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Cronaca Arenella-Vergine Maria / Via Bordonaro

Da cane feroce a giocherellone, i "due volti" del pitbull dell'Arenella

Dopo l'aggressione a due bambini vicino ai Rotoli e le percosse dei passanti dopo averlo legato a un cassonetto, si riaccendono i fari sul problema del "randagismo parallelo". Le cure e un po' di affetto avrebbero rivelato la sua vera essenza

Da bestia feroce che avrebbe aggredito due bambini a “cucciolone” tutto coccole che si fa immortalare in braccio a un volontario. Sarebbero i "due volti" del pitbull che l’altro giorno, dopo essersi scagliato contro due bambini di circa 12 anni all’Arenella, è stato fermato, legato e picchiato dai passanti, fino all’intervento della polizia municipale. L’esemplare maschio, dopo i dovuti controlli, la sterilizzazione e la chiusura delle indagini, potrà essere adottato in una decina di giorni. E intanto gli animalisti riaccendono i fari sul problema del “randagismo parallelo”, sopratutto relativo ai cani utilizzati per i combattimenti come i pitbull, mentre qualcuno sostiene che all’ex Chimica Arenella siano stati rinchiusi molti animali da combattimento.

Non è dato sapere come siano andate esattamente le cose lo scorso venerdì, quando i due ragazzini sono finiti in ospedale. La verità, come sempre, potrebbe trovarsi nel mezzo. In molti si sono chiesti se i due giovanissimi abbiano “disturbato” o meno il cane (o magari qualcuno prima di loro) e se quella violenza sul cane non sia stata eccessiva. A chiarire i contorni della vicenda ci penserà la polizia municipale. Aldilà del fatto di cronaca di pochi giorni fa, il problema sarebbe di altra natura. “Che ci fa un pit bull per strada? Ma si sa - scrive sui social la volontaria animalista Alessandra Musso - che Palermo è la città dei pitbull, della strafottenza e dell’assenza di controlli. La città è piena di magazzini che ospitano fattrici, esemplari da lotta, da monta, da…’moda’, in mano a pezzi di m**** spesso ancora in fasce”.

Molti sono i dubbi che aleggiano sulla vicenda. I volontari si chiedono anche se il pitbull, che non ha microchip, sia arrivato lì da solo o se appartenesse a qualcuno che è poi fuggito. Altri sostengono che un pitbull considerato “feroce” non si sarebbe mai fatto legare con una corda, ma ci sarebbe stato bisogno di utilizzare dei narcotizzanti per stordirlo.”Il pit bull dell’Arenella - spiega Giusy Caldo - che ha morso i due ragazzi non è in fin di vita. Si trova in canile e viene accudito dai volontari. Non verrà soppresso. Non lo abbiamo mai fatto neanche i più feroci. E’ un cane molto docile e dolce”.

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