L'origine dei cognomi Meli, Giannazzo, Mondo e Baturi
L'origine dei cognomi Meli, Giannazzo, Mondo e Baturi.
Meli
(come Giovanni Meli, poeta e drammaturgo)
Il cognome Meli deriva dal nome personale “Mele”, usato nel medioevo e assegnato dalle famiglie ad un figlio molto gradito, mite e, in senso affettivo, “dolce come il miele”. Non è da escludere che il cognome derivi dall’attività di alcuni capostipiti allevatori di api e produttori di miele. Il cognome, diffuso soprattutto in Sicilia, registra presenze in numero abbastanza rilevante anche in altre regioni italiane, in particolare in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Sardegna, Lazio, Piemonte, Puglia, Liguria, Calabria, ecc. Nell’Isola è frequente in tutte le province, in particolare nel palermitano (Palermo, Castelbuono, Mezzojuso, Misilmeri, Monreale, Carini, Villabate, Cerda, Caccamo, Valledolmo, Gangi, Bagheria, Capaci, Ficarazzi, Isola delle Femmine, Lascari, Polizzi Generosa, Cefalù, ecc.), nel catanese (Bronte, Catania, Paternò, Misterbianco, Grammichele, Tremestieri Etneo, Mazzarrone, Caltagirone, Castel di Judica, Aci Castello, Belpasso, Mascali, Pedara, Giarre, Viagrande, Ramacca, Aci Sant’Antonio, San Giovanni La Punta, Mascalucia, San Gregorio di Catania, ecc.), nell’agrigentino (Palma di Montechiaro, Campobello di Licata, Canicattì, Aragona, Realmonte, Favara, Porto Empedocle, Agrigento, Licata, Isole Pelagie, ecc.), nel messinese (Messina, Sant’Agata Militello, Naso, Barcellona, Francavilla di Sicilia, Acquedolci, Capo d’Orlando, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Rosolini, Pachino, Augusta, Noto, Palazzolo Acreide, Porto Palo di Capo Passero, Lentini, ecc.), nel nisseno (Niscemi, Caltanissetta, Mazzarino, Gela, San Cataldo, ecc.). E’ il primo cognome a Comiso, nella zona del leggendario miele ibleo, e il secondo cognome per diffusione a Bronte.
Riferimenti storici e personaggi. Meli fu antica e nobile famiglia siciliana, oriunda dalla Spagna, nel corso dei secoli si diramò in varie regioni italiane: ebbe il titolo di barone. Essa negli anni produsse una serie di uomini che resero illustre il casato, nei pubblici impieghi, nelle professioni liberali ed ecclesiastiche e nel servizio militare. Una famiglia Mele, presente fin dal secolo XV a Gerace (in provincia di Reggio Calabria), diede un Nicola Mele (Gerace 1328 ca. – 1398 ca.)che fu vescovo di Locri-Gerace dal 1365 al 1380 con il nome di Nicola IV. GIOVANNI MELI (Palermo 6/3/1740 – ivi 20/12/1815) – poeta e drammaturgo italiano; è annoverato, insieme a Carlo Porta, Carlo Goldoni, Giuseppe Gioacchino Belli, fra le “quattro coroncine” della letteratura italiana (da affiancare alle “tre corone” Dante, Petrarca, Boccaccio); aderì ai modi e allo stile dell'Arcadia con l'uso della lingua siciliana. FRANCESCO MELI (Genova 15/5/1980), tenore fra i più affascinanti e richiesti del mondo; ha debuttato alla Scala a soli 23 anni ne “Les Dialogues des Carmelites” diretto dal maestro Riccardo Muti, e vi è poi ritornato negli anni successivi per nuove produzioni di Otello, Idomeneo, Don Giovanni, Maria Stuarda e Der Rosenkavalier: vanta numerose locandine alla Scala di Milano. Dal marzo del 2021 è direttore artistico e uno dei docenti dell’Accademia di Alto Perfezionamento per cantanti lirici del Teatro Carlo Felice di Genova. Ha cantato più volte all’Arena di Verona, al Maggio Musicale Fiorentino, in Giappone, a Mosca, a Dresda, in Germania. MARIA TERESA MELI (11/8/1961), giornalista, una fra le maggiori esperte di politica italiana; ha collaborato con “Il Messaggero”, Adnkronos, “Il Giorno”, “La Stampa” (dove ha lavorato per circa 10 anni). Dal 2003 lavora al “Corriere della Sera. È stata ospite di vari programmi televisivi: Tg, “L’infedele”, “Omnibus”, “L’aria che tira”, “Agorà”. GERLANDO MELI (Aragona 1962), pittore, diplomato al Liceo Artistico “Michelangelo” di Agrigento, è laureato in Scenografia all’Accademia delle Belle Arti. L’Accademia internazionale “Federico II di Svevia” – Arte, Lettere, Scienze di Messina, compresa nella FEBAC (Federazione Europea Beni Artistici e Culturali) lo ha nominato recentemente cavaliere e commentatore benemerito dell’arte per alti meriti in campo nazionale e internazionale. Una sua opera “La Crocifissione” è stata donata dal pittore a papa Giovanni Paolo II.
Giannazzo
(come Filippo Giannazzo, fisico e ricercatore del CNR-IMM)
Giannazzo è un alterato di Gianni, formatosi da antichi nomi come “Zanazzi”, “Jannazzo”, con il significato di “grosso Gianni”; riferimento al capostipite, probabilmente persona di grossa taglia. Nell'italiano antico il suffisso accrescitivo non era il moderno -one, bensì -azzo, che nel medioevo si scriveva -aczo, poi corrotto, in alcuni casi in -accio (Nel moderno italiano -azzo e -accio sono diventati dispregiativi). Fra le varianti: Gianazzi, Gianazzo, Gianasso, Gianassi, Gianazio, Gianazza, ecc.)
È un cognome raro, presente solo in una ventina di comuni, in gran parte siciliani; con piccoli nuclei è presente anche nelle regioni Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria. In Sicilia è frequente soprattutto nel catanese (Catania, Caltagirone, Paternò, Gravina di Catania, Mascali, Belpasso, Pedara, ecc.), quindi nell’ennese (Agira, Cerami, Nicosia, Regalbuto, Sperlinga, ecc.), nel nisseno (Caltanissetta, Mazzarino), nel palermitano (Palermo), nel trapanese (Alcamo), nel siracusano (Augusta).
Riferimenti storici e personaggi. Le prime notizie sulla famiglia Gianazzo, che ebbe il titolo di “conte”, provengono da Carignano, in Piemonte, nel secolo XV: il capostipite della famiglia fu un Giovanni Antonio Gianazzo. Si sa, poi di un Cesare Gianazzo, che, insieme ai fratelli Giacomino e Silvio, nel 1614 “consegnò l’arma” cioè registrò lo stemma di famiglia. Il figlio di costui, Silvestro, tenne la carica di consigliere e avvocato dei poveri il 25 aprile 1676, fu lettore ordinario nell’Università di Torino e morì a Torino nel 1679. FILIPPO GIANNAZZO (Enna 1974), fisico, ricercatore del CNR-IMM dal 2006, ricercatore senior dal 2010. I suoi interessi di ricerca sono orientati verso la scienza dei materiali e le nanotecnologie. È autore o coautore di più di 300 articoli e dieci capitoli di libri in questi campi di ricerca. È coautore di un brevetto internazionale e ha tenuto numerose conferenze su invito a livello nazionale e internazionale. È coinvolto in diversi progetti nazionali ed europei: attualmente coordina il progetto “ETMOS, Epitaxial Transition Metal di chalcogenides Onto wide bandgap hexagonal Semiconductors for advanced electronics – nell’ambito del FlaERA -JTC 2019. Nel 2014 è stato insignito del premio SISM della Società Italiana di Scienze Microscopiche e nel 2014 del premio “Giovan Pietro Grimaldi” per la Fisica dell’Accademia Gioenia e dell’Università di Catania. EDILIO GIANNAZZO (Catania 25/2/1935), laurea in Fisica Elettronica, dal 1963 al 2005 ha volto l’attività didattica presso la Facoltà Medica con la successione dei Corsi di Fisica, Fisica Medica e, dal 1992, con la titolarità in Biofisica. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su Biofisica Fisiologica, Elettronica Biomedicale, Informatica Medica, Biofisica Clinica e Medicina quantistica. MARIA CARMELA GIANNAZZO (Agira 22/9/1957), GIP presso il Tribunale di Caltanissetta, si è occupata, fra gli altri, dell’inchiesta “Double Face” nei confronti dell’ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, accusato di corruzione e spionaggio e dell’inchiesta nei confronti del giudice Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione, accusata di aver gestito in modo personalistico i beni confiscati alla mafia. Attualmente il giudice Maria Carmela Giannazzo presiede la Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta nel processo di secondo grado contro il superlatitante Matteo Messina Denaro, accusato di essere il mandante per le stragi di Capaci e di via D’Amelio. DANIELE GIANNAZZO (Firenze), laureato in “Progettazione e gestione di Imprese ed Eventi dell’Arte e dello Spettacolo”, esperto di serie TV, web manager e influencer; scrive per diverse testate giornalistiche. È il fondatore di Daninseries, community web che dal 2013 si occupa di raccogliere news, anticipazioni e curiosità sul mondo degli show televisivi e non solo. Il suo blog negli anni è diventato punto di riferimento per gli amanti del piccolo schermo.
Mondo
(come Natale Mondo, poliziotto, vittima della mafia)
Il cognome Mondo nasce probabilmente da un soprannome di tipo augurale attribuito come speranza di rettitudine e luminosità: un individuo “mondo” è pulito, onesto. È probabile che si tratti in molti casi di nomi attribuiti da uomini di chiesa a trovatelli abbandonati sui portoni di conventi, monasteri, chiese: quindi, nel senso sacrale, di “luminosi, puliti, onesti”. Alcuni studiosi sostengono, che si tratti di una cognominizzazione patronimica del nome Mondo come aferetico di nome di persona di provenienza germanica come Gis-mondo, Rai-mondo, Ed-mondo. Mondo ha i ceppi più consistenti in Piemonte, in Sicilia, in Campania, e ceppi meno consistenti in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio e, via via, in altre regioni italiane. In Sicilia il cognome è diffuso soprattutto nel messinese (Messina, Rometta, Venetico, Milazzo, Spadafora, San Piero Niceto, Saponara, Barcellona Pozzo di Gotto, Monforte, San Giorgio, Terme Vigliatore, Villafranca Tirrena, Capri Leone), quindi nel catanese (Catania, Tremestieri Etneo, Gravina di Catania, San Giovanni La Punta, Santa Venerina, ecc.), nel palermitano (Palermo, Valledolmo, Bagheria), nel nisseno (Caltanissetta, Gela, Butera), nell’agrigentino (Sciacca, Agrigento), nell’ennese (Enna, Catenanuova).
Riferimenti storici e personaggi. Il cognome Mondo è orgogliosamente rappresentato in tutto il mondo; i Paesi che hanno il maggior numero di famiglie Mondo sono: la Repubblica Democratica del Congo (con più di cinque mila individui), la Papua Nuova Guinea (3.800), l’Italia (2.200), la Nigeria, il Kenya, gli USA, Zimbabwe, Tanzania, Camerun, ecc.; fra i Paesi europei: Francia, Belgio, Svizzera, Russia, Inghilterra, Germania, ecc. NATALE MONDO (Palermo 21/10/1952 – Palermo 14/1/1988), agente della Polizia di Stato, ucciso in un agguato mafioso mentre si trovava davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie, in via Papa Sergio, nel quartiere dell’Arenella di Palermo. Natale lavorava presso la Squadra Mobile di Palermo e si occupava prevalentemente di indagini sulle cosche mafiose del palermitano. Il 6 agosto del 1985 era scampato all’agguato nel quale furono uccisi il commissario Cassarà e l’agente Roberto Antiochia. La mafia, però, non si dimenticò di lui e, tre anni dopo, lo uccise. Natale si era arruolato in polizia nel 1972 ed aveva prestato servizio a Roma, Siracusa, Trapani: poi fu trasferito nel capoluogo siciliano. Gli è stata conferita, postuma, per merito assoluto, la qualifica di assistente capo e la medaglia d’oro al valore civile. MICHELE MONDO (Chieri 30/6/1883 – ivi 30/5/1965) compositore, organista e maestro di cappella nel Duomo e in altre chiese chieresi. Diplomatosi in pianoforte, organo e composizione, pubblicò fin dal 1915 opere musicali sulla stampa specializzata, attività che continuò per 50 anni, fino alla morte. Insegnante di musica, dedicò molte energie alla direzione della Schola Cantorum “Santa Cecilia” fondata dal padre Francesco, portandola a perfezione e ad un’attività anche concertistica di prestigio. VINCENZO MONDO (Milazzo 8/2/1925 – Roma 16/2/2004), primario ostetrico ginecologico, politico, senatore della Repubblica Italiana nella IX Legislatura, Gruppo Partito Repubblicano Italiano. Fu componente della 9^ Commissione permanente del Senato (Agricoltura).
Baturi
(come Giuseppe Baturi, Segretario generale della CEI)
Baturi è un cognome generato dal termine spagnolo “baturro”, soprannome di origine greca; la parola “baturro” designa in Spagna i nativi dell’Aragona (regione del nord-est della Spagna) e, propriamente, il rustico o contadino aragonese. Secondo il DRAE (Dicionario de la Real Academia de la lengua Espanola) “baturro” si forma con un suffisso diminutivo-dispregiativo “-urro” sul vocabolo “bato” che il dizionario definisce come “uomo rustico di poca portata” (cfr. su Google “Etimologia de Baturro”). Ma ci sono altre ipotesi sull’etimologia del cognome che sarebbe lungo elencare. In Sicilia il termine viene ripreso come “bbaturru”, e usato, soprattutto nel trapanese, con il significato, appunto, di rustico, contadino, riferito probabilmente all’attività del capostipite. Si tratta di un cognome molto raro, diffuso in Sicilia nel catanese (Catania, Gravina di Catania) e in Lombardia, nel milanese (Bollate, Baranzate), e nella provincia di Monza e Brianza (Arcore).
Riferimenti storici e personaggi. Il cognome Baturi è noto in molti Paesi, in ordine di consistenza: Filippine, Nigeria, India, Italia, Camerun, Romania, Niger, Uganda, Indonesia, Afghanistan, Singapore, Taiwan, Brasile, USA, e tanti altri. GIUSEPPE ANDREA SALVATORE BATURI (Catania 21/3/1964), arcivescovo cattolico nominato da papa Francesco, nel novembre del 2019, arcivescovo metropolita di Cagliari e, dall’inizio di luglio 2022, Segretario Generale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana). L’arcivescovo Baturi, che ha già lavorato in CEI come direttore dell’ufficio giuridico e, dal 2015, come sottosegretario, resterà ancora alla guida della diocesi di Cagliari a cui papa Francesco è particolarmente legato, per via della Madonna di Bonaria, dalla quale ha preso il nome Buenos Aires, e che il papa ha personalmente visitato nel 2013. A Catania, dove monsignore Baturi ha conseguito a suo tempo la laurea in Giurisprudenza presso la locale Università e il baccalaureato in Teologia presso lo Studio Teologico San Paolo, è stato vicario episcopale per gli affari economici, procuratore generale dell’arcivescovo, vicepresidente dell’Opera catanese per il culto e la religione. È stato, inoltre, responsabile per la Sicilia di Comunione e Liberazione e docente di diritto canonico presso lo Studio Teologico di Catania. VITO BATURI (Catania 2/5/1958), formatore, consulente di management e coach professionista. Ha avuto una vastissima gamma di esperienze professionali diverse e in territori lontani: europei (Svizzera, Spagna, Grecia, Bulgaria, Romania, ecc.) ed extraeuropei (Cina, Uruguay, Colombia, Tunisia, Marocco, Egitto, ecc.), come responsabile commerciale marketing ed export in realtà industriali, commerciali o in aziende di servizi, a volte come imprenditore.