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Cronaca Libertà / Via Gioacchino Ventura

"Abusi edilizi alla Virgin": dissequestrati 60 mila euro, ma la riapertura della palestra resta un miraggio

Il Riesame, dopo un rinvio da parte della Cassazione, ha ritenuto che per i lavori nell'immobile di via Ventura non sarebbero stati necessari gli oneri edilizi e da qui la restituzione dei soldi alla società proprietaria. Per ora sono in funzione solo i campi di padel e difficilmente potranno ripartire le altre attività

Il tribunale del Riesame ha annullato il sequestro di circa 60 mila euro alla società proprietaria dell'immobile di via Gioacchino Ventura in cui si trova la palestra "Virgin", chiusa ormai da mesi, prima per le restrizioni contro il Covid e poi per via dei sigilli per presunti abusi edilizi. La somma era stata bloccata perché ritenuta dalla Procura "l'ingiusto profitto ottenuto dall'omessa corresponsione degli oneri edilizi" per i lavori compiuti nel palazzo e al centro dell'inchiesta.

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I giudici si sono espressi dopo l'annullamento con rinvio da parte della Cassazione, stabilendo che gli inteventi sarebbero consistiti in una semplice ristrutturazione, che non prevede oneri edilizi, e non - come sostiene l'accusa - di nuove opere. Il Riesame ha accolto, quindi, le tesi dell'avvocato Segio Monaco, che assiste Filippo Basile, titolare della "Euro Real Estate spa" e disposto il dissequestro dei soldi. 

La Cassazione nei mesi scorsi aveva invece confermato il sequestro di buona parte della struttura (attualmente sono sostanzialmente agibili solo i campi di padel), ritenendo fondata l'ipotesi del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Fusco, che coordinano l'indagine, sui presunti abusi edilizi. Al di là dell'inchiesta giudiziaria, però, ciò che in molti si chiedono è se (e quando) riaprirà mai la palestra "Virgin".

La risposta è purtroppo incerta e piuttosto negativa: per poter dissequestrare la struttura, infatti, sarebbe necessario eliminare tutto ciò che sarebbe stato realizzato in violazione delle regole. E, per la Procura, si tratta tra l'altro di un intero piano della palestra, che copre una superficie di oltre 600 metri quadrati. Eventuali lavori dovrebbero comunque essere richiesti ed eseguiti dalla società proprietaria dell'immobile. E non è detto che voglia procedere in questo senso e, in ogni caso, non è neppure detto che con simili modifiche all'edificio la "Virgin" ritenga di avere spazi sufficienti per le sue attività.

Il primo sequestro del palazzo di via Ventura era scattato un po' più di un anno fa, l'8 ottobre: secondo l'accusa, durante la ristrutturazione dell'immobile, sarebbe stato realizzato, tra l'altro, un piano in più, anche in violazione delle norme antisismiche e con un conseguente pericolo di crollo. Ipotesi quest'ultima che poi era stato lo stesso gip a ritenere insussistente, disponendo il dissequestro.

La palestra non era stata comunque riaperta per via delle norme anti Covid, ma poi c'era stato un altro colpo di scena: il tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso dei pm, aveva nuovamente disposto il sequestro, scattato lo scorso 14 gennaio. Una decisione poi confermata in Cassazione, dove i giudici avevano annullato con rinvio soltanto il sequestro dei 60 mila euro. Che, dopo un nuovo vaglio del Riesame, sono stati ora dissequestrati.

La "Virgin" è estranea all'inchiesta, nella quale sono indagati, oltre a Basile anche il dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive, Giuseppe Monteleone (già sotto processo per il presunto giro di mazzette all'Edilizia privata), due impiegati comunali che avevano istruito la pratica per la ristrutturazione, Antonino Zanza e Sergio Marinaro, il progettista e direttore dei lavori, Antonino La Duca, e Tommaso Castagna, che i lavori li ha eseguiti.

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