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Cronaca

Scopre che la moglie lo tradisce e denuncia l'amante per stalking, ma il giudice lo assolve

La storia di un uomo finito sotto processo perché avrebbe perseguitato la donna con cui avrebbe avuto una relazione extraconiugale per 10 anni dopo che il marito avrebbe appreso del tradimento da un bigliettino lasciato sulla sua auto. L'esposto sarebbe stato in realtà solo una vendetta

Scopre che la moglie lo tradisce e insieme decidono di denunciare l'amante per stalking. E' questo che è emerso al termine di un processo iniziato alcuni anni fa a carico dell'uomo, un cinquantenne, che dal 2018 al 2021 è stato pure sottoposto al divieto di avvicinamento alla donna - con cui aveva una relazione clandestina da oltre 10 anni - e che ora è stato assolto "perché il fatto non sussiste".

Il giudice della seconda sezione del tribunale monocratico, Stefania Gallì, ha accolto le tesi dell'avvocato Salvatore Ferrante, che difende l'imputato accusato dalla coppia di averla pedinata e tormentata per anni perché non si sarebbe rassegnato alla fine del rapporto extraconiugale, quando il marito della donna aveva scoperto la relazione.

Il coniuge della presunta vittima, di origine tunisina, nel 2018 aveva trovato sulla sua macchina un bigliettino scritto in arabo con cui veniva informato che la moglie avrebbe avuto un amante ed è proprio così che aveva poi scoperto la relazione con il cinquantenne palermitano. Come prima cosa aveva deciso di mandare per un periodo la moglie in Tunisia, il tempo di trovare una nuova casa e di potersi trasferire con lei da Palermo in un piccolo comune della provincia.

Nel frattempo era partita la denuncia per stalking nei confronti dell'imputato, che avrebbe perseguitato la donna con messaggi e pedinamenti, ma anche minacciato il marito. Tanto che i due si sarebbero ritrovati il cinquantenne persino davanti alla loro nuova residenza, che nessuno conosceva e senza aver neppure indicato il loro nome sul citofono.

L'imputato era stato quindi sottoposto al divieto di avvicinamento ed era poi finito sotto processo. Durante il dibattimento e attraverso le testimonianze - in prima battuta non del tutto veritiere - è emersa però una realtà molto diversa da quella prospettata dalla coppia che avrebbe subito lo stalking.

In primo luogo è venuto fuori che la relazione extraconiugale - prima negata dalla donna e poi fatta risalire a pochi mesi prima della denuncia - sarebbe in realtà andata avanti per ben 10 anni. Inoltre, nella fase in cui la presunta vittima sosteneva di essere perseguitata, sarebbe andata proprio insieme all'imputato a prenotare una visita medica per il figlio. E' anche emerso che quando l'imputato era stato visto nel piccolo comune dove la coppia si era trasferita, sarebbe stata proprio la donna a chiamarlo e a indicargli la sua residenza.

Per questo la difesa dell'imputato ha sostenuto che non ci sarebbe stato alcuno stalking, ma che piuttosto la coppia avrebbe voluto vendicarsi del cinquantenne con cui la donna per anni aveva avuto una relazione clandestina. Una ricostruzione che il giudice ha ritenuto provata, tanto che ha assolto l'imputato con formula piena. La coppia si era invece costituita parte civile nel processo, chiedendo pure un risarcimento per i presunti danni patiti.

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