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Cronaca

L'omaggio della città a Giovanni Palatucci, il poliziotto irpino che salvò migliaia di ebrei

Piantato un mandorlo e sistemata una targa a Villa Bonanno, davanti alla questura, per ricordare il sacrificio dell'ex questore di Fiume in occasione della sua morte, avvenuta a Dachau il 10 febbraio 1945 nel campo di concentramento di Dachau

E' stato piantato il mandorlo ed è stata sistemata anche la targa per ricordare Giovanni Palatucci, il poliziotto originario di Montella, in provincia di Avellino, che fu questore di Fiume durante la Seconda guerra mondiale e, pagando poi con la vita, non esitò a salvare migliaia di ebrei dallo sterminio. La cerimonia in occasione dell'anniversario della morte di Palatucci, si è tenuta ieri, alla presenza del questore Leopoldo Laricchia e, tra gli altri, anche del sindaco, Leoluca Orlando.

Il mandorlo, tra le prime piante a fiorire e ad annunciare la primavera, crescerà lungo uno dei viali di Villa Bonanno, davanti alla questura. Sulla targa in memoria di Palatucci si ricorda che il poliziotto è "morto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945" e che è "Giusto tra le nazioni", come stabilito dalle autorità israeliane dal 1990. Palatucci, scomparso ad appena 36 anni a poco più di due mesi dalla liberazione del campo, è anche Medaglia d'oro al merito civile e, per la Chiesa, "Servo di Dio", dal 2004.

Palatucci lasciò il suo paese di origine in Irpinia e si laureò in giurisprudenza a Torino. Nel 1936 giurò come volontario vice commissario di pubblica sicurezza e l'anno successivo venne trasferito a Fiume, dove poi divenne questore reggente. Indipendentemente dalla dittatura fascista e dalle leggi razziali, decise con coraggio di adoperarsi per salvare gli ebrei perseguitati, finché non venne arrestato dalle SS e deportato a sua volta. 

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