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Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi: Spinelli, Navarra, Canepa, Rosano

L'origine dei cognomi Spinelli, Navarra, Canepa, Rosano

Spinelli

(come Altiero Spinelli, politico e scrittore, Padre fondatore dell’Unione Europea)
Spinelli (varianti Spinello, Spinella, Spiniello) può avere diverse origini e formazioni: può essere forma aferetica del nome “Ospinello”, presente in Liguria e in Umbria nel XII secolo, nella forma latinizzata di “Ospinellus” o “Hospinellus”, che richiama il nome francese antico di un eroe dell’epica carolingia “Hospinel” o “Ospinel”; può essere diminutivo dei nomi “Spina” o “Spino”; può derivare da “Crispinello, ipocoristico aferetico di “Crispino”; può avere alla base un soprannome proveniente da “spinello”, nome di una specie di pesce e di una pietra preziosa; può derivare dai toponimi “Spinello” (località delle province di Foggia e Catanzaro) o da “Spinelli” (località delle province di Pisa e Salerno). (cfr. E. De Felice, Dizionario dei cognomi italiani). Si tratta di un cognome tipico della Lombardia (25%) ma con presenze in quasi tutte le altre regioni della penisola: Puglia 14%), Toscana (11%), Emilia-Romagna (8%), Lazio (6%), Campania (5%), Calabria (5%), Piemonte (3%), Sicilia (3%), Abruzzo (3%), Veneto (2%), Marche (2%), Liguria, ecc. In Sicilia è diffuso soprattutto nel palermitano (Palermo, Monreale, Terrasini, Bagheria, Carini, Villabate, Misilmeri, ecc.), nell’agrigentino (Ribera, Palma di Montechiaro, Caltabellotta, Cammarata, San Giovanni Gemini, Sciacca, Agrigento, ecc.), nel catanese (Catania, Sant’Agata li Battiati, Riposto, Scordia, Acireale, ecc.), nel messinese (Messina, Francavilla di Sicilia, Furci Siculo, Itala, Milazzo, ecc.), nel trapanese (Alcamo, Castelvetrano, Trapani, ecc.), nell’ennese (Nicosia, Piazza Armerina).
 

Riferimenti storici e personaggi. ALTIERO SPINELLI (Roma 31/8/1907 – 23/5/1986), politico e scrittore, viene spesso citato come fondatore dell’Unione Europea.  A 17 anni entrò nel Partito Comunista e per questo venne imprigionato dal governo fascista fra il 1927 e il 1943: scontò 10 anni di prigione e sei anni di confino sull’isola di Ventotene dove lesse le opere di numerosi teorici del federalismo. Qui scrisse, in collaborazione con Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, il documento base del federalismo europeo, cioè il Manifesto per un’Europa Libera e Unita, conosciuto come il Manifesto di Ventotene. Lasciata Ventotene nel 1943 Spinelli ebbe un ruolo rilevante nella nascita e nella definizione in chiave moderna del concetto di Europa, fondò il Movimento Federalista Europeo, lavorò per l’unificazione europea come consigliere di De Gasperi, Spaak e Monnet. Negli anni Sessanta fu consigliere del Governo e ricercatore e fondò l’Istituto Affari Internazionali di Roma; dal 1970 al 1976 fu membro della Commissione europea, poi nello stesso anno fu eletto deputato della Repubblica italiana fino al 1979, quando divenne Europarlamentare. A Bruxelles fino al 1986 fu uno degli attori politici principali sulla scena europea attraverso il Club del Coccodrillo (così detto dal nome di un ristorante di Strasburgo), fondato nel 1981 con alcuni collaboratori che auspicavano un nuovo trattato europeo destinato a diventare una Costituzione europea. Morì nel 1986: l’edificio principale del Parlamento Europeo di Bruxelles porta il suo nome. VINCENZO SPINELLI (Palermo 1936/1982), imprenditore nel settore dell’abbigliamento, ucciso dalla mafia il 30 agosto del 1982 perché aveva denunciato e fatto arrestare l’autore di una rapina avvenuta due anni prima all’interno di uno dei suoi esercizi commerciali, il Valtiz (dal nome delle sue due figlie Valeria e Tiziana); il rapinatore era parente di capimafia locali. Nell’agosto scorso il Comune di Palermo gli ha intitolato una strada cittadina, già via Valderice.

Navarra

(come Pietro Navarra, deputato nazionale dei PD, già rettore all’Università di Messina))
Navarra è un toponimico cioè un cognome derivato da una località, in questo caso la Navarra, comunità e provincia della Spagna con capitale Pamplona; vale come “quelli di… Navarra”, riferito ai capostipiti.
Il cognome è diffuso in 384 comuni di tutte le regioni italiane; ha nuclei consistenti in Sicilia, soprattutto nelle province occidentali, nel palermitano (Palermo, Trabia, Bagheria, Ficarazzi, Terrasini, Casteldaccia, Termini Imerese, Carini, Santa Flavia, ecc.), nel trapanese (Castellammare del Golfo, Gibellina, Alcamo, Mazara del Vallo, Salaparuta, Campobello di Mazara, Erice, ecc.), nell’agrigentino (Agrigento, Sciacca, Licata, Realmonte, Siculiana, San Biagio Platani, Porto Empedocle, ecc.), ma anche nel messinese (Mazzarò Sant’Andrea, Messina, Villafranca Tirrena, ecc.), nel catanese (Caltagirone, Catania, Giarre, ecc.); con gruppi poco consistenti è presente in Campania, Lazio,  Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Piemonte,  ecc. 

Riferimenti storici e personaggi – Un tempo vi fu un regno di Navarra che si estendeva in entrambi i lati dei Pirenei: nel secolo XVI fu diviso fra Francia e Spagna. Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Paternò nel 1500 con un “Jo Andrea Navarro, locotenente de capitanio”. PIETRO NAVARRA (Messina 30/8/1968), politico e professore universitario, rettore all’Università degli studi di Messina dal 2013 al 2018 (il rettore più giovane fra tutti gli atenei italiani, il più giovane fra i rettori che l’università di Messina abbia avuto nei suoi circa cinque secoli di vita); deputato della Repubblica nell’attuale XVIII Legislatura eletto nelle liste del Partito Democratico, è componente della V Commissione – Bilancio, Tesoro, Programmazione, componente della Commissione parlamentare per le questioni regionali e della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale. Professore ordinario di economia del settore pubblico, collabora con diversi quotidiani e periodici e svolge attività di consulenza nel campo dell’economia pubblica e della finanza locale, sia in Italia che all’estero; in aggiunta alla carica di rettore, ha insegnato presso la University of Pennsylvania e presso la London School of Economics and Political Science. FRANCO NAVARRA (Castellammare del Golfo 1919/1950), attore; ha partecipato ai film di Pietro Germi “In nome della legge” (1948), “Il cammino della speranza” (1950) e al film “Il bivio” (uscito nel 1951) per la regia di Fernando Cerchio” (1951). OTTAVIO NAVARRA (Castelvetrano 6/7/1965), politico, deputato al Parlamento nazionale nella XII Legislatura (1994/96), gruppo Partito Democratici della Sinistra, poi Democratici di Sinistra; deputato regionale nel biennio 1996/98; vari incarichi nel Pd. Nel 2003 fonda “Marsala c’è” unico, esempio di quotidiano cittadino, e la casa editrice Navarra, oggi specializzata in editoria libraria con pubblicazioni di narrativa e saggistica dedicate a tematiche sociali e lotta alla mafia. Dal 2011 Navarra è fra i promotori del festival dell’editoria indipendente “Una marina di libri”.

Canepa

(come Antonio Canepa, fondatore dell’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia)
Cànepa ha origine dalla cognominizzazione di soprannomi legati al mestiere di cordaio (canapaio) o di coltivatore di canapa o anche al fatto che la famiglia del capostipite dimorasse nei pressi di una fabbrica di corde o di un campo di canapa: derivato da cánapa o dalla variante regionale cánepa. In alcuni casi potrebbe essere un etnico, riferendosi a capostipiti provenienti da Cánepa, frazione di Sori in provincia di Genova, o Canepari, frazione del comune di Fosdinovo in provincia di Massa-Carrara. Cànepa è un cognome Ligure (genovese) che ha ceppi anche in Piemonte, Sicilia, Sardegna e nuclei minori in Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna. In Sicilia è diffuso nel palermitano (San Giuseppe Jato, Carini, Palermo, Capaci, Isola delle Femmine, Monreale, ecc.) ed è noto anche nell’agrigentino, nel messinese, nel ragusano.

Riferimenti storici e personaggi. Canepa è antica e illustre famiglia, originaria della Liguria, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni italiane e, prevalentemente in Piemonte; i nomi dei membri di questa famiglia si trovano spesso menzionati in documenti ed atti notarili, sin dai secoli trascorsi, dai quali appare la loro elevata condizione. GAETANO CANEPA (Genova 1878 - 20/3/1964) fotografo dilettante, ha lasciato un importante archivio fatto di innumerevoli lastre che riproducono immagini scattate in tutt’Italia nei primi decenni del 1900.  Il padre, ANTONIO, originario di Santa Maria del Campo presso Rapallo, detto “il piccolo Donatello genovese” fu scultore di una certa notorietà. Una serie di foto, legate al territorio genovese ritraggono la bellezza del paesaggio naturale e scene di vita quotidiana di notevole interesse. Una mostra personale postuma di alcune fotografie stereoscopiche di Genova e Venezia è stata organizzata a Genova nell’anno 1979. ANTONIO CANEPA (Catania 25/10/1908 – Randazzo 17/6/1945), docente e politico, professore di storia delle dottrine politiche all’Università di Catania. Da giovane aveva progettato un attentato a Mussolini a Palazzo Venezia ma nel 1937 aveva ottenuto la cattedra di Dottrina del fascismo e aveva scritto un “Sistema della dottrina del Fascismo”; nel 1943 pubblicò l’opuscolo “La Sicilia ai Siciliani”, manifesto della sua idea di separatismo siciliano, dove riteneva che il separatismo fosse il mezzo per l’emancipazione delle classi popolari e, nello stesso anno, diresse con alcuni suoi studenti, azioni di sabotaggio contro installazioni militari tedesche in Sicilia (come l’attentato alla base aerea di Gerbini, a Motta Sant’Anastasia in mano ai Tedeschi). Dopo lo sbarco degli alleati andò in Toscana e si aggregò ad una brigata partigiana anarchica. Ritornato a Catania riprese l’insegnamento universitario e si pose a capo, insieme ad Antonio Varvaro, dell’ala sinistra del Movimento Indipendentista Siciliano, in contrapposizione all’ala destra rappresentata dal triunvirato Finocchiaro Aprile, conte Luigi Tasca e Calogero Vizzini (entrambi latifondisti). Nel febbraio 1945 costituì una forza paramilitare clandestina, l’EVIS (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia). La mattina del 17/6/1945 fu ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri, e in circostanze mai chiarite, in contrada “Murazzu ruttu”, presso Randazzo. Con lui persero la vita due giovani suoi stretti collaboratori, Carmelo Rosano, di 22 anni, e Giuseppe Lo Giudice di 18 anni. Canepa è sepolto nel cimitero di Catania, nel viale dei siciliani illustri, accanto a Giovanni Verga e Angelo Musco.

Rosano

(come Carmelo Rosano, militante dell’Evis, Esercito Volontario per l’indipendenza della Sicilia) 
Rosano proviene da vari toponimi come Rosano, frazione del Comune di Cabella Ligure in provincia di Alessandria e frazione del Comune di Rignano sull’Arno in provincia di Firenze. Potrebbe inoltre provenire dal nome medioevale Rosanus, di origine sánscrita-persiana con il significato di “rilucente, splendido, piccola stella luminosa”.  Il De Felice lo considera semplicemente una variante di Rosa. Il cognome ha il ceppo più importante in Sicilia, nel catanese (Adrano, Catania, Biancavilla, Paternò, Zafferana Etnea, San Giovanni La Punta, Mascalucia, Santa Venerina, Riposto, Linguaglossa, Tremestieri Etneo, Aci Sant’Antonio, ecc.), nel trapanese (Trapani, Marsala, Erice, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Melilli, Floridia, ecc.), nel palermitano (Palermo, Monreale, Casteldaccia, ecc.); altri ceppi di una certa consistenza si trovano in Piemonte, Campania, Calabria, Lombardia, Basilicata, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Liguria, Veneto, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. CARMELO ROSANO, di anni 22, militante dell’EVIS e braccio destro di Antonio Canepa, ucciso in circostanze mai chiarite, in un conflitto a fuoco con i carabinieri in contrada “Murazzu Ruttu” presso Randazzo (CT). Morirono con lui Antonio Canepa, docente e politico siciliano, fondatore e comandante dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia (EVIS), e un altro giovane militante diciottenne, Giuseppe Lo Giudice. PIETRO ROSANO (Napoli 15/12/1946 – Napoli 9/11/1903), politico e avvocato, deputato del Regno d’Italia, quasi ininterrottamente, dalla XV alla XXI legislatura (1882/1903). Fu sottosegretario al Ministero dell’Interno (1892/93) e ministro delle finanze nel Governo Giolitti II; avvocato penalista di grande fama, era stato allievo dell’avvocato e sindaco di Napoli, Nicola Amore, uno dei penalisti più in vista della città. Ad appena pochi giorni dalla sua nomina a ministro delle finanze, fu attaccato dai socialisti per un episodio della sua vita risalente al 1984 e Rosano, non abituato a tali scontri politici, si suicidò proclamando la sua innocenza. ANGELO ROSANO (Catania 24/5/1940 – Catania 20/3/2020), politico, dottore in giurisprudenza, impiegato; deputato all’Assemblea Regionale Siciliana nella VIII (1976/1981) e IX legislatura (1981/1986) per la Democrazia Cristiana. Ex consigliere e assessore del Comune di Catania, nonché ex assessore regionale al Lavoro e alla Previdenza Sociale. VINCENZO ROSANO (Larino, Campobasso 3/4/1944 – 9/2/1977) maresciallo di Pubblica Sicurezza, venne ucciso in una pizzeria a Torino da alcuni criminali appartenenti al clan dei Catanesi che lui aveva riconosciuto e ai quali aveva intimato di arrendersi. Nel 1979 è stato insignito della Medaglia d’Oro alla memoria al valor civile.
 

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