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Sandra Figliuolo

Giornalista Palermo

Se qualcosa di buono c'è nell'umanità lo troverete alla Fiera: vaccinatevi

Mi sono commossa guardando un giovane medico raggiungere all'esterno la macchina in cui aspettava un anziano che non riusciva a stare in piedi e con dolcezza fargli il vaccino. Dopo la puntura ho pensato solo a una cosa: era il primo passo per rivedere dopo quasi un anno mia madre, mio padre e le mie sorelle

Mentre ieri sera ero in fila per fare il vaccino, vedendo tante persone lavorare senza sosta, per ore e per gli altri, riuscendo comunque a sorridere e a rassicurare, mi sono commossa e ho pensato che se qualcosa di buono c'è nell'umanità era lì davanti a me, alla Fiera.

Nell'attesa, meno di un'ora e mezza, a un certo punto ho calcolato che mediamente veniva chiamata una persona ogni dieci secondi: una macchina da guerra, una trincea, l'hub della Fiera, dove bisogna fare bene e in fretta e quindi tutto è essenziale e spartano. Tutto tranne la disponibilità degli operatori, dai medici agli infermieri, dal personale della protezione civile ai militari.

Mi sono commossa guardando un giovane medico raggiungere all'esterno la macchina in cui aspettava un anziano che non riusciva a stare in piedi e con dolcezza fargli il vaccino. Ho visto i palermitani aspettare il loro turno senza lamentele e sceneggiate e anche questo, per chi conosce questa città, è un piccolo miracolo. La parola che mi è sembrato di sentire più spesso è stata "grazie", pronunciata quasi sempre con gli occhi un po' lucidi e la voglia - frenata sul nascere, come ci ha insegnato purtroppo il Covid - di abbracciare il dottore che aveva appena iniettato la dose salvifica. E mi sono accorta che quei "grazie" venivano recepiti con imbarazzo, perché nessuno sembrava essere lì per fare l'eroe, ma solo il proprio dovere.

E' arrivato poi il mio turno: dietro una tenda ho intravisto l'addetto a riempire le siringhe e un altro giovane fare avanti e indietro per distribuirle ai vari medici. Quello che mi ha vaccinata ha letto il mio nome, ha collegato, mi ha guardata e - come ormai capita da un po' di tempo - gli ho subito risposto che no, il generale Figliuolo non è mio parente. Abbiamo riso, gli ho chiesto quante persone avesse vaccinato e naturalmente mi ha risposto che non teneva più il conto da tempo.

Dopo la puntura ho pensato solo a una cosa: era il primo passo per rivedere dopo quasi un anno mia madre, mio padre e le mie sorelle. Ed è stato bellissimo. Vaccinatevi: fatelo per voi, per tutti quelli che non possono, per tutti quelli che affetti da altre malattie da un anno e mezzo fanno fatica a curarsi, fatelo per gli oltre 120 mila che il Covid ha ucciso facendoli soffocare, completamente soli in una corsia d'ospedale. Loro non avrebbero avuto alcuna esitazione.

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