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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Politeama / Via Ettore Pais

Scantinati pieni d'acqua in zona porto, dopo 8 mesi gli allagamenti restano un mistero

Comune, Italferr, Rfi e gli amministratori di condominio interessati dal problema si sono incontrati, ma dal verbale dell'assemblea non si evince alcuna possibile soluzione. E intanto le pompe idrovore installate dai condomini continuano a lavorare 24 ore su 24

Si sono dati appuntamento per cercare di capire insieme cosa abbia fatto allagare parcheggi, magazzini e locali tecnici nella zona di via Crispi, ma dopo l’incontro tra le parti (amministratori di condominio, il Comune e le aziende Italferr, Rfi e Tecnis) la vicenda resta ancora avvolta dal mistero, lasciando immutati i timori degli abitanti di almeno una ventina di palazzi in molti dei quali le pompe idrovore lavorano 24 ore su 24 per evitare che il livello dell’acqua continui a salire. Una situazione che determina tra le altre cose "un aggravio dei costi per i condomini", scrive uno degli amministratori di condominio.

Gli uffici comunali del servizio Trasporto pubblico di massa e piano urbano del traffico hanno inoltrato i documenti acquisiti e il verbale dell’assemblea che si è tenuta alla fine dello scorso mese alla protezione civile e agli altri soggetti preposti alla “privata e pubblica incolumità” per portare avanti le indagini con l’obietto di chiarire l’origine del problema. Gli amministratori di condominio Alessandro Domenico Bondì, Ivan Bonanno e Giovanni Sciacca, hanno infatti presentato due esposti, uno in Procura e un altro indirizzato a Genio Civile, Protezione civile e assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente. Ma da maggio ad oggi nessuno si è fatto sentire.

Tutto a inizio a marzo scorso, quando gli amministratori di alcuni condomini di piazzetta della Pace (uno di proprietà dell'Amministrazione comunale), via Ettore Pais, via Domenico Scinà, via Rosario Gerbasi e altri immobili nella zona di Borgo Vecchio (foto allegate), cui si aggiungono i gestori dell’Ibis Hotel di via Crispi, iniziano a notare la presenza di acqua nei sotterranei il cui livello non accenna a calare. Secondo alcuni di loro il problema potrebbe essere legato a uno dei tanti cantieri della zona, come quello dell’anello ferroviario che interessa il fronte mare e il Politeama i cui lavori sono stati appaltati a Rfi.

Magazzini e scantinati allagati in zona porto

Ipotizzano, senza nulla che riesca a confermare la loro tesi, che ci sia qualche perdita nelle condutture o che qualcuno, durante gli scavi, possa aver creato una falla con conseguente dispersione di acqua. “Stando alle nostre analisi - aveva spiegato un amministratore di condominio, Giuseppe Ferrara - non si tratterebbe di acque reflue o di condotta, ma arriverebbe dalla falda. Ma non possiamo dire se i cantieri delle opere pubbliche c’entrino qualcosa. Mi auguro che ci sia la massima collaborazione, sia tra noi colleghi sia tra le istituzioni, anche perché è un problema che riguarda molte famiglie della zona”. Circostanza confermata anche dall’Amap, coinvolta da Ferrara, secondo cui le “sole condizioni meteorologiche, ancorché rilevanti, non possono aver causato un innalzamento della falda così elevato”.

Durante l’assemblea, come si evince dal verbale, ha preso la parola l’ingegnere Liliana Borsellino per conto della Italfer sostenendo che l’azienda abbia realizzato una campagna di monitoraggio a partire dal 2009 ad oggi. Campagna che verrà completata dopo la realizzazione dell’opera in questione, ovvero il completamento dell’anello ferroviario che passerà dal Politeama. “Da questo montaggio - si legge nel documento sottoscritto - emerge che la posizione della falda non ha subito spostamenti significativi. Si parla di variazioni di 50 centimetri relativi alla situazione meteorica stagionale”. L’ingegnere ha poi precisato che una società esterna alla Tecnis si è occupata dei rilievi piezometrici i cui dati, ogni tre mesi, vengono trasmessi all’Arpa Sicilia, mentre l’ingegnere Raffaele Piccirillo - progettista della Tecnis - ha voluto precisare che che i lavori in oggetto distano oltre 100 metri da uno degli edifici coinvolti dal problema, quello di via Ettore Pais 8.

Durante l’assemblea è intervenuto anche l’ingegnere Zambonelli, sempre in rappresentanza della Italferr, secondo il quale “il mancato deflusso dell’acqua di falda potrebbe essere dovuto a un problema localizzato nell’area vicino all’edificio in esame. I palazzi della zona sono stati costruiti sopra il livello di falda e chi ha edificato in quella zona lo sapeva. Dai livelli certificati dai rilievi dal 2009 al 2018 l’area interessata dai lavori di chiusura dell’anello ferroviario non sono emersi movimenti della falda significativi, pertanto non dovrebbe essere alcuna correlazione con la problematica”.

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