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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Libertà / Piazza Vittorio Veneto

Almaviva, oggi lo sciopero nazionale: le richieste dei sindacati al Governo

La Cisl chiede il ritiro dei licenziamenti, ammortizzatori strutturali e un accordo ponte per garantire l'occupazione in attesa di una riforma del settore sulla delocalizzazione. De Luca: "A rischio tutti i posti di lavoro del settore"

"Chiederemo il ritiro dei 2998 licenziamenti annunciati, ammortizzatori strutturali di settore e nel frattempo un accordo ponte che garantisca l’occupazione, per consentire la messa in sicurezza dell’azienda con la riforma del settore sulla delocalizzazione, gli eccessivi ribassi e le clausole sociali". Queste le principali richieste annunciate sulla vertenza Almaviva dai sindacalisti Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani, ed Eliana Puma, Rsu Fistel. Oggi, alle ore 11, il vertice al Ministero per lo Sviluppo economico. Ieri sera, invece, la veglia dei lavoratori in via Cordova (GUARDA VIDEO) e la "conquista" della statua di piazza Vittorio Veneto.

Sempre nella giornata di oggi in via Libertà sfilerà il corteo di protesta dei lavoratori nel giorno dello sciopero nazionale. Da via Cordova raggiungerà le vie del centro. A Roma invece una delegazione di manifestanti si riunirà davanti al Ministero per attendere l’esito del vertice.

Due sere fa sono stati esposti alcuni striscioni in via Belgio, fra i quali uno indirizzato al presidente di Almaviva Contact: "Tripi l’unico esubero sei tu". Il giorno successivo i lavoratori hanno creato una catena umana tenendosi per mano lungo i due lati della strada in direzione di piazza Croci. I commercianti della zona, sia di via Cordova che di via Marcellini, hanno esposto cartelli di solidarietà per gli operatori a rischio licenziamento.

"E' la vertenza di tutta la città - spiega Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani - domani (oggi, ndr) vogliamo provvedimenti certi, se davvero il governo nazionale intende procedere con la proroga degli ammortizzatori sociali, lo stop agli appalti per le aziende che hanno una forte delocalizzazione all’estero, l’avvio di una chiara regolamentazione delle gare per frenare il massimo ribasso al di sotto del costo del lavoro e la clausola sociale per tutelare i lavoratori in caso di perdita di commesse, deve farlo subito. A rischio non solo i 1670 di Palermo, ma tutti i posti di lavoro del settore".

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