L'origine dei cognomi Piparo, La Masa, Guarnotta, Pappalardo
L'origine dei cognomi Piparo, La Masa, Guarnotta, Pappalardo
PIPARO
(come Salvo Piparo, attore e cuntastorie e Massimo romeo Piparo, regista)
Piparo è un cognome siciliano derivato da soprannome, rara variante di Pepe, nome comune di pianta (fitònimo); Pepe ha molte altre varianti: Pepi, Pepoli, Peverelli, Pipari, Piparo, Pipero, Pìpini, ecc. e deriva dal greco “péperi” o “piperi” e dal latino pĭpĕr-pĭpĕris = pepe, la pianta da cui si ricava la nota spezia commestibile (M. Francipane). È un cognome diffuso soprattutto in Sicilia, in particolare nell’agrigentino (Agrigento, Aragona, Raffadali, ecc.), nel messinese (Capri Leone, Messina, San Teodoro, ecc.), nel nisseno (Mussomeli, Campofranco, Vallelunga Pratameno), nell’ennese (Leonforte, Calascibetta, Enna); con piccoli nuclei è presente in alcune altre regioni italiane, Lombardia, Toscana, Calabria, Sardegna, Piemonte, ecc.
Riferimenti storici e personaggi. Tracce di questo cognome sono presenti fra il 1315 e il 1640 a Marsala con un Piparo Clemens, sergens maior. SALVO PIPARO, attore palermitano di nascita ma per metà catanese da parte del padre. Cuntastorie, studioso e ricercatore delle tradizioni siciliane, delle curiosità, degli aneddoti e della storia; “cunta” con l’antica tecnica dei cunti la storia di Palermo e dei suoi pupiddi, le tradizioni siciliane; ha calcato numerosi palcoscenici dando voce a lavori sulla tradizione siciliana, ha collaborato con Salvo Licata (1937/2000), giornalista, autore di testi teatrali, regista, poeta. Nel 2013 presso il Parco Archeologico di Selinunte, ha ricevuto il premio “Pino Veneziano” come miglior “cuntista” per l’opera “Pallonate”, sua produzione teatrale con testo e regia di Ficarra e Picone, portato sulle scene con la collaborazione di Costanza Licata (figlia di Salvo Licata, voce) e Rosemary Enea (pianoforte). MASSIMO ROMEO PIPARO, regista messinese, autore e produttore di grandissimi successi teatrali e televisivi degli ultimi anni; ha portato il musical italiano al centro della scena internazionale. È stato l’artefice di grandi successi come le due memorabili edizioni di Jesus Christ Superstar, Evita, La Febbre del sabato sera, Sette spose per sette fratelli, e, nel 2019, la versione italiana del musical “School of Rock”, con un cast di giovanissimi musicisti. Già direttore artistico del Teatro Nazionale di Milano, del Teatro Greco di Tindari e del Teatro Stabile di Messina, dal luglio del 2013 è direttore artistico del Teatro Sistina di Roma.
LA MASA
(come Giuseppe La Masa, patriota, politico, militare italiano)
Masa deriva dal termine spagnolo “masa”, che significa impasto, pasta, che in latino è “massa”, in greco “mâza”, in francese “mase”. Masa significa anche podere, stanza, casa di campagna, fattoria (vedi etimo.it). Da mase, francese, il cognome “Du -mas” e, da masa-massa i nomi locali Massa Carrara, Massa Lombarda, Massa di Sorrento, ecc. La Masa è cognome raro, è attestato in una ventina di comuni del Lazio (Roma), del Piemonte (provincia di Verbania-Cusio-Ossola e nel biellese), della Liguria (nel savonese), della Sicilia: nell’ennese (Enna, Assoro), nel messinese (Messina, Fondachelli Fantina, Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Milazzo, ecc.), nel siracusano (Francofonte), nel trapanese (Mazara del Vallo).
Riferimenti storici e personaggi. GIUSEPPE LA MASA (Trabia 30/11/1819 – Roma 29/3/1881), - patriota, politico, militare italiano. Sin dal 1848 fu fra i fautori della rivoluzione siciliana; il 12 gennaio accorse in piazza Fiera Vecchia (oggi piazza Rivoluzione) per incitare i cittadini all’insurrezione. Fu Capo di Stato Maggiore dell’esercito siciliano; al ritorno dei Borboni andò in esilio a Firenze, prese parte alla prima Guerra d’Indipendenza in Lombardia, a capo di un corpo di volontari inviato dal governo della Sicilia. Fu amico di Crispi e, durante il periodo della Restaurazione, tenne i contatti con i circoli liberali per studiare nuovi piani di sommosse e rivoluzioni. Nella spedizione dei “Mille” fu fra i primi ad aderire ed ebbe il comando della IV Compagnia. Con l’Unità d’Italia entrò nell’esercito regolare ed ebbe il grado di Maggiore Generale. Fu deputato al Parlamento Nazionale per tre legislature, come rappresentante della sinistra liberale. Giornalista e letterato, lasciò numerose opere storiche risorgimentali. Un monumento del Civiletti a villa Garibaldi a Palermo ed una lapide a San Domenico ricordano la vita e le gesta di La Masa; la via Giuseppe La Masa va da via Mariano Stabile alla via Collegio di Maria al Borgo.
GUARNOTTA
(come Leonardo Guarnotta, magistrato, già giudice istruttore del pool antimafia)
Il cognome Guarnotta dovrebbe derivare da una modificazione del nome medioevale Guarino, nome proprio di origine germanica, Warin, molto utilizzato dai Longobardi; la radice etimologica di questa parola significa “difensore, protettore”. Si tratta di un cognome raro, presente soprattutto in Sicilia, nel trapanese (Trapani, Erice, Mazara del Vallo, Campobello di Mazara), nel palermitano (Palermo, Terrasini, Isola delle Femmine), nel catanese (Aci Sant’Antonio, Acireale, Riposto), nell’agrigentino (Campobello di Licata), nel messinese (Patti); alcune famiglie Guarnotta sono presenti anche in Toscana, Piemonte, Liguria, Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia).
Riferimenti storici e personaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Genova nel 1600 con il padre Ignazio Guarnotto di Gesù Maria, vice-ministro delle Scuole Pie di Genova. LEONARDO GUARNOTTA (Palermo 12/2/1940), magistrato, già giudice istruttore del Pool antimafia insieme ad Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Leo. Entrato in magistratura nel 1965, è andato in pensione nel 2015. Nei suoi cinquant’anni di carriera ha ricoperto anche la carica di presidente della Seconda Sezione Penale e della Quarta Sezione di Corte d’Assise di Palermo ed è stato presidente del Tribunale di Termini Imerese e del Tribunale di Palermo. Ha presieduto, fra l’altro il collegio che ha condannato a nove anni, per concorso in associazione mafiosa, il senatore del PDL Marcello Dell’Utri. (Nel 2014 condannato in via definitiva in Cassazione a sette anni di carcere). Guarnotta, che è autore del testo “C’era una volta il pool antimafia” - Ed. Zolfo, 2020, è attualmente segretario generale della Fondazione Falcone. PIETRO GUARNOTTA (Giarre Riposto 29/3/1957), poeta, docente, giornalista, saggista e studioso del sacro. Ha studiato lingua, letteratura e civiltà inglese e francese presso l’Università degli Studi di Catania; dal 2005 si dedica agli studi biblici e catechetici. Ha pubblicato libri di poesia, narrativa, saggistica, giornalismo e teatro: fra le sue opere più recenti ricordiamo, “Il Vangelo secondo lo Spirito Santo” (2014), “La fantasia e il fantastico” (2014, “Il libro dell’Alleanza” (2018), “Tutto su tutti” (2019).
PAPPALARDO
(come Salvatore Pappalardo, già vescovo metropolita di Palermo e cardinale)
Pappalardo deriva probabilmente da soprannome medioevale, scherzoso o ironico, generato o da golosità o dall’abitudine del capostipite di non rispettare il digiuno imposto dalle regole religiose; è composto da “pappa”, deverbale di “pappare” (mangiare), e da sostantivo (lardo). Il cognome è diffuso in tutt’Italia con nuclei più importanti nella Sicilia orientale e nella Campania (napoletano e salernitano) e nuclei meno consistenti in Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Puglia, ecc. In Sicilia è diffuso soprattutto nel catanese (50 comuni fra cui Catania, Acireale, Pedara, Paternò, Belpasso, Biancavilla, Aci Catena, Zafferana, Santa Maria di Licodia, Misterbianco, Mascalucia, Trecastagni, ecc.), nel messinese (Messina, Pettineo, Capizzi, Taormina, Giardini Naxos, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Letojanni, ecc.), nel siracusano (Floridia, Siracusa, Augusta, Lentini, Francofonte, ecc.), nell’ennese (Gagliano Castelferrato, Catenanuova, Agira, ecc.), nel palermitano (Palermo, Castelbuono, Santa Flavia, Carini, Villabate, Balestrate, Terrasini, ecc.)
Riferimenti storici e personaggi – tracce di questa cognominizzazione sono state rinvenute nel 1060 a Cava dei Tirreni con un “Marius qui dictus est Pappalardo”; nei primi anni del 1500, sempre a Cava dei Tirreni, con un sindaco Juliano Pappalardo, e a Pedara (CT), con un barone Don Diego Pappalardo (1636/1710).
ADRIANO PAPPALARDO (Copertino 25/3/1945), cantante e attore italiano; possiede una voce singolare, roca e potente. Grande amico di Lucio Battisti, ha inciso molti suoi dischi per la casa discografica di quel cantante, la Numero Uno. Ha lavorato per il cinema e in diversi film televisivi. Dopo tanti anni di silenzio discografico è ritornato con il singolo “Nessun consiglio” presentato al Festival di Sanremo. La sua ultima apparizione in TV è del 2011 nella trasmissione “I raccomandati” presentata da Carlo Conti. Oggi, a 75 anni non è presente in TV come nel passato, ma è sempre ospite nelle feste o in qualche comparsa televisiva.
SALVATORE PAPPALARDO (Villafranca Sicula 23/9/1918 – Palermo 10/12/2006) – nominato da papa Paolo VI arcivescovo metropolita di Palermo nel 1970 e, nel 1973, cardinale. E’ stato presidente della Conferenza Episcopale Siciliana e vicepresidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana); ha partecipato a due conclavi, per l’elezione del papa Giovanni Paolo I e del papa Giovanni Paolo II. Viene ricordato, fra l’altro, per l’omelia al funerale di Carlo Alberto Dalla Chiesa, quando pronunciò la frase di Tito Livio “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata)”, duro atto d’accusa contro lo Stato nel periodo degli omicidi eccellenti. SALVATORE PAPPALARDO (Nicolosi 18/3/1945). Arcivescovo di Siracusa, nominato dal papa Benedetto XVI nel 2008; nel giugno 2009 il papa gli ha concesso personalmente il pallio, segno distintivo degli arcivescovi metropoliti. Era stato vescovo di Nicosia (EN) dal 1998 al 2008. In seno alla Conferenza Episcopale Siciliana, è stato vescovo delegato per la liturgia e anche membro della Commissione Episcopale della liturgia per la Conferenza Episcopale Italiana. In seguito alle sue dimissioni per raggiunti limiti di età, dal 24/7/2020 è diventato arcivescovo emerito di Siracusa.