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Venerdì, 19 Aprile 2024

Andrea Perniciaro

Direttore Responsabile Sicilia e Calabria

Le telecamere non bastano più, contro le discariche servono uomini e multe

Ora che anche Francesco Totti e Ilary Blasi si sono lasciati, come qualcuno ironizza nel marasma dei commenti sui social, le certezze della vita restano poche. A Palermo, una di queste è rappresentata dalle discariche. Che restano lì, incrollabili. La cosa strana è che i punti dove i rifiuti si accumulano sono conosciuti da tutti, tranne da chi deve controllare. Attenzione al verbo: controllare e non pulire. 

Perché diciamola tutta. Al netto dei grossi problemi all'interno della Rap, dobbiamo avere il coraggio di dire che l'ex municipalizzata sulla presenza degli ingombranti in strada ha zero responsabilità. Zero. Perché non è moralmente accettabile che nel 2022 ancora esista qualcuno che butti materassi, tv, frigorigeri, mobili vecchi o altro per strada. Non lo era nemmeno 40 anni fa in realtà. Ma oggi l'aggravante è che abbiamo il ritiro a domicilio degli ingombranti e le isole ecologiche. Ci sono ritardi nel servizio? Al numero verde non rispondono? Non sono giustificazioni valide. Chi abbandona una lavatrice per strada non ha diritto a nessuna attenuante. 

Ma la cosa meno tollerabile è che lo si possa fare impunemente. Le multe per chi abbandona i rifiuti speciali in strada sono talmente rare da diventare notizia. Posto che le telecamere si sono rivelate pressochè inutili (basta coprire la targa) e che la task force "anti sporcaccioni" messa su dall'ex sindaco Orlando nell'estate del 2019 è miseramente fallita, si spera che questa nuova amministrazione predisponga un piano serio per contrastare il proliferarsi di discariche. 

Ci permettiamo di dare qualche consiglio, vista anche la marea di segnalazioni che giornalmente arrivano dai nostri lettori e che puntualmente pubblichiamo su PalermoToday. Perché per esempio non mettere uno di fronte all'altro il presidente della Rap e il comandandante dei vigili urbani? Il primo potrebbe informare l'altro sui punti sensibili. Il secondo potrebbe creare un nucleo con una trentina di agenti che giri in borghese nei pressi delle discariche storiche. Ma non in centro, a piedi e solo di giorno come tre anni fa. Ma in auto, di notte e con appostamenti "mirati" anche (e soprattutto) nelle periferie. 

Discarica di ingombranti a cielo aperto a due passi dalla Cattedrale-2

Per esempio, basterebbe stare fermi un paio d'ore in via Lanza di Scalea (vedi foto principale) ogni mattina dalle 6 alle 9 per beccare tutti i villeggianti che dai comuni vicini (Isola, Capaci, Carini, Cinisi ecc...) vengono ad abbandonare i rifiuti che non hanno voglia di differenziare nei centri dove risiedono d'estate. Oppure appostarsi in piazza Beati Paoli, a due passi dalla Cattedrale, e sanzionare chi si sorprende a gettare i mobili e i materassi che si vedono in foto. 

Qualcuno obietterà che i punti sono tanti e che non ci sono gli uomini sufficienti per un controllo capillare. E' vero. Ma non potendo schierare l'esercito occorre comunque iniziare da qualche parte. Ogni pattuglia formata da due-tre agenti potrebbe avere una porzione di città da controllare. A campione. Iniziando magari con quelle a più alto rischio. Ma non solo per due mesi, tanto per guadagnarsi qualche titolo sui giornali. Ma per almeno un anno. Due. Per sempre, se serve. 

Perché è chiaro che, in attesa che le nuove generazioni cambino registro, affidarsi alla coscienza civile dei cittadini appare un'utopia. Non bisogna scordare che siamo nella città delle case pulite e delle strade "fituse". 

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