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Cronaca

Cori razzisti contro il compagno di colore: tutti in campo con la faccia dipinta di nero

I Giovanissimi regionali della Fincantieri si sono stretti intorno ad Amara Touré, 14enne originario del Mali ma ormai palermitano d'adozione (giunto da solo in Sicilia dopo aver attraversato il Mediterraneo), preso di mira la scorsa settimana durante la partita col Dattilo

Sono scesi in campo con il volto colorato di nero i Giovanissimi regionali della Fincantieri, nel match disputato ieri contro il Città di Carini. Un gesto di solidarietà nei confronti del compagno di squadra Amara Touré, 14enne originario del Mali ma ormai palermitano d’adozione, vittima la scorsa settimana di cori razzisti durante la partita col Dattilo. Il comportamento dei sostenitori della compagine trapanese è stato punito dalla federazione con un’ammenda di 300 euro a carico della società.

Fincantieri, un calcio al razzismo - foto

Più della sanzione però fa notizia il “no” al razzismo manifestato dai ragazzi della Fincantieri con un’iniziativa tanto simbolica quanto concreta, accompagnata da uno slogan che vale mille parole: "Siamo tutti Amara". Touré ieri non è sceso in campo perché proprio durante la gara col Dattilo è stato espulso. Un fallo di frustrazione, dopo l’ennesimo insulto (proveniente dal campo, oltre che dagli spalti), gli è costato una squalifica di due giornate. "In settimana – racconta mister Davide Santalucia – non si è voluto allenare. Già in passato è stato oggetto di insulti razzisti, quest’ultimo episodio ha turbato la sua tranquillità". 

A fargli tornare un piccolo sorriso sulle labbra i compagni della Fincantieri e gli avversari del Carini. Una doppia dose di affetto per un giovane che, a dispetto dell’età, ne ha già passate tante. Giunto da solo in Sicilia dopo aver attraversato il Mediterraneo, Amara ha trovato l’amore di una famiglia affidataria. E, anche grazie al calcio, è riuscito a integrarsi.

Non è stato facile. Una norma della Fifa impedisce il tesseramento dei minori non accompagnati per evitare il rischio di speculazioni. C’è voluta la sentenza di un giudice, che ha condannato la Figc per “comportamento discriminatorio”, e il sostegno del Comune di Palermo (che gli ha garantito la tutela) per farlo giocare a livello agonistico. Una passione che Amara sta difendendo con forza. Malgrado tutto.

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