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Cronaca Brancaccio / Via Filippo Pecoraino

Calci e pietrate contro lo scooter: rider aggredito da gruppo di ragazzini davanti al Forum

A raccontare l'episodio di violenza è la stessa vittima pubblicando la sua foto in ospedale: "Avevano dai 10 ai 12 anni e hanno deciso che la mia giornata lavorativa sarebbe finita lì. A me hanno insegnato che si deve avere rispetto di chi lavora". Sull'episodio indaga la polizia

Avrebbero preso a calci la sacca di un rider e poi danneggiato il suo scooter, facendo sentire tutta la forza del branco. A raccontare quanto successo ieri davanti al centro commerciale Forum è la stessa vittima dell’aggressione, che ha pubblicato sui social una sua foto sul lettino di un ospedale commentando con la sua amarezza. "Un gruppo di bambini - scrive - dell’età di 10/12 anni ha deciso che la mia giornata lavorativa doveva finire lì. Senza un preciso motivo mi hanno aggredito tirando pugni e calci alla sacca, quindi rovinando la merce e rendendo di fatto nullo l’ordine”.

Secondo una prima ricostruzione i giovani si sarebbero scagliati contro il rider, un uomo di 36 anni, danneggiando la sua sacca per il delivery e facendo cadere la merce. Nel tentativo di reagire il lavoratore sarebbe scivolato sul cibo che avrebbe dovuto consegnare. "Naturalmente - ha aggiunto - ho dovuto interrompere il mio turno e dopo essere stato in ospedale mi trovo a casa con un bel trauma toracico e una settimana di stop davanti a me". Mentre si trovava a terra i ragazzini avrebbero lanciato delle pietre contro il suo ciclomotore danneggiando il parafango posteriore.

"Il direttore di un'attività commerciale - racconta ancora - è venuto da me e si è scusato. Era anche lui imbarazzato per l'accaduto ma mi ha spiegato che nonostante tutta la security messa al servizio a volte è difficile far fronte a un esercito di scalmanati". Dopo l’allarme lanciato al 112 sono intervenuti i poliziotti per ascoltare la vittima dell’aggressione ed eventuali testimoni, oltre ad acquisire le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza che avrebbero ripreso la ferocia del "branco". Gli investigatori hanno avviato le indagini per risalire all’identità dei responsabili.

All’inizio del suo post, il rider ha scavato nella memoria cercando di fare riaffiorare gli insegnamenti impartiti dai suoi genitori: "Sono cresciuto in un quartiere difficile ma sempre in grado di restare al proprio posto davanti a persone più grandi o comunque degne di rispetto e attenzione perché a Ballarò le persone degne di rispetto sono quelle che lavorano, che si sacrificano 12 ore al giorno tra le bancarelle o più semplicemente si fanno i fatti loro e non parlano con nessuno".

Poi continua: "I bambini della mia età, in una Ballarò che cercava di rinascere dopo la carneficina degli anni '90, erano cornutelli, è vero, a volte un po' bulletti con i ragazzini più indifesi, ma mai si sarebbero immaginati di andare a prendere a pietrate un fruttivendolo al lavoro solo per il piacere di farlo. Erano figli del 'pititto' e magari anche della malavita, ma a loro veniva sempre inculcato un pensiero: 'Lassa iri a chiddi ca si vuscanu u pane'. Mio padre lo sapeva bene essendo della zona e questo lo sapevamo anche noi che giocavamo a pallone in oratorio, a Santa Chiara, a San Nicolò o al campo alle scuole Nuccio. La regola era: mai interferire con i grandi, specie quando stanno lavorando".

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