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Cronaca

Prese a coltellate un uomo davanti a un bar di Ballarò, condannato impiegato comunale

L'aggressione avvenne il giorno della vigilia di Ferragosto del 2020. La vittima finì in gravissime condizioni all'ospedale e fu necessario asportargli la milza, ma si salvò. I motivi dello scontro non sono mai stati chiariti, ma per i giudici l'imputato, dipendente dei Servizi cimiteriali, avrebbe chiesto il pizzo e la consegna dei "soldi per i carcerati"

Prese a coltellate un uomo davanti a un bar di Ballarò il 14 agosto del 2020 e la vittima finì in ospedale in condizioni gravissime, tanto che fu necessario asportarle la milza, ma riuscì a salvarsi. Luigi Runza, 55 anni, impiegato comunale ai Servizi cimiteriali, per quel tentativo di omicidio - di cui non sono mai stati chiariti i motivi ma che, secondo i giudici, sarebbe stato legato ad una richiesta di pizzo - deve scontare 5 anni e 4 mesi. La prima sezione della Cassazione, presieduta da Angela Tardio, ha infatti rigettato il suo ricorso, confermando così le sentenze che erano state emesse in precedenza con il rito abbreviato.

Il giorno della vigilia di Ferragosto di due anni fa, Runza si presentò in motorino davanti al locale. Le telecamere ripresero la scena e sarebbe stata la vittima, G. O., che era seduto sul marciapiede, a spingere a terra l'imputato. Questi aveva poi tirato fuori una lama di almeno 10 centimetri e aveva colpito l'avversario, mentre già stava fuggendo. 

Né la vittima né l'imputato hanno mai spiegato con chiarezza quali furono i motivi dell'aggressione, ma un testimone ha raccontato che Runza avrebbe rivolto una richiesta estorsiva alla vittima, chiedendogli "i soldi per i carcerati". G. O. avrebbe rifiutato e per questo avrebbe fatto cadere l'imputato. Runza si costituì successivamente, mentre l'altro fu portato in ospedale e operato. L'imputato durante l'interrogatorio di garanzia raccontò poi di non essersi accorto di nulla, che non pensava di aver ferito così gravemente l'altro uomo.

Sin dal primo grado Runza è stato condannato a 5 anni e 4 mesi per il tentato omicidio. Adesso anche la Cassazione ha respinto le sue richieste di verdersi riconosciuta l'attenuante della provocazione o la legittima difesa. "Avrebbe potuto andare via - scrivono infatti i giudici - o comunque non replicare perché le persone che erano presenti sul luogo stavano inducendo a più miti consigli l'avversario". Inoltre l'imputato "non versava in alcuna situazione di pericolo", tale da giustificare la sua aggressione. Da qui la condanna definitiva.

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