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Cronaca

Il Comune perde un'altra causa: "L'Amat non deve pagare la Tosap sulle zone blu"

La Commissione tributaria regionale ha accolto l'appello della partecipata su un avviso di accertamento del 2010. Per i giudici l'azienda va esentata perché "non sottrae aree alla pubblica fruizione". In ballo per gli anni dal 2005 al 2020 ci sarebbero 80 milioni. Cimino: "Troviamo una soluzione"

L'Amat non deve pagare al Comune la Tosap sulle zone blu, in quanto "svolge unicamente il servizio di gestore dei servizi inerenti la sosta a pagamento delle auto, per nulla sottraendo le aree alla pubblica fruizione". A metterlo nero su bianco è la Commissione tributaria regionale che, accogliendo l'appello dell'ex municipalizzata, ha ribaltato una sentenza di primo grado della Commissione provinciale (emessa nel 2018) che aveva invece dato ragione al Comune, in relazione ad un avviso di accertamento Tosap del 2010. Non è una questione di lana caprina perché in ballo ci sarebbero ben 80 milioni, ovvero l'ammontare complessivo del tributo per gli anni 2005-2020.

Secondo i giudici Carmelo Carrara (presidente e relatore), Stanislao Saeli e Fabio Di Pisa, l'Amat è infatti esentata dalla tassa di occupazione del suolo pubblico. Il motivo? Innanzitutto perché, "pur essendo assegnataria delle aree di sosta", si occupa di un servizio affidato dal Comune "nella sua veste di pubblica autorità"; e poi perché "i ricavi non sono finalizzati allo scopo di lucro". In sostanza, l'Amat è "un mero sostituto del Comune" nella gestione dei parcheggi a pagamento e da essi non ricava nulla. Infatti, scrive la Commissione tributaria regionale, il "concessionario resta escluso dai proventi delle multe", essendo soltanto la "longa manus" di Palazzo delle Aquile. La Tosap sarebbe così "una inutile partita di giro" e il Comune non dovrebbe richiederla perché "interessato a non depauperare 'sine titulo' il capitale sociale" della sua partecipata. 

Sulla decisione ha influito una recente sentenza della Cassazione (la numero 613 del 28 gennaio 2020) che si è pronunciata su una vicenda simile, ma avvenuta in Campania. La Suprema Corte ha rilevato che "il presupposto impositivo della tassa per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche è costituito da qualsiasi occupazione che comporti l'effettiva sottrazione della superficie all'uso pubblico. Se la società concessionaria, come nel caso in esame, non ha occupato l'area sottraendola all'uso pubblico non può mai ritenersi integrato il presupposto della Tosap".

Ma perché allora il Comune insiste in questo braccio di ferro che va avanti già da parecchi anni? Le motivazioni andrebbero ricercate nell'iscrizione a bilancio delle somme richieste all'Amat: in base a quanto si apprende si tratterebbe di circa 80 milioni dal 2005 al 2020. Una cifra considerevole che potrebbe far sballare i conti di Palazzo delle Aquile, se le somme accantonate dall'ente fossero insufficienti. 

Negli ultimi 15 anni l'Amat ha impugnato diversi atti riguardanti la Tosap e il Comune per tutta risposta ha sempre fatto ricorso contro la sua stessa partecipata. Si è così andati avanti tra sentenze favorevoli all'una e all'altra parte. Per quest'ultimo caso, sono serviti ben 11 anni dalla contestazione per arrivare ad un verdetto, comunque non ancora definitivo, visto che l'amministrazione comunale potrebbe appellarsi alla Cassazione. Michele Cimino amat-2

I tempi rischiano quindi di diventare biblici e in ballo ci sono somme importanti, che potrebbero gravare negativamente o sui bilanci di Palazzo delle Aquile o su quelli dell'ex municipalizzata. Per questo il presidente dell'Amat, Michele Cimino (nella foto), lancia un appello all'amministrazione Orlando: "Sarebbe il momento di chiudere bonariamente una questione annosa che mette in difficoltà sia l'Amat che il Comune. Sediamoci attorno a un tavolo per trovare una soluzione".

Parole condivise anche da Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, secondo cui "è arrivato il momento di mettere un punto fermo in questa vicenda. L'Amat va liberata da questo fardello per essere in condizioni di ripartire. Non è più possibile andare avanti con questa diatriba, l'Amat è pur sempre una partecipata del Comune". 

La gestione delle zone blu è uno dei servizi che l'Amat sarebbe pronta a restituire al Comune perché in perdita. Sulle zone blu tra Comune e Amat c'è pure una contesa sul pagamento della tassa per l'immondizia. "Se si prende ad esempio la sosta tariffata - dice Sabrina Figuccia (Lega) - risulta a tutti chiaro ed evidente che le tasse comunali hanno raggiunto cifre fuori da ogni logica di mercato. Questo e altri servizi, a causa del Comune, minano la stabilità economica dell'Amat". Mentre Concetta Amella (M5S) sottolinea: "Ancora una volta viene smentita la tesi di Palazzo delle Aquile, secondo la quale l'Amat è una società per azioni che dai parcheggi a pagamento ricava profitti. L'Amat è una partecipata che gestisce un servizio di interesse pubblico. Non può pagare la Tosap, altrimenti sarà costretta a rilasciare il controllo delle zone blu e di altri servizi che metterebbero a repentaglio irrimediabilmente la stabilità dell'azienda. Urge un confronto immediato - conclude Amella - per risolvete l'annosa vicenda".

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