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Martedì, 19 Marzo 2024

13 persone accoltellate in una sera di ottobre: la storia dei Pugnalatori di Palermo

Tutti pugnalati in 11 punti più o meno equidistanti: le vittime erano persone di livello sociale medio-basso e di varie età. Il mandante era uno dei "pezzi da 90" della città. Palermo si svegliò nel panico e polizia e carabinieri nel buio più totale

Il 2 ottobre del 1862 il Giornale Officiale di Sicilia, fondato appena un anno prima, dà notizia di 13 persone contemporaneamente ferite a Palermo, pugnalate per l’esattezza, in 11 punti più o meno equidistanti. La descrizione fornita dei pugnalatori è simile, corporatura uguale e stessi vestiti. Una sola delle vittime - che quasi tutti i casi riportano ferite poco gravi - ha precedenti penali, e questo rende più difficile il lavoro della polizia.

1862, unità appena proclamata, il momento in Sicilia è delicatissimo. L’Unificazione dell’Italia è pressoché solo formale, e tale resterà per molti anni. E il sud, ma la Sicilia, e ancor di più proprio Palermo, sono una polveriera pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Povertà e disperazione, si uniscono alla rigidità eccessiva dei nuovi padroni, i Savoia appunto, che non tentarono mai di comprendere i bisogni e le necessità di questi “nuovi”, loro malgrado, Italiani. Preferendo sempre la strada della baionetta, delle decimazioni e della forca a quella del dialogo e della comprensione.

Le vittime dei pugnalatori sono persone di livello sociale medio-basso e di varie età: un barcaiolo di 23 anni accoltellato in via Butera; un calzolaio di 47 anni (l’unico con piccoli precedenti penali, ma si tratta di "minchiate") in via Vittorio Emanuele; un impiegato di dogana vicino la Chiesa di S. Francesco d’Assisi; un sarto di 36 anni in via Garibaldi; un impiegato del Regio Lotto ferito con un amico in piazza della Vucciria, mentre contrattava zucchine (l’impiegato del Lotto sarà colpito al colon e sarà l’unico a morire, anche a causa dell’estrema lentezza dei soccorsi); un cocchiere di 18 anni seduto sulla sua carrozza all’Olivella; uno scultore di 26 anni a Ballarò; un possidente colpito in una traversina di Via Vittorio Emanuele alta e altri due possidenti davanti l’attuale biblioteca regionale di via Vittorio Emanuele. Vicino alla chiesa di San Francesco d’Assisi, dicevo, era stato pugnalato un impiegato di dogana, di  nome Francesco Allitto. Ma questo pugnalatore era stato sfortunato: giusto da li passavano due sottotenenti dei carabinieri e due poliziotti, un capitano ed una guardia semplice, di nome Rosario Graziano.

i pugnalatori di palermo 2-2Nonostante il tentativo di fuga dell’aggressore, il poliziotto semplice - tra i quattro in uniforme intervenuti il più basso in grado ed il peggio pagato ma anche il più veloce ed il più coraggioso - riesce ad acchiapparlo nelle vicinanze dell’Hotel Patria. L’accoltellatore è Angelo D’Angelo, palermitano 38 anni, lustrascarpe. Qualche giorno prima D’Angelo, aveva cercato di farsi mettere in carcere presentandosi alla polizia e riferendo che qualcuno lo aveva minacciato e che voleva protezione in prigione. Ma l’intervento dei suoi fratelli lo aveva fatto rimettere in libertà, suo malgrado, appena il giorno dopo! Dopo avere taciuto per 24 ore, incoraggiato certamente dai buoni metodi della polizia di allora, D’Angelo vuota il sacco. E lo vuota per bene....

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