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Cronaca

I ritardi dell'Anagrafe e l'odissea quotidiana degli immigrati: "Da 7 mesi mia moglie attende la residenza"

Tempi biblici per la prenotazione di un appuntamento e per il rilascio dei certificati: sotto accusa i servizi erogati dal Comune soprattutto ai cittadini stranieri. Il caso di Shorif: "La mia signora è incinta, ma senza documenti non può scegliere il medico di famiglia e accedere alle cure sanitarie"

Nella Palermo "capitale dei diritti", "aperta e accogliente", che Leoluca Orlando dice di aver lasciato al nuovo sindaco Roberto Lagalla è quasi impossibile prenotare un appuntamento all'Anagrafe. E quando, dopo mesi di attesa, si riesce ad averlo, inizia l'odissea per il rilascio di un certificato. 

Anagrafe, il calvario per un certificato e le discriminazioni agli stranieri: "Italiani, scusate..." | Video

A passare le pene dell'inferno sono soprattutto i cittadini immigrati - stranieri, ma non solo - che devono chiedere la residenza, l'attestazione di soggiorno permanente per cittadini dell'Ue, la dichiarazione di rinnovo della dimora abituale e la carta d'identità. Servizi per i quali il Comune fa attendere da tre a sei mesi solo per ottenere un appuntamento. Fermo restando che per quel determinato servizio sia possibile prenotare online dal sito: sì, perché in alcuni casi le date disponibili non ci sono proprio. Ecco la prima falla di un sistema che fa acqua da tutte le parti, come ha documentato PalermoToday con tanto di video e testimonianze dirette raccolte in viale Lazio da Rosaura Bonfardino.

E' qui, nella sede centrale dell'Anagrafe comunale, l'epicentro dei disservizi e di una gestione dell'utenza che lascia parecchio a desiderare. L'obbligatorietà della prenotazione - introdotta con la pandemia (provvedimento sacrosanto, per carità) - è diventata uno scudo a protezione di una burocrazia comunale già prima del Covid deficitaria nelle relazioni con il pubblico, ora affidate esclusivamente a impiegati d'ordine (quindi senza competenze amministrative) che regolano gli ingressi negli uffici.   

Risulta così impossibile parlare di presenza con un funzionario (se non dopo mesi di attesa), figuriamoci al telefono. Quasi mai c'è qualcuno che risponde ai numeri indicati nel sito del Comune. I più fortunati riescono a comunicare tramite mail, non sempre però ricevono riscontro. Su questo tipo di disservizi sono frequenti le segnalazioni che giungono alla redazione di PalermoToday. Recentemente una lettrice ha anche segnalato che certi uscieri non vanno tanto per il sottile: specie con i cittadini stranieri, non di rado discriminati o trattati senza i dovuti modi. E pazienza se chi ha qualche difficoltà con la lingua viene sballottato da un ufficio all'altro per capire a che punto è l'iter di una pratica.

Emblematico è l'esempio di Shorif Mohammed, 31enne del Bangladesh, che da tredici anni vive a Palermo ed ha un regolare contratto di lavoro. Con lui adesso c'è anche la moglie: "E' incinta e da 7 mesi attende la residenza. Senza documenti non può scegliere il medico di famiglia e accedere alle cure sanitarie", racconta Shorif, che continua a fare la spola fra un ufficio e l'altro del Comune senza darsi per vinto.

Michele Di Maggio invece si è trasferito da Barletta a Palermo per stare assieme alla sua compagna: "Da marzo non riesco a fare un semplice cambio di residenza, sono come un profugo abbandonato dalle istituzioni", dice l'uomo aspettando pazientemente l'ennesimo turno in coda davanti all'ingresso dell'Anagrafe di viale Lazio. 

Pazienza che più di una persona in fila - fisicamente o da remoto, perché c'è anche chi attende il turno della prenotazione presa online - finisce per perdere, arrovellandosi dietro ai tanti perché. Perché serve così tanto tempo per fissare un appuntamento? Perché ci si deve sottoporre a un calvario che dura svariati mesi prima di avere un certificato, con il rischio di veder compromesse altre pratiche? Ad esempio, i cittadini comunitari che richiedono la cittadinanza italiana hanno un casellario giudiziario valido per sei mesi e se nel frattempo non ottengono l'attestazione permanente di soggiorno sono costretti a ricominciare tutto daccapo.

E ancora: come avviene la gestione delle prenotazioni? Perché gli uffici non effettuano un'attività di recall per avere conferma degli appuntamenti presi e in caso contrario liberare il posto ad altri utenti in attesa? Per certe pratiche che non vengono rilasciate a vista, perché l'utente non può inoltrare istanza via pec anziché aspettare mesi per un appuntamento e ulteriori mesi per avere il documento?    

Abbiamo provato a cercare la dirigente dell'Anagrafe, Maria Concetta Labate, ma senza esito. Dall'ufficio stampa del Comune fanno sapere che la dirigente, prossima alla pensione, sarebbe in ferie. Il telefono fisso dell'ufficio risulta occupato o irraggiungibile e non si conosce il nome del sostituto. Motivo per cui, a questo punto, speriamo che a rispondere sia il sindaco Lagalla, chiamato a voltare pagina in un ambito - quello dei servizi anagrafici - dove l'amministrazione Orlando ha fallito.

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