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Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi Sapienza, Lauria, Priolo e Tempio

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. "Nomen omen", locuzione latina che significa "un nome, un destino" o "il destino nel nome": per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto "I cognomi come brand", il "marchio" che ti accompagna, l'insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito

L'origine dei cognomi Sapienza, Lauria, Priolo, Tempio, di Francesco Miranda

Sapienza

(come Goliarda Sapienza, attrice teatrale e cinematografica, scrittrice)
Deriva dal nome medioevale “Sapienza” che con il cristianesimo ha assunto valore religioso; è una virtù compresa, infatti, fra i sette doni dello Spirito Santo (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Temperanza). La sapienza viene descritta come capacità di vedere ogni cosa alla luce di Dio, così da saper distinguere il vero dal falso e il bene dal male: si tratta quindi della cognominizzazione di nomi personali dei capostipiti. Sapienza è un cognome tipico siciliano, ha presenze rilevanti nel potentino, in Puglia e in Campania, è diffuso in circa 330 comuni di quasi tutte le regioni italiane; oltre che in Sicilia, Basilicata e Puglia, si trova in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, in particolare nel Catanese (Catania, Mascalucia, Tremestieri Etneo, Misterbianco, Gravina di Catania, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Acireale, Viagrande, Pedara, Paternò, Aci Sant’Antonio, Giarre, Belpasso, Zafferana, Santa Venerina, Trecastagni, Aci Castello, Biancavilla, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Montelepre, Ventimiglia di Sicilia, Collesano, Terrasini, Casteldaccia, Carini, San Giuseppe Jato, Monreale, Capaci, Giardinello, Montemaggiore Belsito, Campofelice di Roccella, ecc.), nel Messinese (Messina, Torrenova, Capo d'Orlando, Spadafora, Gaggi, Naso, Brolo, Lipari, Milazzo, Capri Leone, Tortorici, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Augusta, Lentini, ecc.), nel Ragusano (Pozzallo, Ragusa, Vittoria, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. Di questa famiglia vengono ricordati: uno Scipione, che fu giudice della Gran Corte del Regno negli anni 1663/64/65; un Vito, che fu giudice della regia udienza di Messina nel 1685, giudice pretoriano di Palermo nel 1689, giudice del Concistoro nel 1704 e giudice della Gran Corte nel 1707; un Vincenzo, da Palermo, che nel 1747 ottenne il titolo di barone della Rocca (cfr. Nobiliario di Sicilia). Ottavio Sapienza, sacerdote catanese di vasta erudizione. Catturato dai turchi nel 1604, fu condotto a Costantinopoli dove visse per lungo tempo. Scrisse nel 1612 un trattato sulla Turchia. Nel 1628 fu derubato ed ucciso da un ragazzo che lui aveva allevato ed educato come un figlio. Goliarda Sapienza (Catania 10/5/1924-Gaeta 30/8/1996), una delle maggiori scrittrici contemporanee. Nata nel quartiere San Berillo, da famiglia socialista rivoluzionaria, lì rimane fino a 16 anni quando si trasferisce a Roma dove studia all’Accademia d’Arte Drammatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta recita come attrice di teatro e cinema lavorando con Alessandro Blasetti, Comencini, Luchino Visconti (una piccola parte in "Senso"), Citto Maselli. Poi lascia la carriera di attrice e si dedica alla scrittura; al suo primo romanzo "Lettera aperta" (1967) seguono, ‘Il filo di mezzogiorno’(1969), "L’università di Rebibbia" (1983), "La certezza del dubbio" (1981). Dopo la sua morte vengono pubblicati: "L’arte della gioia" (Stampa Alternativa, 1998, Einaudi, 2008-2009), tradotto in nove lingue, compreso il coreano; fra i racconti, "Il destino coatto" (2002), "Io, Jean Gabin" (2010), "Destino coatto" (Einaudi, 2010), "Il vizio di  parlare a me stessa" (Einaudi 2011), "La mia parte di gioia" (2013). Negli ultimi anni della sua vita fu docente di recitazione presso il Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Giuseppe Sapienza (Catania 17/3/1884-Palermo 31/12/1947), avvocato, sindacalista, politico. Padre dell’attrice e scrittrice Goliarda Sapienza. Fu deputato all’Assemblea costituente e dirigente della Camera del lavoro di Catania; "avvocato dei poveri", aderente al Partito Socialista Italiano, partecipò all’organizzazione della fuga di Giuseppe Saragat e Sandro Pertini dal carcere Regina Coeli di Roma (24 maggio 1944). È stato deputato del Parlamento Siciliano nella prima legislatura e assessore alla Pubblica istruzione. Orazio Sapienza (Catania 9/7/1935-5/5/2006), sindacalista della Cisl e politico. Fu deputato della Repubblica Italiana per due legislature (X e XI), gruppo Democrazia cristiana; negli anni ’90 fu sindaco di Sant’Agata Li Battiati. Pietro Sapienza (Isnello 9/5/1912-19/6/1971), direttore didattico, politico. Fu deputato regionale nella prima legislatura e assessore supplente. Aderì al gruppo Blocco liberale democratico qualunquista.

Lauria

(come Matilde Lauria, atleta olimpionica sordocieca)
Cognome diffuso in più di 550 comuni di quasi tutte le regioni italiane, nel centro sud (Sicilia, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Lazio), ma anche al nord (Lombardia, Toscana, Piemonte, Liguria, ecc.). In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare nell’Agrigentino (Licata, Ravanusa, Palma di Montechiaro, Canicattì, Naro, Agrigento, ecc.), nel Catanese (Palagonia, Catania, Raddusa, Paternò, Mineo, Grammichele, Caltagirone, Licodia Eubea, Vizzini, Valverde, Gravina di Catania, Misterbianco, Belpasso, Acireale, Mirabella Imbaccari, San Cono, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Carini, Bagheria, Villalba, Pollina, Isola delle Femmine, Villafrati, ecc.), nel Messinese (Messina, San Piero Patti, Lipari, Santa Marina Salina, Rodi Milici, Scaletta Zanclea, ecc.), nel Nisseno (Caltanissetta, Riesi, Sommatino, San Cataldo, ecc.), nell’Ennese (Valguarnera Caropepe, Enna, Aidone, Piazza Armerina, Regalbuto, ecc.). Il cognome dovrebbe derivare dal toponimo Lauria, comune in provincia di Potenza, termine nato dalla contrazione delle parole latine "laurus" (lauro) e "iriae" (iride), ma, secondo altri, derivato dal contenitore per l'olio posto sotto il torchio che i bizantini chiamavano "laurion". Lauria era detto anche un complesso di celle, costruito attorno ad una chiesa, dove vivevano i frati cenobiti.

Riferimenti storici e personaggi. I Lauria o Loria furono una famiglia nobile di origine spagnola, resa illustre da Ruggiero di Lauria (Lauria 1250-Cocentaina, Spagna 1305), ammiraglio di Aragona e di Sicilia che sconfisse Carlo d'Angiò nel 1284; ebbe il titolo di barone e possedette le terre di Palagonia, Castiglione, Motta Camastra, Ficarra, ecc. Michele Lauria (Enna 9/11/1942), laurea in filosofia, politico e scrittore. E' stato sindaco di Enna negli anni dal 1979 al 1987, senatore della Repubblica Italiana per cinque legislature (dalla X alla XIV, prima nella Dc, poi nel Ppi, infine nella Margherita) e sottosegretario di Stato per le Telecomunicazioni in quattro governi di centrosinistra (Prodi, D’Alema I, D’Alema II, Amato II); questore del Senato dal 2003 al 2005. Studioso di problemi sociali ed esoterismo, ha pubblicato il saggio "Odissea dello spirito", 1999; "L’amante assente", 2001: "Telekom Serbia. Pupi e pupari", 2004; "Un piccolo Dio", 2013. Mario Lauria (Napoli 1903/1991), storico del diritto, docente universitario dal 1934: ha insegnato diritto romano nell’università di Napoli. Fondò nel 1955, con Francesco De Martino e Antonio Guarino, la rivista Labeo che gli sopravvisse fino al 2004. Le sue pubblicazioni: "Matrimonio-Dote", 1936; "La dote romana", 1938; "Possessiones. Età repubblicana", 1953; "Jus. Visioni romane e moderne", 1956. Emanuele Lauria (Palermo 1970), giornalista professionista. E' stato cronista parlamentare al Giornale di Sicilia e, attualmente, scrive di politica ed economia nella redazione di Palermo de La Repubblica. Ha firmato decine di inchieste sui costi della politica e sugli sprechi della pubblica amministrazione; con Enrico Del Mercato ha scritto "La zavorra. Sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia", 2010. Matilde Lauria (Napoli, 55 anni), atleta olimpionica, judoka sordocieca seguita dalla Sede territoriale di Napoli della Lega del Filo d’Oro. Alle paralimpiadi di Tokio 2020 si è classificata settima nella categoria 70 chili arrivando da 19^ del ranking, la seconda nella categoria B1. E' l’unica atleta sordocieca ad aver gareggiato nel judo alle Paralimpiadi senza poter usufruire dell’apparecchio acustico durante i combattimenti. Matilde, che è tesserata all’Asd Noived di Napoli e iscritta alla Fispic (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi), frequenta la Lega del Filo d’Oro e oltre ad essere impegnata in tante discipline sportive, aiuta i ragazzi con disabilità.

Priolo

(come Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania)
Il cognome Priolo ha tre ceppi d’origine: calabro, siciliano, veneto. I primi due dovrebbero derivare dal termine dialettale "priolu" (o priuri o priuli) che indicava o la discendenza dalla famiglia di un priore o da una posizione di rilievo di un capostipite (primo giurato della città medievale). Il ceppo veneto dovrebbe derivare da una forma contratta di un ipocoristico del nome "Petrus" (Petriolus, per contrazione Priolus, Priolo). Attualmente il cognome è attestato soprattutto in Sicilia, Calabria, Piemonte ma numerosi nuclei familiari sono presenti anche in Lombardia, Lazio, Liguria, Veneto, Molise, Toscana, Emilia-Romagna. Il Sicilia è diffuso nel Palermitano (Palermo, Ciminna, Caccamo, Misilmeri, Monreale, Casteldaccia, San Fratello, Roccapalumba, Villabate, ecc.), nel Catanese (Catania, Randazzo, Giarre, Gravina di Catania, Riposto, Misterbianco, Palagonia, Raddusa, Piedimonte Etneo, Ramacca, San Giovanni La Punta, Mascali, Aci Castello, ecc.), nell’Agrigentino (Favara, Palma di Montechiaro, Naro, Licata, Agrigento, Calamonaci, Caltabellotta, ecc.), nel Messinese (Messina, Giardini Naxos, Barcellona Pozzo di Gotto, Acquedolci, Capri Leone, ecc.), nel Trapanese (Castelvetrano, Trapani, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Avola, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. Il ceppo veneto dei Priolo è confermato dalla presenza in quella regione di un Lorenzo Priuli (1489/1559), LXXXII doge di Venezia dal giugno 1556 all’agosto 1559, e da un Gerolamo Priuli (1486/1567), LXXXIII doge di Venezia dal settembre 1559 al novembre 1567). Entrambi sono sepolti nella chiesa di san Domenico della città lagunare. Francesco Priolo (Catania 25/11/1961), docente e accademico, rettore dell’Università di Catania, eletto il 26/8/2019 per il sessennio 2019/2025. Dal 2001 è professore ordinario di Fisica della Materia e insegna Struttura della Materia al Dipartimento di Fisica e Astronomia "Ettore Maiorana". Nel febbraio 2004 è stato fondatore e primo direttore del Centro di Ricerca Matis, confluito nel Cnr come unità dell’Istituto di Microelettronica e Microsistemi. Ha coordinato il progetto che ha portato alla fondazione del centro di ricerche dell’Ateneo Brit (Bio-and nanotechnology Research and Innovation Tower, è stato per sei anni (2013/2019) presidente della Scuola Superiore di Catania per la formazione di eccellenza, è stato direttore del Dipartimento di Fisica e Astronomia "Ettore Maiorana". E' stato presidente della European materials research society (Strasburgo), Fellow della European Academy of Sciences, presidente del Distretto tecnologico Sicilia Micro e Nanosistemi e componente dei Comitati di selezione dello European Researc Council. Antonio Priolo (Reggio Calabria 8/12/1891-4/8/1978), patriota e politico, primo sindaco di Reggio Calabria dopo la liberazione dal fascismo. Eletto deputato del Regno per il Psi nella XXVII Legislatura (1924/1929), per la sua opposizione al fascismo e per aver partecipato alla secessione aventiniana, venne dichiarato decaduto dal mandato nel 1926: fu arrestato e dovette ritirarsi dalla vita politica. Dopo la Liberazione, nel 1945, fece parte della Consulta nazionale e fu sottosegretario ai trasporti nel primo governo De Gasperi; fu senatore di diritto e questore del Senato dal 1948 al 1953.

Tempio

(come Domenico Tempio, scrittore siciliano del settecento).
Il cognome Tempio è molto raro in Italia; è diffuso in circa 30 comuni, in prevalenza siciliani. Piccoli ceppi si trovano nel Lazio, Campania, Lombardia, Piemonte, Abruzzo, Puglia. In Sicilia è presente in quasi tutte le province, in particolare nel Catanese (Sant'Agata Li Battiati, Catania, Caltagirone, Aci Sant’Antonio, Belpasso, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Corleone, Partinico), nell'Agrigentino (San Giovanni Gemini, Agrigento, ecc.) nel Siracusano (Augusta, Siracusa); nell'Ennese (Villarosa, Leonforte, Regalbuto), nel Ragusano (Ispica). Il cognome potrebbe derivare o dal toponimo Tempio Pausania, capoluogo con Olbia della provincia Olbia-Tempio in Sardegna, o dal vocabolo latino templum (= recinto consacrato), proveniente da una radice affine al greco “témenos”, edificio sacro, luogo consacrato al culto di una divinità e concepito per lo più come dimora, permanente o temporanea, della divinità stessa, che vi può essere rappresentata da un'immagine.

Riferimenti storici e personaggi. La famiglia Tempio è originaria di Querceto, presso Catelfiorentino. Fra i personaggi appartenenti a questa famiglia si ricordano un Ser Benedetto di Tempio, notaro della Signoria nel 1357, ambasciatore a Gubbio nel 1349 e a Pistoia nel 1350, un Gianfrancesco Antonio, domenicano, famoso professore di lingue orientali, un Luigi, senatore nel 1698, e altri. La famiglia si spense nel 1770 con un Benedetto Tempio. Domenico (Micio) Tempio (Catania 22/8/1750-4/2/1821) fu uno dei maggiori poeti siciliani del suo tempo; scrisse opere poetiche satiriche e licenziose, quasi tutte in siciliano. E' considerato il maggiore poeta riformatore siciliano; fu conosciuto e apprezzato dai contemporanei e presto dimenticato. Per tutto il secolo XIX fu censurato e bollato come poeta pornografico, considerando solo quella parte dei suoi componimenti satirica e licenziosa. Dopo la seconda guerra mondiale è stata rivalutata la sua opera ed oggi è considerato il poeta libero che usa tutti i suoi mezzi per smascherare le falsità e gli inganni della società. Domenico Tempio (Catania 16/10/1936), giornalista professionista, vicedirettore del quotidiano catanese La Sicilia, editorialista.  Laureato in scienze politiche, ha lavorato inizialmente al Corriere della Sera e a L’Espresso Sera. E' considerato il pioniere del giornalismo televisivo siciliano: nel 1976 è stato il primo direttore di Telecolor, prima testata giornalistica televisiva in Sicilia; nel 1979 è stato il primo direttore del notiziario di Antenna Sicilia. E' stato anche arbitro di calcio e ha diretto gare fino alla serie B.

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