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Sabato, 20 Aprile 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi: Schillaci, Ayala, Pulvirenti, Raspanti

L'origine dei cognomi: Schillaci, Ayala, Pulvirenti, Raspanti

Schillaci

(Come Totò Schillaci, ex calciatore italiano, ruolo attaccante)
Schillaci è  una variante del toponimo Squillace, comune di poco più di 3000 abitanti in provincia di Catanzaro, colonia romana con il nome di Scolacium, tratto dal latinizzato “Squillacium” e proveniente, a sua volta, da un antico “Skullakion” (classico Skulletion). Il termine potrebbe derivare dal latino squilla = crostaceo, piccolo gambero di mare, o dal greco skylakoi = cuccioli.
Schillaci è un cognome siciliano, diffuso in tutte le province, in particolare nel palermitano (Palermo, Bagheria, Villabate, ecc.), nel catanese (Adrano, Catania, Biancavilla, ecc.), nell’agrigentino (Agrigento, Racalmuto, Casteltermini, ecc.), nel nisseno (Campofranco, Sutera, Caltanissetta, ecc.), nell’ennese (Troina, Nicosia, Cerami, ecc.), nel messinese (Messina, Sant’Agata Militello, Caronia, ecc.). Un consistente ceppo è presente in Lombardia mentre nuclei molto modesti si trovano in altre regioni italiane (Piemonte, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. SALVATORE (TOTÒ) SCHILLACI (Palermo 1/12/1964), ex calciatore italiano, ruolo attaccante. Dopo un inizio nelle giovanili dell’AMAT di Palermo, nel 1982 viene ingaggiato dal Messina e, con questa squadra, gioca sette campionati fra serie B e serie C. Nel 1989 passa alla Juventus e conquista nel primo campionato la maglia di titolare: gioca ai mondiali 1990 e diventa subito l’idolo delle folle, “Totò gol”, capocannoniere del mondiale 1990. Poi due stagioni ancora con i bianconeri e Totò passa all’Inter; nel 1994 si trasferisce in Giappone, primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese. Il ritiro dalle scene calcistiche avviene nel 1999. MAURIZIO SCHILLACI (Palermo 1/2/1962), calciatore, cugino meno fortunato di Totò Schillaci. Brillante carriera in diverse squadre, Palermo, Rimini, Licata, ecc., poi approda alla Lazio. Per un infortunio non curato finisce la sua carriera; durante l’ultima fase conosce un veloce declino, ha problemi di droga, viene arrestato; oggi conduce una vita da barbone e dorme nei treni fermi alla stazione di Palermo. VINCENZO SCHILLACI (Palermo 30/7/1984), pittore della “stratificazione”; i suoi sono quadri figurativi dove la figurazione scompare dietro la stratificazione del senso, dietro un accumulo di colore che resta visibile nell’invisibile: non si tratta di un processo di cancellazione quanto piuttosto di evoluzione e completamento. Ha fondato e dirige insieme a Giuseppe Buzzotta “l’A proiect, centro di ricerca per l’arte con sede a Palermo. Nel 2019 è stato protagonista, per la seconda volta, a Roma nella mostra “Dove nessuno va”, in Operativa Arte contemporanea.

Ayala

(come Giuseppe Ayala, magistrato e politico)
Ayala è cognome raro, Ajala è rarissimo: il primo ha nuclei in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Campania, Sicilia, Lazio, Liguria; il secondo è presente solo in Lombardia, Lazio, Sicilia, Campania.  Nell’Isola Ayala è presente nel palermitano, (Palermo, Pollina), nel catanese (Catania, Pedara), nel nisseno.
Entrambi i cognomi derivano probabilmente dal termine arabo “ayàl” che significa “cervo”, o dal nome ebraico Ayal con la stessa radice. Potrebbero anche essere di origine spagnola: nel 1606, infatti, un Jeronimo Ayala era arcade (sindaco) di una cittadina spagnola; in Spagna c’è una valle di Ayala e, nel 1400, a Valledolid ci sono tracce di un Anton Ayala.

Riferimenti storici e personaggi. Tracce di una nobile famiglia Ajala si trovano a Marsala dove un Inigo, nel 1635, occupava la carica di pro-conservatore; a Caltagirone, dove nel 1908 erano iscritti nella Mastra nobile di quella città un Cristofaro Ajala e i suoi figli Placido, Benedetto, Gesualdo, Antonino; a Messina dove, agli inizi del 1800 fra i confrati della nobile arciconfraternita della Pace e Bianchi, erano elencati un Raimondo Ajala, tenente colonnello d’artiglieria,  il figlio Giuseppe Maria e il padre Placido (cfr. Nobiliario di Sicilia).
GIUSEPPE AYALA (Caltanissetta 18/5/1945), magistrato e politico italiano. Da magistrato fu pubblico ministero nel primo maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra, poi divenne consigliere di Cassazione.  Nel 1992 venne eletto deputato nazionale per il P.R.I. (Partito Repubblicano Italiano), poco prima delle stragi contro Falcone e Borsellino.  Fu rieletto deputato nel 1994 per Alleanza Democratica. Nel 1996 aderì all’Unione Democratica di Antonio Meccanico e fu eletto senatore; nel 2001 e fino al 2006 fu senatore con i Democratici di Sinistra.  È stato sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia nel governo Prodi I, carica riconfermata nei governi D’Alema I e II. Rientrato in magistratura fu consigliere di una sezione civile presso la Corte d’Appello de L’Aquila (2006/2011); dal 2011 è in pensione. Oggi è vicepresidente della Fondazione Giovanni Falcone e gira per le scuole per portare la memoria della sua guerra alla mafia.

Pulvirenti

(come Mario Pulvirenti, accademico italiano, professore di fisica matematica)
Il cognome Pulvirenti deriva dall’aggettivo plurale maschile “pulverulenti” (da pulverulentus-a-um) con il significato di polverenti, polverosi; potrebbe derivare, inoltre, da un soprannome connesso con un mestiere “polveroso”, che produce polvere, esercitato dal capostipite. É diffuso in circa 280 comuni, molti dei quali siciliani: nuclei più o meno numerosi si trovano in tutte le altre regioni italiane fra cui Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, ecc. In Sicilia è presente nel catanese (Catania, Acireale, Belpasso, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Gravina di Catania, Aci Sant’Antonio, Aci Castello, Giarre, Pedara, Misterbianco, Paternò, Adrano, ecc.), nel messinese (Messina, Giardini Naxos, Letojanni,  Barcellona Pozzo di Gotto, Gaggi, Santa Teresa Riva, Roccalumera, Pace del Mela, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Lentini, Sortino, Carlentini, Pachino, Priolo Gargallo, Augusta, ecc.), nel palermitano (Palermo, Ficarazzi, Pollina, Terrasini, ecc.), nel ragusano (Modica, Ragusa, Vittoria, ecc.), nell'ennese (Regalbuto, Leonforte, Aidone, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi - Numerosi personaggi con il cognome Pulvirenti si trovano spesso menzionati nei documenti notarili di molti secoli addietro. ANTONINO PULVIRENTI (Catania 24/2/1962), imprenditore italiano. Ha avviato la propria attività inizialmente a Belpasso con la distribuzione alimentare. Nel 1996 presiede la holding FINARIA con la quale controlla la compagnia aerea Wind Jet e la Società Calcio Catania; possiede inoltre la MERIDI S.r.l. che comprende 85 punti vendita della Fortè, catena siciliana di hard discount, alberghi di lusso a Taormina e Belpasso, ristoranti a Palermo, Catania, Caltanissetta. Gestisce un’industria chimica a Gela. La sua attività spazia in vari settori: alberghiero, ristorazione, trasporti, ecc., calcio. MARIO PULVIRENTI (Roma 30/3/1946) – Accademico italiano, professore di fisica matematica presso l’Università La Sapienza di Roma; dal 2007 è membro del Comitato Direttivo dell’istituto Nazionale Alta Matematica. Ha insegnato presso l’Università degli Studi dell’Aquila e di Camerino e ha svolto ricerche presso prestigiose università straniere fra cui l’École Normale Supérieure des Hautes Ètudes Scientifiques a Parigi e la Retgers University del New Jersey. È considerato uno dei massimi esperti a livello internazionale dell’Equazione di Boltzmann e di Meccanica statistica. GIOVANNI PULVIRENTI (Aci Sant’Antonio 23711/1871 – 11/9/1933(, vescovo di Anglona-Tursi (Basilicata), sede suffraganea dell’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano Nuovo. Dal 1922 alla morte resse la Diocesi di Cefalù. FABRIZIO PULVIRENTI (Catania 1964), medico specializzato in malattie infettive e in gastroenterologia. Ha lavorato come ufficiale medico della Marina Italiana, poi in alcune cliniche in provincia di Lecce e presso l’ospedale Umberto 1^ di Enna. Come volontario ha collaborato con Emergency in Kurdistan e in Sierra Leone dove nel 2014 ha contratto il virus dell’ebola, di cui poi è guarito. 

Raspanti

(come Antonino Raspanti, vescovo di Acireale)
Raspanti e Raspante derivano da “raspa”, attrezzo del falegname; probabilmente si tratta di soprannome attribuito a capostipiti che erano artigiani del legno. Raspanti è diffuso soprattutto in Toscana (Firenze, Arezzo), in Emilia-Romagna (nel bolognese), in Sicilia; qualche piccolo nucleo è noto anche in Lombardia e Lazio. In Sicilia è conosciuto soprattutto nel palermitano (Bagheria, Palermo, Trabia, Santa Flavia, Capaci, ecc.), nel catanese (Catania, Adrano, Paternò), nel messinese (Capo d'Orlando, Santa Teresa Riva, Nizza di Sicilia), nel trapanese (Alcamo, Trapani, Castellammare del Golfo), nell'ennese (Nicosia, Regalbuto, Enna).

Riferimenti storici e personaggi – Nel periodo comunale (1303/1416) vennero detti “Raspanti” le corporazioni della borghesia artigiana al governo della città di Perugia. La fazione dei Raspante, il cui simbolo evocava gli artigli del gatto nell'atto di ghermire la preda, era avversata dai Beccherini; il popolo minuto sosteneva il ceto nobiliare (Wikipedia). Mons. ANTONINO RASPANTI (Alcamo 20/6/1959) – vescovo della Diocesi di Acireale, nominato il 21/7/2011 da papa Benedetto XVI; dal 1998 è docente stabile di Dogmatica e storia della Spiritualità presso la Facoltà di Teologia di Sicilia; è stato preside della Facoltà di Teologia di Sicilia dal 2002 al 2009. E' autore di numerosi studi di carattere religioso e filosofico, ha pubblicato i risultati delle sue ricerche in articoli, volumi e recensioni. Ha pubblicato studi su Pico della Mirandola, Teresa Lisieux, Pina Suriano, Giacomo Cusmano, Cataldo Naro e Gesualdo Bufalino.
Mons.Raspanti ha anche curato la realizzazione del progetto dell'Ecomuseo del cielo e della terra, nel quale sono coinvolti la diocesi di Acireale, il comune di Randazzo, il Gruppo di Azione Locale Terre dell'Etna e dell'Alcantara, l'Ente Parco Fluviale dell'Alcantara, l'Associazione culturale Cento Campanili e la Fondazione Regina Margherita. MARCO RASPANTI (Roma 6/3/1989), sceneggiatore. Laurea in DAMS (indirizzo cinema e arti della visione) all’Università Roma Tre, e corso di sceneggiatura biennale  presso la Scuola d’Arte Cinematografica “Gian Maria Volontè”, ha al suo attivo la sceneggiatura del lungometraggio “Anime molto morte” e del cortometraggio “Uno, uno due” prodotto nel 2015 dalla Ascent Film; ha fondato  Grams, un collettivo di giovanissimi sceneggiatori con i quali ha realizzato “Baby”, serie televisiva prodotto da Netflix  e diretta da Andrea De Sica e Anna Negri, che alla prima stagione del 2018 ha fatto seguire altra stagione nel novembre 2019 e ha programmato la terza ed ultima stagione per il novembre del 2020. Le storie di “Baby” sono ispirate allo scandalo delle baby squillo dei Parioli.

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