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Cronaca

Preoccupano le condizioni di Angelo Niceta: non mangia da due settimane

L'imprenditore, rampollo della storica dinastia che opera nel settore dell'abbigliamento, aveva denunciato gli affari dei suoi familiari con esponenti di spicco della mafia. Prosegue il digiuno a oltranza: "Testimonio contro Cosa nostra ma nessuno mi protegge"

Da due settimane non mangia. Destano preoccupazione le condizioni di salute di Angelo Niceta, giunto oggi al quindicesimo giorno di sciopero della fame. Le condizioni del rampollo della storica dinastia che opera nel settore dell'abbigliamento si sono recentemente aggravate. Ieri Angelo Niceta si è recato, con il suo legale Rosalba Vitale, in Prefettura, dove era stato fissato un incontro con il Prefetto. Al confronto ha partecipato il capo di Gabinetto Masotto, "cui è stata esposta ancora una volta la grave situazione ed è stato richiesto di attuare tutte le misure necessarie e a carattere di urgenza del caso", si legge in una nota del comitato dei Cittadini per Angelo Niceta.

Un anno e mezzo fa Angelo Niceta, figlio di Onofrio, ha deciso di puntare il dito contro la propria famiglia, gettando ombre su possibili collegamenti con la mafia e finendo per questo nel programma di protezione testimoni. Poi però le cose sono cambiate. Nonostante i pm Pierangelo Padova e Nino Di Matteo avessero chiesto per lui, sposato con quattro figli, lo status di testimone di giustizia, per aver reso dichiarazioni come persona informata sui fatti, oggi, pur non essendo mai stato indagato per mafia, viene considerato dallo Stato come un “collaboratore di giustizia”. Nonostante questo "status", Niceta si trova abbandonato e senza nessuna protezione. In tanti, sul web, stanno cercando di raccogliere le firme necessarie da presentare alle autorità palermitane per ottenere una tutela.

Un impero andato in frantumi tre anni e mezzo fa. Il patrimonio milionario dei Niceta fu sequestrato nel dicembre del 2013  (GUARDA VIDEO), e pochi giorni dopo morì Mario, fratello di Onofrio. Nell'autunno del 2015 Angelo Niceta si è presentato in Procura, parlando dei rapporti dello zio con il boss di Brancaccio Giuseppe Guttadauro. "Voglio parlare, voglio liberarmi di un peso. L’altro ramo della famiglia - aveva detto - mi ha lasciato sul lastrico con una manovra spregiudicata".  E sui rapporti tra lo zio Mario e Guttadauro dice: "Erano in affari".

Il delegato del Prefetto ha risposto - dicono dal Comitato - che aveva la necessità di esaminare ulteriormente la situazione e si è impegnato a fornire presto una risposta al "caso Niceta": "Lascia comunque fortemente perplessi questa protratta assenza di risposte da parte delle Istituzioni preposte rispetto ad una situazione ampiamente nota e perdurante ormai da molti mesi", spiegano. "Il mio digiuno - aveva annunciato Niceta - è la conseguenza dell'isolamento e dell'annientamento sociale ed economico voluto e creato scientemente da questo Stato colluso con la mafia, Stato che ha reso la mia vita e quella dei miei familiari impossibile, Stato opportunista e in malafede che finge di dimenticare quei cittadini che fanno il proprio dovere fino in fondo".

Intanto continuano le adesioni all’appello lanciato tramite la piattaforma change.org, giunte ormai ad oltre 1200 (il link della petizione per Angelo Nieta è il seguente: https://www.change.org/p/lo-stato-intervenga-per-angelo-niceta-testimone-di-giustizia). Il sindaco Orlando, che sabato scorso aveva inviato un messaggio ad Angelo Niceta impegnandosi a fissare un incontro fin da questa settimana ha invece proposto un appuntamento per il 20 giugno. Una data - è la preoccupazione del comitato - che viste le attuali condizioni di salute di Angelo rischia di giungere tardiva. Dietro insistenza del Comitato dei Cittadini, il sindaco ha poi accettato di anticipare l’appuntamento a domani. L’incontro si svolgerà alle 16,30 a Palazzo delle Aquile. Parteciperà anche Rosalba Vitale, legale di Angelo Niceta. 

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