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Lunedì, 27 Marzo 2023
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. “Nomen omen”, locuzione latina che significa “un nome, un destino” o “il destino nel nome”: per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto “I cognomi come brand”, “marchio” che ti accompagna per tutta la vita, insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito.

Cognomen omen

L'origine dei cognomi Amella, Donnarumma, Salvia e Salmeri

L'origine dei cognomi Donnarumma, Amella, Salvia, Salmeri, di Francesco Miranda


Donnarumma

(come Gianluigi Donnarumma, ex portiere del Milan e della Nazionale Italiana, oggi al Paris Saint-Germain)

Donnarumma deriva da un appellativo dialettale campano "Domina rumménica" (signora Domenica): è quindi un cognome matronimico, vale per "quelli, i familiari" della signora Domenica (domina Rumménica, troncato in "donna Rumma"); si usa sia come nome proprio che come giorno della settimana. Ricordiamo, a tal proposito l’espressione campana "a rumménica de Palme" (la domenica delle Palme). E’ un cognome tipico campano diffuso soprattutto nel napoletano (Castellammare di Stabia, Gragnano, Pompei, Pimonte, ecc.), nel salernitano (Scafati, Angli, Samo, ecc.), nell’avellinese (Torrioni, Grottaminarda, Avellino, ecc.), ma presente anche in altre regioni italiane, Lazio, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, ecc. In Sicilia è un cognome molto raro, si trova nel Palermitano (Palermo, Misilmeri), nel Messinese (Sant’Agata di Militello).
Riferimenti storici e personaggi. Gianluigi (Gigio) Donnarumma (Castellammare di Stabia 25/2/1999), calciatore, è stato portiere del Milan per sei stagioni, della Nazionale Italiana Under 21 e della Nazionale Italiana. Cresciuto nella scuola calcio Club Napoli, a soli 14 anni viene ingaggiato dal Milan: molto agile viene annoverato fra i talenti più apprezzati della sua generazione. A 16 anni firma con il Milan il suo primo contratto da professionista, nel 2015 viene inserito da “101 Great Goals” nell’elenco dei migliori giovani nati a partire dal 1994. Debutta in serie A il 25/10/2015 nella sfida che il Milan vince 2-1 contro il Sassuolo; il 1^ settembre del 2016 debutta in Nazionale nell’amichevole contro la Francia, entrando nell’intervallo al posto di Gigi Buffon. Campione d’Europa 2020/2021, il 14 luglio scorso è stato ingaggiato dal club del Paris Saint-Germain. Alfredo Donnarumma (Torre Annunziata 30/11/1990), calciatore, attaccante della Salernitana. A 14 anni lascia la Campania e approda al Catania: sono gli etnei a formarlo come calciatore ed è il Catania a mandarlo nel 2010 in prestito al Gubbio in Lega Pro. Arriva nella Serie B della Salernitana, nella stagione 2015/2016, passando per il Lanciano, il Como, Cittadella, Teramo; quest’ultimo club nella stagione 2014/2015 ottiene una storica promozione nella serie cadetta e Alfredo incanta la serie B, laureandosi capocannoniere del proprio girone con 23 reti. Nel luglio del 2018 viene ingaggiato dal Brescia con un contratto quadriennale. Antonio Donnarumma (Castellammare di Stabia 7/7/1990), calciatore, fratello di Gianluigi, anche lui portiere. Cresciuto nel Milan, con i rossoneri ha vinto un campionato con gli Allievi e una Coppa Primavera ed è stato convocato anche con la prima squadra (ma non ha mai esordito): tutto fino al 2010, anno in cui la sua carriera ha preso una parabola discendente, Piacenza, Gubbio, Genoa (in serie A come terzo portiere), Bari (in serie B), infine l’espatrio, l’Asteras Tripolis, squadra greca con la quale ha disputato il campionato 2016/2017. Rientrato nella rosa del Milan, per quattro anni terzo portiere, si è svincolato dal club rossonero proprio come il fratello Gigio. Molto probabilmente andrà a difendere la porta del Perugia. Paolo Donnarumma (Taranto 25/1/1952), bassista e chitarrista, insegnante di teoria musicale. Ha collaborato in sala d’ incisione con vari artisti, Bruno Lauzi, Drupi, Fiordaliso, Gianna Nannini, Riccardo Cocciante, Lucio Dalla e altri. Ha suonato per alcuni anni nell’orchestra della Rai e ha collaborato con Mediaset per la realizzazione di sigle televisive. Ad oggi continua a suonare sia il basso che la chitarra in diversi gruppi.

Amella

(come Giovanni Guarino Amella, politico, deputato del Regno d’Italia)

Il cognome Amella dovrebbe derivare dal praenomen latino “Amellus”, nome di un fiore della famiglia delle Asteraceae, l’aster amellus, nome scientifico di una piccola pianta erbacea, perenne, spontanea dei prati italiani. Amella, è cognome raro originario di San Biagio Platani (Agrigento), Amello, variante unica, è del centro Italia. Amella è attestato soprattutto in Sicilia, nell’Agrigentino (San Biagio Platani, Favara, Agrigento, Campobello di Licata, Menfi), nel Palermitano (Palermo, Corleone), nel Trapanese (Trapani, Castelvetrano), nel Nisseno (Riesi), nel Catanese (Calatabiano), nell’Ennese (Troina). Qualche nucleo familiare è noto in Campania, nel Lazio, in Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna.
Riferimenti storici e personaggi. Amellus è citato nel libro quarto delle Georgiche di Virgilio, dove si legge: “…est etiam flos in pratis, cui nomen amelio fecere agricolae…”. Giovanni Guarino Amella (Sant’Angelo Muxaro 8/10/1972 – Palermo19/10/1949), politico, avvocato e giurista di talento, deputato del Regno d’Italia dal 1919 al 1926 (dalla XXV alla XXVII legislatura), per il Partito Democratico Sociale Italiano. Aveva iniziato la sua carriera politica a Canicattì nel 1912, divenendo assessore e poi prosindaco e realizzando in tale ruolo importanti opere pubbliche che rimangono nella storia della città. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, fu eletto deputato alla Camera e tale fu riconfermato nelle successive due legislature (XVI e XVII). Fu sempre coerente con i suoi ideali lottando contro il fascismo, fino al 1926, quando fu dichiarato decaduto da deputato. Si ritirò così dalla politica dedicandosi all’avvocatura. Dopo lo sbarco in Sicilia del 12/7/1943 fu il primo sindaco antifascista nominato a Canicattì e fu in questo periodo che Guarino Amella si dedicò alla realizzazione di quell’autonomia speciale siciliana a cui aveva creduto fin dal 1906 e che fu poi realizzata e disciplinata dalla legge costituzionale italiana n.2/1948. Per ricordare la figura e l’attività professionale e politica dell’avvocato Guarino Amella, nel 1998, è stata costituita a Palermo la “Fondazione Giovanni Guarino Amella” che raccoglie un notevole patrimonio archivistico e bibliotecario e si articola in due sedi: una a Canicattì, ove hanno sede la Biblioteca, l’Emeroteca, l’Archivio storico e la Sala Convegni, un’altra a Sant’Angelo Muxaro, ove ha sede il Mushar Musaeum che custodisce preziose collezioni numismatiche, archeologiche, di minerali e fossili. Rodolfo Guarino Amella, geometra, cavaliere, amministratore di Casa Colonna e fratello di Giovanni Guarino Amella. Fu sindaco di Joppolo Giancaxio dal 1943 al 1945, nominato dagli Americani dopo lo sbarco del 1943. In un secondo tempo fu sindaco del stesso comune agrigentino dal 3/4/1946 al 6/2/1948. Concetta Amella (San Biagio Platani 27/5/1972), psicologa che ha lavorato nella formazione professionale; consigliere comunale, portavoce del M5S al Consiglio comunale di Palermo, eletta nelle elezioni comunali del 2017.

Salvia

(come Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale, ucciso dalla Nuova Camorra organizzata)

Per alcuni studiosi l’origine del cognome Salvia è di tipo etnico, legata al popolo dei Salii (detti anche Salluvi o Salvi), stirpe celto-ligure proveniente dalla Provenza e stabilitasi inizialmente in Liguria. Il nome sarebbe legato al sale, nel senso di “quelli delle saline”, loro attività prevalente. Per altri, Salvia deriva dal nome latino “Salvus” (Salvius, Salvianus) che ha il significato letterale di “salvo” nel senso di “salvo in Dio”: infatti come nome e poi cognome si diffuse molto negli ambienti della prima cristianità. Secondo Emidio De Felice, Salvia, sarebbe una delle tante varianti di “Salvi”, variazione ipocoristica di “Diotisalvi”. Non è da escludere, ancora che la versione Salvia possa avere un collegamento con la “Gens Salvia”, antica famiglia romana abbastanza diffusa in molte regioni italiche. Nell’Italia Meridionale, per ultimo, Salvia potrebbe essere un toponimo di Salvia che fino al 1879 era il nome dell’attuale Savoia di Lucania, piccolo comune in provincia di Potenza e che originariamente era il latino “Saulia”, cioè luogo coltivato a salici; probabile anche l’ipotesi di una derivazione dal termine “salvia”, nota piante aromatica molto diffusa in quella zona. Il cognome Salvia è diffuso per il 32% in Sicilia, il 24% in Basilicata, il 15% in Campania, il 6% in Piemonte, la restante percentuale da dividere tra Toscana, Lombardia, Puglia, Lazio, Liguria e altre regioni italiane. In Sicilia il cognome è più frequente nel messinese (Montalbano Elicona, San Filippo del Mela, San Piero Patti, Pace del Mela, Patti, Torrenova, Francavilla di Sicilia, Milazzo, ecc.), nel palermitano (Palermo, Partinico, Monreale, Trappeto, Balestrate, San Cipirello, Borgetto, Villabate, Cefalù, ecc.), nel catanese (Nicolosi, Paternò, Catania, Bronte, Tremestieri Etneo, Aci Sant’Antonio, Palagonia, San Giovanni La punta, ecc.), quindi nell’ennese (Gagliano Castelferrato, Aidone, Valguarnera Caropepe, ecc.), nel siracusano (Francofonte, Buccheri, ecc.), nell’agrigentino (Porto Empedocle, Canicattì, ecc.). Riferimenti storici e personaggi. Giuseppe Salvia (Capri 23/1/1943 – Napoli 14/4/1981), vicedirettore e responsabile del reparto di massima sicurezza del carcere di Poggioreale a Napoli. Fu assassinato dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Di ritorno a casa in auto sulla tangenziale di Napoli, venne affiancato dai killer e ucciso: era il 14/4/1981. Salvia qualche mese prima aveva preteso che il boss Raffaele Cutolo, al ritorno da un’udienza dibattimentale, fosse perquisito come da regolamento carcerario. Per questo omicidio Cutolo venne condannato all’ergastolo; con varie pene vennero condannati anche i sei esecutori materiali del delitto. Ernesto Salvia (Napoli 24/12/1860 – Napoli 13/5/1923), senatore del Regno d’Italia nella XXII e XIII legislatura, gruppo Liberale Democratico poi Unione Democratica. È stato avvocato e docente di diritto commerciale all’Università di Napoli. Adelina Salvia (Palermo 11/11/1915) ultracentenaria palermitana; si è vaccinata a 105 anni insieme alla sorella più “giovane” di 103 anni. Ha una memoria eccezionale, ricorda i bombardamenti del 1943 e le lunghe prove per il ballo del Gattopardo dove lei ha fatto la comparsa. Ha recitato in altri film cult, fra cui Johnny Stecchino di Benigni; ex crocerossina è stata anche giocatrice di basket.

Salmeri

(come Vittorio Salmeri di Villabate e Francesco Davide Salmeri di Milazzo, morti in odore di santità)

Salmeri, cognome decisamente siciliano (di Milazzo e del messinese), è molto probabilmente legato al dialettale siciliano “sarmeri”, termine con cui si intendeva il conducente di bestie da soma (asini, cavalli, muli). Potrebbe, inoltre, derivare dal nome latino “Salmerius” o da soprannome di origine spagnola collegato a “salmodianti”, che significa “colui che salmodia, che canta salmi, ad indicare che il capostipite facesse parte di qualcuna di queste congregazioni. Il cognome è frequente nel Messinese (Milazzo, Messina, Gioiosa Marea, Patti, Falcone, Barcellona Pozzo di Gotto, Oliveri, Santa Domenica Vittoria, San Filippo del Mela, Acquedolci, Mojo Alcantara, Terme Vigliatore, ecc.), nel palermitano (Palermo, Geraci Siculo, Villabate, Cefalù, Petralia Soprana, Gangi, ecc.), nel Catanese (Aci Catena, Acireale, Mascali, Viagrande, ecc.), nell’Agrigentino (Sciacca, Ribera, Canicattì, ecc.), nel trapanese (San Vito Lo Capo, Favignana, ecc.). Nuclei di Salmeri sono attestati anche in Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e in altre regioni italiane. Riferimenti storici e personaggi. Vincenzo Salmeri, pretore a Palermo negli anni sessanta/settanta, inflessibile cultore della morale pubblica e del comune senso del pudore; ricordato per le sue crociate di ferrea moralizzazione, nemico giurato degli hot pant: censurava gambe e lato B delle donne. Vittorio Salmeri (Villabate 25/12/1921 – ivi 5/2/1954), sacerdote della diocesi di Palermo, beato. Ordinato prete nel 1945, venne nominato parroco della chiesa dell’Immacolatella di Palermo e qui si adoperò in particolare perché i laici avessero il giusto spazio nella comunità: curò in particolare l’Azione Cattolica e gli scout. La sua azione nella chiesa era marcata dalla consapevolezza del fatto che l’amore a Dio e quello al prossimo dovessero procedere di pari passo e dall’affidamento al Signore e alla Vergine Maria. Morì in conseguenza di un incidente stradale mentre viaggiava in motocicletta. Il processo diocesano per l’accertamento delle sue virtù eroiche si svolsero a Palermo dal 1988 al 2004. Il nome di padre Vittorio Salmeri è stato dato oltre al Gruppo Scout 2, ad una via di Palermo, ad una piazza a Misilmeri, ad una piazza e alla biblioteca comunale a Villabate. Francesco Davide Salmeri (Milazzo 15/8/1977), adolescente prematuramente scomparso, il 15/5/1993, in odore di santità, a seguito di un drammatico incidente stradale sull’autostrada Messina-Palermo. Il giovanissimo Francesco, spinto da una fede non comune, era molto attivo nelle opere pastorali verso la sua comunità; egli amava annotare le più intense esperienze della sua vita che desiderava trascorresse secondo precisi intendimenti che si impegnava a rispettare quasi come comandamenti. Poco prima del tragico incidente aveva scritto: “1. Mantenermi sempre allegro. 2. Studiare e pregare con impegno. 3. Aiutare gli altri anche quando costa sacrifici. 4. Giustificare tutti, vedere in tutti, anche nel più peccatore, il volto di Dio. 5. Amare ogni creatura di Dio senza disprezzarla; e salvarla sempre anche se in cambio dovrò essere punito io. 6. Morire ma non peccare”. La comunità milazzese gli ha dedicato un profilo Facebook “Francesco Davide Salmeri, un Santo fra noi”, con lo scopo di avviare e condurre, attraverso una raccolta biografica, un processo di canonizzazione che possa portare al riconoscimento della sua santità.

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