colleghi e cittadini; un uomo con grandi intuizioni, come quella di coinvolgere gli investigatori statunitensi in quella indagine iniziata col sequestro all’aeroporto di Palermo di due valigie con 500 mila dollari e magliette di pizzerie newyorkesi, che si estenderà su tre continenti e che prenderà il nome di 'Pizza connection'. Ancora oggi è un esempio per gli uomini e le donne in divisa impegnati nel contrasto alla criminalità organizzata".

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