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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Libertà / Via Liberta'

Bus pieno, dà un pugno all'autista per non averlo fatto salire

In manette è finito il pregiudicato palermitano Alfonso Gabriel Adinolfi (21 anni). Quando i poliziotti sono intervenuti, il ragazzo è tornato alla carica cercando nuovamente di colpire il dipendente Amat e inveendo contro gli agenti, a cui ha confessato le proprie responsabilità

Autista Amat aggredito da un giovane “per non avergli aperto le porte”. La polizia ha arrestato un pregiudicato di 21 anni, Alfonso Gabriel Adinolfi (nella foto in basso), ritenuto responsabile del reato di lesioni aggravate da futili motivi. Il giovane, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, si è scagliato contro la vittima sferrandogli un pugno e procurandogli la frattura del setto nasale. Quando gli agenti sono intervenuti in via Libertà lo hanno trovato ancora al volante del mezzo, mentre alcuni presenti cercavano di soccorrerlo come potevano.

“L’uomo ha raccontato di essere stato aggredito da un ragazzo - spiegano dalla Questura - che dopo avergli fatto cenno di fermarsi, si è avvicinato al finestrino inveendo contro di lui, accusandolo di non avergli aperto le porte del mezzo alla fermata "Partanna-Mondello". L’autista ha risposto lui di non averlo potuto fare salire perché l’autobus era pieno, ricevendo in risposta un violento pugno al volto. E mentre la vittima dell’aggressione raccontava il fatto ai poliziotti un giovane, in evidente stato di agitazione, si è avvicinato nuovamente con fare minaccioso.

Si trattava dello stesso aggressore che, noncurante della presenza delle forze dell’ordine, ha tentato nuovamente di colpire l’autista. A quel punto gli agenti hanno fermato il malintenzionato, successivamente riconosciuto dalla vittima. Il ventunenne ha continuato a inveire contro la vittima, confermando la versione appena fornita ai poliziotti e lamentando, dunque, di essere stato lasciato a terra. Il giovane è stato portato negli uffici della Questura per gli accertamenti di rito e su disposizione dell’autorità giudiziaria competente, posto ai domiciliari, in attesa del giudizio con rito direttissimo.
 

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