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Cronaca

Abusi sessuali nella Chiesa, l'arcivescovo di Palermo: "Inaccettabili in ogni forma, ferita che interroga"

Le parole di Lorefice: "La consapevolezza degli errori compiuti ci porta a condividere anche la gioia dell’inizio di un cammino di formazione che come Chiesa di Palermo stiamo portando avanti"

"La ferita degli abusi come Chiesa ci impegna, innanzitutto, nella preghiera a livello personale e comunitario per quanti portano nel cuore le ferite degli abusi da parte di membri della Chiesa, in particolare da sacerdoti e da religiosi e che ci coinvolgono perché 'quando un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme'. Con il Papa, non ci stanchiamo di ripetere che l’abuso, in ogni sua forma, è inaccettabile. L’abuso sessuale sui bambini è particolarmente grave perché offende la vita mentre sta sbocciando in quel momento. Invece di fiorire, la persona abusata viene ferita, a volte anche indelebilmente". A dirlo è l'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel suo messaggio in occasione della Giornata nazionale di preghiera della chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

"La consapevolezza degli errori compiuti, la diffusione delle buone prassi, l’impegno quotidiano nella preghiera - prosegue -, ci porta dunque a condividere anche la gioia dell’inizio di un cammino di formazione, a più livelli, che come Chiesa di Palermo stiamo portando avanti, consapevoli che si tratta di creare le condizioni per evitare quegli errori nel processo di valutazione e scelta, di formazione e accompagnamento che hanno portato – assieme ad altri fattori – ai casi di abusi e scandali da parte di appartenenti alla vita sacerdotale e religiosa".

"Gli incontri di formazione con gli alunni del Seminario e quelli con il Clero, l’apertura della sede del Servizio diocesano Tutela dei minori dedicata all’ascolto e alla formazione rappresentano l’inizio di un cammino che come Chiesa di Palermo deve coinvolgere tutti e deve proseguire, senza sosta nel dovere di custodire e proteggere coloro che ci sono affidati. Un percorso, quindi, che gradualmente coinvolgerà gli operatori pastorali e quanti in ragione del loro ufficio e servizio ecclesiale sono impegnati nelle comunità parrocchiali e nelle realtà aggregative che li portano ad avere un ruolo di responsabilità verso minori e persone vulnerabili", conclude l'arcivescovo.

fonte Adnkronos

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