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Cronaca

La morte di Pippo Fava, una ferita lunga 37 anni: "Faro per i giovani cronisti"

Il ricordo dell'Unci e del sindaco Orlando: "Nel periodo buio della politica e dell'informazione in Sicilia, è stato protagonista di professionismo, indipendenza ed umanità con coraggio e lucida capacità di analisi che hanno lasciato il segno"

Nel 37esimo anniversario della sua uccisione, il Gruppo cronisti siciliani dell’Unione nazionale cronisti italiani (Gruppo di specializzazione Fnsi- Assostampa) ricorda il sacrificio di Giuseppe Fava. Il cronista e scrittore, fondatore del mensile “I Siciliani”, venne assassinato da killer mafiosi la sera del 5 gennaio 1984, davanti all’ingresso del teatro Stabile di Catania. Fava aveva ricostruito con inchieste coraggiose e dettagliate gli oscuri intrecci tra pezzi della politica, dell’imprenditoria e delle cosche mafiose.

"Il ricordo di Giuseppe Fava, intellettuale a tutto tondo con la passione per la verità, è sempre vivo nei cuori di coloro che lo hanno apprezzato come uomo, come giornalista e come scrittore. Il suo modello professionale privo di compromessi resta un faro per le giovani generazioni di cronisti".

Dal 5 gennaio 2005 un albero dedicato a Giuseppe Fava si trova nel Giardino della memoria di via Ciaculli a Palermo, il sito confiscato alla mafia e gestito dal gruppo siciliano dell’Unci e dall'Anm.    

Così Leoluca Orlando: "Ancora una volta, doverosamente ricordiamo Pippo Fava che, negli anni bui della politica e dell'informazione in Sicilia, è stato protagonista di professionismo, indipendenza ed umanità con coraggio e lucida capacità di analisi che hanno lasciato il segno non soltanto nella nostra regione. Ancora oggi la sua storia e il suo lavoro sono da esempio per tanti professionisti dell'informazione e per tutti coloro che combattono ogni forma di illegalità".

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