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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi Munafò, Muscarà, Franchina, Angelini

L'origine dei cognomi Munafò, Muscarà, Franchina, Angelini, di Francesco Miranda

Munafò

(come Sergio Munafò, chitarrista e compositore jazz)
Munafò dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del termine greco “monachos” corrispondente all’italiano “monaco” (Rolfs). Il cognome è molto diffuso nel messinese (Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Terme Vigliatore, Rodi Milici, Furnari, Milazzo, Falcone, Fondachelli Fantina, Lipari, Villafranca Tirrena, Mazzarrà Sant’Andrea, Novara di Sicilia, San Filippo del Mela, Spadafora, ecc.), noto nel catanese (Catania, Paternò, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Palagonia, Grammichele, Ramacca, Sant’Agata Li Battiati, Aci Castello, Belpasso, ecc.), nel siracusano (Avola, Siracusa, Pachino, Lentini, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria, Alimena, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Agrigento), nel trapanese (Trapani); è attestato, inoltre, in Lombardia, Calabria, Piemonte, Liguria, Toscana, Veneto, Lazio, Toscana, Puglia, Emilia-Romagna, Marche, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Munafò è antica e notabile famiglia originaria della zona messinese, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse altre regioni del sud. Il cognome Munafò è ricordato in testi, atti notarili e contratti di vendita di terreni e case fin dai tempi più remoti, dai quali appare che si tratta di famiglie di condizioni agiate e nobili. Anna Munafò (Milazzo 4/4/1986), ex tronista di “Uomini e Donne”, trasmissione condotta da Maria De Filippi su Canale 5. A 19 anni, nel 2005, Anna aveva partecipato a Miss Italia, classificandosi seconda e vincendo la fascia di Miss Miluna. Dopo il concorso di bellezza si era trasferita a Roma dove aveva iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo: aveva condotto lo Zecchino d’oro insieme a Pippo Baudo e aveva preso parte alla fiction RIS Delitti Imperfetti; sul settimanale Top commentava i look di star nazionali e mondiali. Sposatasi nel 2019, da qualche anno ha lasciato il mondo dello spettacolo. Sergio Munafò (Palermo 11/5/1963), chitarrista e compositore. Laurea di primo livello in musica jazz nel Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo, insegna chitarra jazz presso il Conservatorio Bellini di Palermo e presso la scuola di musica “Cast” di Palermo. Ha suonato più volte con il grande chitarrista jazz Franco Cerri e in trio e in quartetto con i chitarristi Gigi Cifarelli, Sandro Gibellini, Eddy Palermo. Da circa 15 anni fa parte dell’Orchestra Jazz Siciliana ed ha effettuato concerti in teatri di tutto il mondo con musicisti di fama mondiale. Marco Munafò (23/1/1972), psicologo britannico, professore di Psicologia Biologica presso la School of Exsperimental Psycology dell’Università di Bristol. È caporedattore della rivista “Nicotina & Tobacco Research” di Bristol. La sua ricerca si concentra, fra le altre cose, sulla salute e sugli effetti psicologici del consumo di tabacco e alcool. Tony Munafò (Paterson USA 5/10/1945-18/12/2014), attore e coproduttore statunitense: nei suoi 12 anni di carriera ha recitato, fra l’altro, in film come Rambo2, La Vendetta, Rocky II e Rock IV.

Muscarà

(come Sara Muscarà Zappulla, filologa, critica letteraria, scrittrice, accademica)
Il cognome Muscarà (Muscara) deriva da soprannome basato sul termine grecanico “muscaràs”, che significa “allevatore di vitelli”: probabilmente riferito all’attività del capostipite. Altra ipotesi lo vorrebbe originato dal termine arabo m’sarràh”, uguale a “gioia, contentezza”; o da soprannome basato sul termine dialettale siciliano “muschera” (moscarola), mobiletto usato per tenere generi alimentari aerati e insieme al riparo dalle mosche (vedi Voc. Sicil. Piccitto “),  
Muscarà è un cognome siciliano, del messinese (Messina, Patti, Sant’Angelo di Brolo, Capo d’Orlando, Librizzi, Ficarra, Brolo, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Gioiosa Marea, Rometta, Fondachelli Fantina, Lipari, Piraino, ecc.), del catanese (Catania, Aci Castello, Caltagirone, Gravina di Catania, Mascalucia, Mascali, Scordia, Zafferana Etnea, Acireale, ecc.), del siracusano (Noto, Lentini, Siracusa); è noto anche nel palermitano (Gangi, Termini Imerese), nell’agrigentino (Naro, Favara, Agrigento), nell’ennese (Piazza Armerina, Aidone). Fuori dell’isola famiglie Muscarà sono censite in Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto.

Riferimenti storici e personaggi. Un Andrea Muscarà fu giudice della Gran Corte del Regno negli anni 1654/2657 e 1663; governatore della Tavola di Palermo nel 1711 e del Monte di Pietà nel 1713; un Pietro Muscarà fu senatore di Palermo nel 1688/89 e consigliere della nobile compagnia dei Bianchi della stessa città negli anni 1686/1690/1691. A Librizzi (Messina) viene ricordato Don Andrea Muscarà, uno dei più celebri avvocati, esperto “dell’uno e dell’altro diritto” (civile ed ecclesiastico); fu insignito di molte onorificenze, assessore della grande curia arcivescovile di Palermo e più volte della gran curia regia; fu giudice del concistoro della regia coscienza e incorruttibile avvocato del fisco. Morì a Palermo l’11 novembre 1666. Sara Muscarà Zappulla (Acireale 18/10/1943), filologa, critica letteraria, scrittrice, accademica. Già ordinaria di Letteratura Italiana all’Università di Catania, si occupa di narrativa, teatro e cinema fra Otto e Novecento e di edizione di testi e carteggi inediti. È presidente del Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, fa parte dei Comitati Nazionali per l’edizione critica delle opere di Luigi Capuana e Federico De Roberto, del Comitato scientifico della Fondazione Verga, del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani, della Fondazione Bonaviri, del Consiglio Direttivo della Società di Storia Patria di Catania. Nel 1982 ha fondato, insieme al marito Enzo Zappulla e agli eredi dei maggiori protagonisti della cultura isolana, l’Istituto di Storia dello Spettacolo Siciliano, con sede a Catania e di cui è presidente, al fine di recuperare, custodire e promuovere il patrimonio documentario della letteratura e dello spettacolo siciliani. Nel 2007 le è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. Luca Muscarà (Venezia 4/11/1961), dottore di ricerca in Geografia Politica all’Università di Trieste, professore associato confermato di Geografia Politica all’Università del Molise dal 2002; visiting professor all’Università della California, ha insegnato anche alla Sapienza Università di Roma e della Luiss. Negli anni Novanta ha cofondato ed è stato editor di Sistema Terra, rivista internazionale di telerilevamento. I suoi interessi scientifici comprendono la storia del pensiero geografico (Otto e Novecento), la geografia politica e urbana, la geopolitica, le politiche per l’ambiente, l’innovazione tecnologica in geografia. Iscritto all’ordine dei giornalisti dal 1986, ha tradotto sei volumi dall’inglese e dal francese. Marinella Muscarà (Noto 19/5/1965), professore associato di Didattica e Pedagogia speciale. Insegna Didattica generale, Educazione interculturale e Didattica delle lingue nella Facoltà di Studi classici, linguistici e della Formazione dell’Università di Enna “Kore”, in cui presiede il corso di laurea triennale in Lingue e culture moderne.

Franchina

(come Nino Franchina, scultore e disegnatore)
Alla base del cognome Franchina, e di tutte le numerose varianti, c’è il nome di origine germanica Franco, che risale come etimo lontano all’aggettivo germanico “franka” (da cui in nome Frank), che traduce i termini “coraggioso, ardito, libero”. Franco, Franchina, Franchetti, Di Franco, ecc. segnano una duplice condizione: la prima di carattere etnico, che determina l’appartenenza al popolo dei Franchi; la seconda di carattere politico-sociale, che determina la condizione di “liberi”, “detentori di tutti i diritti”, che era solo dei Franchi nelle zone da essi dominate. Franchina è cognome ampiamente diffuso nel messinese (Galati Mamertino, San Salvatore di Fitalia, Tortorici, Messina, Castell’Umberto, Capo d’Orlando, Sinagra, Capri Leone, Torrenova, Naso, Sant’Agata Militello, Barcellona Pozzo di Gotto, Mirto, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, Rodi Milici, Acquedolci, Milazzo, ecc.), ma è noto anche nel catanese (Paternò, Catania, Bronte, Acireale, Santa Maria di Licodia, Aci Catena, San Gregorio di Catania, Aci Castello, ecc.), nel palermitano (Palermo, Montemaggiore Belsito, Alia, Termini Imerese, Piana degli Albanesi, ecc.), nel siracusano (Priolo Gargallo, Siracusa, Palazzolo Acreide), nel trapanese (Castelvetrano, Mazara del Vallo). Famiglie Franchina, sono attestate, inoltre, in Lombardia, Piemonte, Lazio e in altre regioni italiane

Riferimenti storici e personaggi. L’origine del cognome Franco è antica e risale al 1066; allora a Capua era. Censita una famiglia Franco i cui membri si trasferirono poi in Irpinia e nel beneventano; qui nel 1550 un Nicolò Franco venne imprigionato dall’inquisizione per aver scritto versi satirici contro papa Antonio Ghisleri (Pio V). Alcuni scritti del 1600 nel bergamasco citano delle famiglie Franchino e Franchina. Nino (Antonio Franchina) (Palmanova, Friuli 25/6/1912 – Roma 20/4/1987), scultore e disegnatore. Nato da genitori siciliani di Sant’Agata Militello, l’artista cresce a Palermo dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e si diploma in scultura; la sua attività artistica inizia a Palermo dove nel 1934 entra a far parte del “Gruppo dei Quattro” (Giovanni Barbera, Renato Guttuso, Franchina, Pasqualino Noto) e insieme espongono le loro opere alla Galleria del Milione di Milano. Si trasferisce a Roma, si sposa e, nella capitale, nel 1947, aderisce al “Fronte nuovo delle Arti” ed espone alla Galleria della Spiga a Milano e, per la prima volta, alla Biennale di Venezia (a cui parteciperà ancora negli anni ’50, nel 1966 e 1968, nel 1972, 1978, 1988). Gli anni ’50, vissuti fra l’Italia e Parigi, lo consacrano all’astrattismo che culmina con la vittoria, nel 1957, del concorso per il monumento a Paisiello a Taranto, opera che non sarà mai realizzata. Esegue opere a Spoleto, Losanna, Gibellina e altre sedi. Le sue opere sono conservate nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna i Palermo e di Roma e presso alcune delle più rilevanti collezioni private. Giuseppe Franchina (Galati Mamertino 27/10/1949), docente di materie letterarie, politico, deputato all’ARS nella XIII legislatura, eletto nella lista “La Margherita di Rutelli” e iscritto al Gruppo “Movimento per l’Autonomia”. Gaetano Franchina (Tortorici 25/2/1908), avvocato, politico, deputato all’ARS dalla prima alla sesta legislatura, dirigente del PSI; fu consigliere comunale e sindaco di Tortorici negli anni dal 1952 al 1960 e dal 1965 al 1968. 

Angelini

(come Aurelio Angelini, saggista e docente di Angelini deriva, tramite ipocoristici, dal greco “anà-ghelòs” che traduce l’ebraico “mal’äk”, con il significato di “messaggero di Dio”. In latino viene adattato in “angelus” che, in epoca medioevale diventa nome benaugurale. Numerose le varianti di Angelo: De Angeli, D’Angelo, Angelotti, Angelozzi, Angiolillo, Angelucci, Agnolucci, Agnolozzi, Angela, Angioli, Deangelo, Angeli, ecc.
Angelini è diffuso nel catanese (Catania, Acireale, Palagonia, San Gregorio di Catania, Aci Castello, Castiglione di Sicilia, ecc.), nel palermitano (Palermo, Santa Flavia, Trabia, Monreale, Carini, ecc.), nel trapanese (Trapani, Castellammare del Golfo, Pantelleria), nel messinese (Messina, Giardini Naxos); è noto nel ragusano (Ragusa), nel nisseno (Gela). Sono molte le famiglie Angelini nelle altre regioni italiane, attestate soprattutto nel Lazio, in Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lombardia, Puglia, Umbria, Abruzzo, Piemonte, Liguria, Veneto, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. L’antico casato degli Angelini contava molte famiglie: un’illustre famiglia di Assisi, propagatasi nel corso dei secoli in diverse regioni italiane, e che figura sin dal 1279 nelle carte dell’Archivio segreto della cittadina; un casato bolognese, al quale appartennero un Jacopo, che fu Anziano nel 1326, e un Giacomo, professore in patria nel 1411; un casato a Cesena, al quale appartenne uno scultore tedesco, di nome Giovanni, che esercitava la propria arte in Cesena e che i cesenati chiamavano affettuosamente Angelino. Giuseppe Angelini (Livorno 3/1/1940), sacerdote della diocesi di Milano, professore emerito di Teologia morale alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale presso la quale ha insegnato per oltre 40 anni e della quale è stato preside per 12 anni. Il documento maggiore della sua opera di studioso è il manuale “Teologia morale fondamentale. Tradizione, Scrittura e teoria” (Milano 1999); ha pubblicato, fra l’altro, tre volumi di omelie per i tre anni del ciclo liturgico: “Se vuoi essere perfetto”, “Andiamocene altrove”, “Oggi devo fermarmi a casa tua”, Milano 2007/2009. Francesco Angelini (Rotella 30/11/1887 – Ancona 12/7/1964), farmacista, imprenditore, politico, fondatore, nel 1919, dell’omonima industria farmaceutica e primo importatore italiano della vitamina B12. Negli anni ’50 introdusse il Dobetin, farmaco contro il diffondersi dell’anemia perniciosa, e iniziò a commerciare la Tachipirina. Oggi il Gruppo Angelini è diventato una multinazionale che opera oltre, che nell’area della salute e del benessere nel settore farmaceutico, anche nella meccanica, nel vitivinicolo, nei profumi. Armando Angelini (Seravezza, Lucca 31/12/1891 – 17/4/1968), avvocato, politico. Deputato all’Assemblea Costituente, gruppo DC, fu eletto deputato alla Camera nella prima e seconda legislatura, senatore nella terza e quarta legislatura. Fu ministro in vari governi: governo Zoli, Fanfani II, Segni II, Tambroni. Tito Angelini (Napoli 10/3/1806 – 9/2/1878), scultore prevalentemente attivo nella sua città. Nel 1867 costruì la Fontana dell’Amenano in marmo di Carrara, posta sul lato sud di piazza del Duomo a Catania, di fronte al Palazzo degli Elefanti. L’artista rappresenta il fiume Amenano come un giovane che tiene in mano una cornucopia dalla quale fuoriesce dell’acqua che si versa in una vasca bombata. Aurelio Angelini (Catanzaro 25/9/1953), saggista e docente universitario, ha insegnato nell’Università di Palermo Sociologia urbana, Ecologia, Diritto dell’Ambiente, Sociologia delle migrazioni; è professore ordinario di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio, Sociologia dei processi economici, del lavoro, dell’ambiente e del territorio nell’Università di Enna “Kore”, Facoltà di Ingegneria e Architettura. Negli anni ’80 si è battuto contro il degrado ambientale e si è costituito parte civile nel processo contro i mafiosi e gli amministratori pubblici responsabili dello scempio di Pizzo Sella a Palermo. Negli anni ’90 ha contribuito con le sue battaglie all’istituzione di parchi e riserve naturali della Sicilia sostenendo attivamente le iniziative di Libero Grassi contro il racket. Tra le sue ultime pubblicazioni: “Il rischio ambientale in Sicilia”, 2014, “Migrazioni e differenze di genere”,2013,” Parole, simboli e miti della natura”,2012, “Il mitico ponte sullo stretto di Messina” 2011. Ha diretto la redazione del Piano di Gestione Unesco “Isole Eolie” e il dossier di candidatura del sito Unesco “Palermo Araba-Normanna”

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