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Sandra Figliuolo

Giornalista Palermo

Abbandonati a Punta Raisi di notte: la vergogna e lo schiaffo di Palermo ai turisti

"Isola in un mare di luce", così recitava uno spot di una ventina di anni fa per incentivare il turismo e, in effetti, da qualche tempo quando si va all'estero e si pronuncia la parola "Sicilia" non ci si sente più rispondere soltanto "mafia", ma è anche possibile vedere volti illuminarsi, che ricordano o immaginano qualcosa di bello e appagante. Anche Palermo in altri termini non è più solo sangue e malaffare, ma una meta molto ricercata per la sua cultura e anche per le sue decadenti contraddizioni. E sarà con questo spirito che ormai migliaia di europei - agevolati anche dalle compagnie aeree low cost - raggiungono la città, curiosi di scoprirla, di assaporare il suo colorato disordine e, chissà, di provare pure l'ebbrezza di qualche pittoresco disservizio che raramente le città da cui provengono offrono.

Un paio di centinaia di tedeschi atterrati intorno all'1.30 di oggi (venerdì 24 giugno) - con un ritardo di oltre un'ora e mezza - avevano certamente messo in conto che andare verso l'Italia significava dirigersi verso un Paese meraviglioso ma estremamente disorganizzato, specie andando al profondo Sud, ma anche che gli inusuali disagi sarebbero stati ripagati con tanto calore umano, ironia e con quella magia unica che è l'arte di arrangiarsi.

Tutto potevano immaginarsi, questi poveri turisti, ma non che, in una città europea (come Palermo è), sarebbero rimasti bloccati davanti a un aeroporto a oltre 40 chilometri dal centro senza alcun mezzo di trasporto (neppure i piedi) per raggiungere la meta nel cuore della notte. Ed era esattamente questo lo scenario stanotte a Punta Raisi: non un autobus (l'ultima corsa è all'una), non un treno (l'ultimo è a mezzanotte e 25) e neppure un taxi. Non una persona a cui chiedere un'informazione, nonostante molti dei passeggeri non parlassero l'italiano, non un distributore di bevande, nulla.

Le ho viste le facce dei tedeschi - che, se fosse possibile, avrebbero un mezzo pubblico anche per arrivare sulla luna - abituati ad andare ovunque e ad arrivarci anche in orario (le 16.17 sono veramente le 16.17, non un secondo prima, non un secondo dopo), ad avere servizi essenziali impeccabili e degni di Paesi industrializzati, democratici e civili. Ed erano facce sconcertate, incredule, perché una cosa così assurda non l'avevano mai vista da nessuna parte: come si può infatti lasciare senza alcun collegamento un aeroporto? Si fa veramente fatica a capirlo. Specie perché questo accade mentre si ribadisce costantemente e fino alla nausea che "noi dobbiamo vivere di turismo".

Stanotte semplicemente mi sono vergognata di dover spiegare sempre le stesse cose, di dover dire che "sì, c'è poco da girarci intorno, qui può essere peggio del Terzo mondo" e sentire una ragazza raccontare che "io vengo da un Paese molto più povero dell'Italia, la Romania, ma lì i servizi essenziali sono garantiti" e aggiungere: "Ho girato l'Europa e una cosa simile non mi è mai capitata", tanto da non potere neppure immaginarla. Un bel primato palermitano.

Abbandonare così delle persone che ci stanno di fatto portando ricchezza è un atto volgare e intollerabile, indegno di un'isola che è stata la culla della civiltà europea. Vanno bene le emozioni forti, ma questa è un'offesa bella e buona ai turisti. A una certa ora tutti possono andare a dormire, ma lo Stato no: i treni non possono sparire perché scatta l'ora X e chi si è visto si è visto. Devono aspettare l'ultimo passeggero dell'ultimo aereo che arriva dall'ultimo dei Paesi del globo. Devono, non possono. Esattamente come accade altrove.

Ferma restando la responsabilità principale della compagnia aerea straniera che non è stata puntuale (forse per adeguarsi agli standard locali), non è accettabile che non si sia in grado di accogliere con rispetto chi ha scelto Palermo e non un'altra meta per soggiornare. Altro che "isola in un mare di luce": stanotte davanti al Falcone e Borsellino era buio pesto.
 

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