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Cronaca

Tecnis stoppa i lavori dell'anello, Orlando: "Ma non si doveva risolvere tutto in 2 settimane?"

L'azienda ha comunicato che ferma tutti i cantieri "in attesa della valutazione del Mise" per alcune operazioni che riguardano l'assetto societario. Il sindaco: "E' inaccettabile, contratto fatto male ai tempi di Cammarata". Ma Rfi rassicura: "Il 21 cantieri a regime"

La Tecnis - che sta facendo i lavori per l'anello ferroviario appaltati dalle Ferrovie - ha comunicato che ferma tutti i cantieri "in attesa della valutazione del Ministro dello Sviluppo Economico" per alcune operazioni che riguardano l'assetto societario dell'azienda. Polemica la reazione di Orlando. "Ma non dovevano risolvere tutto in due settimane?", si chiede ironicamente il sindaco.

"Il commissario straordinario Saverio Ruperto – si legge in una nota – prima della pausa festiva di Natale ha portato a termine la fase di raccolta delle offerte di acquisto dei complessi aziendali e ha individuato le società che potrebbero rilevare il ramo d’azienda costruzioni, sottoponendo al ministero dello Sviluppo economico le proprie valutazioni. Adesso – prosegue la nota – si è in attesa che si concluda a breve la fase di valutazione del ministro per poter proseguire con l’aggiudicazione provvisoria e la successiva vendita del ramo d’azienda”. Per cui fino a quando dal Mise non arriverà il via libera, tutti i cantieri (di fronte al Politeama, in via Amari, in viale Lazio e al porto) si fermano.

Dopo qualche ora dall'annuncio arriva però la precisazione di Rfi. "In merito alle notizie di sospensione dei lavori dell’anello ferroviario di Palermo - si legge in una nota - si precisa che Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane) è immediatamente intervenuta su Tecnis, che ha confermato che dal prossimo 21 gennaio i cantieri torneranno a pieno regime".

La reazione di Orlando

E Orlando non le manda a dire: "Tutto questo è inaccettabile e non è più possibile che questa opera, che è certamente utile ed importante per la mobilità a Palermo, continui a restare una eterna incompiuta. Anche se è nata male sotto la giunta Cammarata, non possiamo lasciare che finisca male". Il sindaco su Facebook ha postato una foto con su scritto 'Governo del cambiamento o Governo del CambiaNiente?.

Orlando adesso spera che la questione possa essere risolta con un intervento da Roma. "Mi auguro - dice - che il Ministro Di Maio si muova, quantomeno per rispettare le promesse fatte dai suoi rappresentanti locali in campagna elettorale. Questo contratto è stato fatto male ai tempi di Cammarata, escludendo il Comune dalla possibilità di vigilanza e controllo e per questo abbiamo chiesto a RFI di rescinderlo. Ora la Tecnis pensi alle necessità dei cittadini e dei commercianti di Palermo e riprenda subito il lavoro in via Amari e a piazza Castelnuovo, senza aspettare i pareri del Governo nazionale".

I commercianti: "Angosciati"

Intanto Francesco Raffa, presidente dell'Associazione Amari Cantieri, manifesta "lo stato di angoscia che ci assale nell'apprendere voci relative ai cantieri per la chiusura dell'anello ferroviario che vorrebbero un passo indietro definitivo di Tecnis con l'abbandono dell'opera. Naturalmente - continua Raffa - siamo speranzosi che queste voci siano destituite di fondamento ed auspichiamo però che qualcuno ci tranquillizzi in tal senso illustrando quale sia la reale situazione".

"Da quella fatidica data del 24/07/2014 - aggiunge - in cui il Comune di Palermo consegnò l'opera a Tecnis il nostro disagio è stato spesso ignorato ed oggi dopo 1637 (a fronte dei 1095 previsti per l'intera esecuzione dell'opera ) ci troviamo con più di 20 attività commerciali che hanno chiuso , con aree ormai libere da cantiere abbandonate a se stesse ( e con marciapiedi riconsegnati in condizioni pietose) e con le aree attualmente cantierizzate assolutamente inattive e quindi inutilmente occupate! Auspichiamo che qualcuno si senta in obbligo di rispondere ai tanti cittadini che hanno sofferto per quello che ritenevano essere il superiore bene comune (ad una mobilità migliore nello specifico) e si è ad oggi rivelato - conclude - solo uno strumento di distruzione a fronte di un'opera che pare essere giunta solo al 25% di esecuzione".

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