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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi: Mollica, Lucifora, Scaglione, Taormina

L'origine dei cognomi: Mollica, Lucifora, Scaglione, Taormina 

Mollica

(come Vincenzo Mollica, giornalista, scrittore, disegnatore, autore e conduttore televisivo)
La voce di base di “mollica” è nell’italiano antico “mulicula” (diminutivo di “mulica”), derivato dal latino volgare “mollīca”, da mollis (molle), corrispondente alla parte molle del pane (briciola, minuzzolo). Da qui il soprannome “mollica”, poi cognominizzato, ad indicare una piccola quantità, e riferita a “corporatura minuta” o a “pochezza intellettuale” del capostipite. Il cognome Mollica ha ceppi nella Sicilia orientale, e anche nel reggino, nell’avellinese, nel potentino, nel foggiano: oggi è noto, oltre che in Sicilia, nel Lazio, Calabria, Campania, Lombardia, Basilicata, Piemonte, Puglia, Toscana, Emilia-Romagna, meno nelle altre regioni italiane. Nell’isola è più frequente nel messinese (Messina, Lipari, Patti, Gioiosa Marea, San Fratello, Roccella Valdemone, Spadafora, Giardini Naxos, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, ecc.), nel siracusano (Floridia, Siracusa, Noto, Melilli, Lentini, ecc.), nel catanese (Catania, Randazzo, Aci Catena, Mascalucia, Sa, Giovanni La Punta, Acireale, ecc.), nel palermitano (Palermo, Balestrate, Altofonte, ecc.), nel trapanese (Alcamo, Trapani, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. Mollica fu antica e nobile famiglia di Messina, diffusa in Alcamo, Mazara del Vallo e soprattutto Trapani dove suoi esponenti occuparono cariche pubbliche elevate; molti personaggi resero illustre tale famiglia, come Giovanni Mollica che nel 1441 fu consigliere regio, il figlio di questi, Domenico, nobile di Messina, fu familiare e domestico regio; Benedetto, fu senatore di Messina nel 1516/17; un Francesco nel 1649 ottenne il titolo di barone di Bagnarella e un Pietro fu senatore di Trapani negli anni 1693/94, 1705/06, 1738/39, 1945/46, 1755/56: il ramo di Trapani fiorisce tuttora. VINCENZO MOLLICA (Formigine, Modena 27/1/1953), giornalista, scrittore, disegnatore, autore e conduttore televisivo e radiofonico; celebre per il suo buonismo critico e per l’esaltazione degli intervistati di turno con ridondanti aggettivi superlativi (mollichismo). Commendatore dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana per iniziativa del Presidente della Repubblica. L’interesse per musica, cinema e fumetti lo ha portato a diventare uno dei primi giornalisti televisivi specializzati in spettacolo. Entrato in RAI nel 1980, ha raccontato i più grandi eventi quali il Festival di Sanremo, il Festival di Cannes, la Mostra d’Arte cinematografica di Venezia, ecc. Cura la rubrica settimanale del TG 1 “Do Re Ciak Gulp” e ha all’attivo diverse pubblicazioni e racconti brevi. Il 3 settembre 2019 ha ricevuto dai giornalisti cinematografici il premio Pietro Bianchi che lui ha dedicato alla moglie e ai suoi amici di sempre, Federico Fellini e Andrea Camilleri. Alla fine del Festival di Sanremo 2020 ha chiuso la sua carriera televisiva. ACHILLE MOLLICA (attivo a Napoli nella seconda metà del secolo XIX), pittore italiano di tele e ceramiche; il padre, Giovanni, aveva fondato la fabbrica “Mollica ceramiche” nella quale lavorarono i figli Achille, Ciro e Alessandro. Achille fu un grande talento, formatosi presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli. I suoi lavori, in ceramica e in tela furono esposte a Napoli, Torino, Roma e all’Esposizione Italiana del 1888 a Londra. LAURA MOLLICA, cantante siciliana, considerata dalla critica nazionale ed internazionale, come l’erede spirituale di Rosa Balestrieri. Dal 1980 svolge un’intensa attività concertistica promuovendo la musica popolare siciliana in tutto il mondo. Dal 2011 è inserita nel “Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia” – REI Unesco, tra le “Espressioni dell’identità culturale siciliana”.

Lucifora

(come Francesco Lucifora, sociologo, esperto in comunicazione e mass-media)
Lucifora ha il significato di “colui che porta la luce”: il termine deriva dal nome greco composto dai termini “lycnos” (luce, lampada) e “foreys” (colui che porta). Cognominizzato, ha ceppi nella Sicilia orientale, nel ragusano (Modica, Chiaramonte Gulfi, Vittoria, Scicli, Giarratana, Comiso, ecc.), nel catanese (Adrano, Caltagirone, Biancavilla, Mineo, Aci Castello, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Lentini, Rosolini, Carlentini, Avola, ecc.) ed è attestato anche nel palermitano (Palermo, Caltavuturo, Scillato, Roccapalumba, ecc.), nel messinese (Messina, Santa Teresa Riva, ecc.), nell’ennese (Troina, Valguarnera Caropepe, ecc.). Fuori dell’isola il cognome è attestato in Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Toscana, Calabria, Liguria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Lucifora è antica famiglia siciliana ritenuta della stessa origine della famiglia Lucifero di Sicilia e Calabria; non è noto quando avvenne la variazione cognominale ma già nel secolo XVIII si ha notizia di un Don Domenico Benefiziato di Scicli. I componenti di questa casata si sono distinti nelle professioni e nei commerci. Nel secolo successivo notiamo un avv. Lucifora presidente della Deputazione della Società per la lettura popolare di Palermo; un cav. Uff. avv. Giovanni Lucifora, consigliere comunale di Palermo.  FRANCESCO LUCIFORA (Modica 1976), sociologo, esperto in comunicazione e mass-media; dal 2009 è co-fondatore e direttore del CoCA center of contemporary arts_archivio biblioteca arti contemporanee di Modica. Nel 2009 è stato docente presto il master curatore museale dello IED di Roma, dal 2010 al 2011 assistente curatore di Daniela Bigi per i progetti del Museo Riso: EticoF e Sotto quale Ciel; nel 2010 visiting professor per Real Presence workshop internazionale per Kulturni Center Grad a Belgrado. Dal 2012 è cultore della materia presso la cattedra “Ultime tendenze delle Arti Visive” della Prof. Daniela Bigi presso L’Accademia di Belle Arti di Palermo con un progetto di ricerca e seminari che vanno dal linguaggio della videoarte fino alla sound art. Come curatore indipendente ha collaborato con istituzioni pubbliche e private. Scrive per Arte e Critica, Artforum, La Sicilia. I suoi interessi vanno dalla cultura musicale underground con radice nel movimento ravers degli anni novanta, i displays nell’arte dai sessanta ad oggi, le mutazioni dei processi culturali e visivi e l’innovazione delle pratiche espositive. ROSA MARIA LUCIFORA (Chiaramonte Gulfi 15/8/1956), professore associato presso l’Università della Basilicata; specialista in letteratura latina: i suoi interessi vanno verso i modelli greci della letteratura latina, il paranormale nel mondo classico, Virgilio, Ovidio, Properzio, Apuleio. E’ socia corrispondente dell’Accademia Peloritana di Messina.

Scaglione

(come Pietro Scaglione, già procuratore della Repubblica di Palermo, vittima della mafia)
Scaglione è cognome di origine siciliana con un ceppo anche nel cosentino; dovrebbe derivare da soprannome originato dal termine dialettale “scagghiuni” (grosso dente canino), forse ad indicare che il capostipite era dotato di canini particolarmente sviluppati o che aveva un carattere molto feroce. In dialetto siciliano “aviri u scagghiuni longu” significa anche essere avido, pretendere un compenso esagerato (cfr. vocabolario. siciliano. Piccitto ). Il cognome è diffuso in poco meno di 500 comuni localizzati in Sicilia ma anche in Piemonte, Calabria, Lombardia, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Abruzzo e in tante altre regioni italiane.   E’ presente in tutto il territorio isolano con prevalenza nel messinese (San Piero Patti, Messina, San Fratello, Patti, Acquedolci, Sant’Agata Militello, Barcellona Pozzo di Gotto, Piraino, Capo d’Orlando, Gioiosa Marea, ecc.), nel palermitano (Palermo, Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Roccapalumba, Partinico, Carini, Bagheria, Sciara, San Giuseppe Iato, Trappeto, Capaci, ecc.), nel catanese (Catania, Tremestieri Etneo, Trappeto,  Misterbianco, Sant’Agata Li Battiati, Bronte, ecc.), nell’agrigentino (Alessandria della Rocca, Sciacca, Palma di Montechiaro, Licata, Ribera, Racalmuto, ecc.), nel trapanese (Alcamo, Castelvetrano, Marsala, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi - Pare che la famiglia Scaglione sia originaria dell'Alemagna, venuta nel meridione e in Sicilia al tempo dei Normanni. Il Galluppi dice che essa godette di nobiltà in Messina nel XVI secolo e che possedette la baronia di Sperlinga (cfr. Nobiliario). PIETRO SCAGLIONE (Palermo 2/3/1906 – Palermo 5/5/1971) – Magistrato italiano – venne assassinato il 5 maggio 1971 in via dei Cipressi a Palermo mentre era a bordo di una Fiat 1100 nera insieme al suo autista Antonino Lo Russo.  Scaglione, che era approdato alla Procura di Palermo dopo essere stato vicepretore e pretore, ebbe affidati i processi per la strage di Portella della Ginestra del 1^ maggio 1947; si occupò poi dell’assassinio del sindacalista Salvatore Carnevale e della strage di Ciaculli; si battè per introdurre nella legislazione nuove norme antimafia e fu un implacabile accusatore di Luciano Liggio e di tutti gli affiliati alla cosca dei corleonesi. Fu convinto assertore che la mafia avesse origini politiche. FULVIO SCAGLIONE (Monferrato 1957), giornalista, vicedirettore di Famiglia Cristiana dal 2000 al 2016: attualmente ne è editorialista. Nel 2010 ha varato l’edizione on-line del giornale; è stato corrispondente da Mosca, Afghanistan, Iraq, Medio Oriente; collabora con altri giornali quali Avvenire, Eco di Bergamo, L’Inkiesta, Micromega, ecc. PIETRO SCAGLIONE (Palermo 1976), giornalista professionista, autore del romanzo “Palermo nel cuore”, con il quale nel 2013 ha vinto il Premio di letteratura calcistica “Gabriele Sandri”; è coautore con lo storico Giuseppe Carlo Marino, del saggio “L’altra resistenza. Storie di eroi antimafia e lotte sociali in Sicilia. Nel 2015 ha vinto il Premio letterario-giornalistico “Piersanti Mattarella” con l’articolo “Quando la mafia non esisteva”, pubblicato dalla Rivista Jesus nel 2013.

Taormina

(come Vincenzo Taormina, baritono)
Questo cognome deriva dal toponimo Taormina, noto comune della provincia di Messina, l’antica Tauromenion, la citta greca che sorgeva sulle pendici del monte Tauro, e il cui nome risultava composto da “tauros” e dalla forma greca “menein” = rimanere. Molto probabilmente Taormina è la cognominizzazione di un soprannome dato ad un capostipite che proveniva da quella località; è un cognome tipico siciliano, diffuso soprattutto nel palermitano (Palermo, Carini, Capaci, Santa Flavia, Borgetto, Balestrate, Trabia, San Giuseppe Iato, Belmonte Mezzagno, Marineo, Terrasini, ecc.), nell’agrigentino (Sciacca, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Agrigento, Raffadali, Cianciana, Realmonte, San Biagio Platani, ecc.), nel trapanese (Castelvetrano, Alcamo, Marsala, Trapani, ecc.), nel messinese (Messina, Giardini Naxos, Capizzi, Mistretta, ecc.), nel catanese (Catania, Gravina di Catania, Misterbianco, ecc.), nell’ennese (Enna, Piazza Armerina, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. CHIARA TAORMINA (Palermo 28/5/1973), scrittrice appassionata di arte e cultura orientale. Ha ottenuto premi e menzioni in diversi concorsi letterari nazionali ed internazionali; è risultata finalista in vari concorsi letterari, sue poesie e racconti sono pubblicati in varie antologie e riviste letterarie. Scrittrice di fantasy e narrativa per l’infanzia ha pubblicato la raccolta di Poesie “La voce della sera,2002”; “Rerum natura,2011”, “Ruggero, coniglio coraggioso, 2011”, “Racconti di Leccius, l’albero saggio, 2012”, “Cammy e il tempo del sole, 2013”. CARLO TAORMINA (Roma 16/12/1940), avvocato, politico, giurista e accademico italiano; è stato deputato di Forza Italia nella XIV legislatura e, nel 2011, è stato sottosegretario al Ministero dell’Interno. Da avvocato penalista ha seguito processi delicati e molto noti all’opinione pubblica quali La strage di Ustica, l’Eccidio delle Forze Ardeatine (nel quale ha difeso l’ex capitano delle SS, Erick Priebke), il delitto di Cogne, ecc. VINCENZO TAORMINA (Palermo 31/8/1975), baritono, ha studiato canto, contemporaneamente allo studio di architettura presso la facoltà dell’Università di Palermo. Nel 2000 si trasferisce a Bologna dove è seguito dal maestro Paride Venturi e, per la tecnica, da Gianfranca Ostini e Luciana Serra; con quest’ultima e con il maestro Vittorio Terranova studia il repertorio belcantistico; nel 2003 si trasferisce a Milano dove tuttora vive. Dopo aver frequentato alcuni corsi internazionali di perfezionamento, si diploma all’Accademia Verdiana “Carlo Bergonzi” di Busseto. Nel corso della sua carriera ha cantato nei più prestigiosi teatri e festival del mondo fra cui il Teatro alla Scala di Milano, Salisburgo, Berlino, Mosca, il Massimo di Palermo, .il Bellini di Catania. Ha collaborato con importanti direttori d’orchestra, Antonello Allemandi, Riccardo Muti, Daniele Callegari, Bruno Campanella, Marcello Viotti, e con registi quali Pier’Alli (Pier Luigi Pieralli), Luca Ronconi, Franco Zeffirelli, Pier Luigi Pizzi, ecc.

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