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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

L'origine dei cognomi Manganelli, Cannizzaro, Varvaro, Solarino 

L'origine dei cognomi Manganelli, Cannizzaro, Varvaro, Solarino 

MANGANELLI
(come Antonio Manganelli, Capo della polizia dal 2007 al 2013, ex questore di Palermo e di Napoli) Il cognome Manganelli deriva da soprannomi originati dal diminutivo del termine “mangano” che era una macchina da guerra usata per lanciare proiettili sulle truppe o nelle città assediate, costituita da una lungatrave imperniata in un castello di legno, con un gran cucchiaio a un’estremità  dove veniva collocato il proiettile; era anche un apparecchio cilindrico usato per stirare la biancheria pressandola; era una macchina a rulli rotanti usata per lisciare, lustrare e ammorbidire il tessuto di lino; ma anche il luogo dove si eseguiva tale operazione. Il termine faceva riferimento ai mestieri dei capostipiti che sarebbero stati soldati o falegnami o filatorio tessitori. Manganelli è diffuso soprattutto in Toscana, Emilia-Romagna (nel Bolognese), Campania (nel Napoletano, nell’Avellinese,  Salernitano), Lazio (nel Viterbese e nel Romano), Umbria (nel Perugino), Marche, Piemonte, Liguria (nello Spezzino), Lombardia, Puglia (nel Barese); in Sicilia è cognome noto nel Catanese (Catania, Misterbianco, San Giovanni La Punta, Aci Castello), nel Messinese (Patti, San Piero Patti), nel Palermitano (Castelbuono), nel Trapanese (Trapani).

Riferimenti storici e personaggi. Palazzo Manganelli, a Catania, conta 600 anni di storia. Costruito nel 1400 dalla famiglia Tornabene e danneggiato dal terremoto del 1693, fu ricostruito da don Antonio Paternò, VIbarone dei Manganelli. Saccheggiato dai garibaldini nel 1860, fu restaurato e ampliato successivamente. Oggi è uno dei più antichi edifici di Catania e rappresenta, fra l’altro, una location ambita per celebrazione di matrimoni ed eventi speciali. ANTONIO MANGANELLI (Avellino 8/12/1950 – Roma 20/3/2013), capo della Polizia dal 2007 fino alla morte. Laureato in giurisprudenza a Napoli e specializzato in Criminologia clinica a Modena, dagli anni Settanta ha operato nel campo delle investigazioni soprattutto nei settori dei sequestri di persona a scopo di estorsione e in quello antimafia. Ha lavorato a fianco di valorosi magistrati, fra cui Falcone e Borsellino, e di organi giudiziari investigativi europei ed extraeuropei contribuendo alla cattura di alcuni latitanti di maggiore spicco. È stato docente di “Tecnica di Polizia Giudiziaria” presso l’Istituto Superiore di Polizia ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche in materia di sequestri di persona e di tecnica di polizia giudiziaria, tra cui il manuale pratico delle tecniche di indagine “Investigare”, scritto in collaborazione con il prefetto Franco Gabrielli. Nominato dirigente superiore, ha diretto il servizio di Protezione dei collaboratori di giustizia; è stato questore e Palermo e a Napoli. Nel 2000 è stato nominato dal Consiglio dei Ministri prefetto di prima classe con l’incarico di direttore centrale della Polizia Criminale e vice direttore vicario della Pubblica Sicurezza. GIORGIO MANGANELLI (Milano 15/11/1922 – Roma 28/5/1990), scrittore, traduttore, giornalista, critico letterario, curatore editoriale e docente. Nato in una famiglia in cui con la poesia ci si dilettava, Giorgio si laurea in Scienze Politiche e si avvia all’insegnamento della lingua inglese, attività basilare per le sue numerose traduzioni di autori classici e contemporanei. Comunista, durante la guerra partecipa alla Resistenza e, nel 1945, viene condannato a morte ma l’ufficiale che doveva fucilarlo gli risparmiò la vita limitandosi a colpirlo col mitra sulla testa. Traferitosi a Roma negli anni Cinquanta inizia a collaborare con la Rai di allora, in cui lavorano Umberto Eco, Italo Calvino e Vittorio Sermonti; aderisce a Gruppo 63, nuova formazione di avanguardia letteraria. Fra le sue molte attività va inclusa anche quella di consulente di diverse case editrici fra cui l’Adelphi. GIOVANNI MANGANELLI (San Giovanni in Persiceto 5/6/1942 – Pisa 8/2/2016), sceneggiatore, regista, artista a tutto tondo. Ha lavorato in TV e al cinema per Paolo  Villaggio,Celentano ed altri. FRANCESCO MANGANELLI (Nola 20/3/1940), scrittore e docente, politico. È stato deputato della Repubblica Italiana nella XII Legislatura per il Partito Democratico della Sinistra. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni soprattutto nell’ambito della religiosità popolare.

CANNIZZARO
(come Stanislao Cannizzaro, chimico e politico italiano) Cannizzaro è il fabbricante di “cannizzi”, graticci intrecciati con canne (dal tardo latino “cannicius” = agg. di canne), usati per asciugare frutta, formaggio, o anche, intrecciati a forma di cilindro, per conservarvi il grano. Il cognome deriva probabilmente dal mestiere del capostipite (che confezionava o vendeva “cannizzi”). Non è esclusa l’origine del cognome dal toponimo Cannizzaro, frazione del comune di Aci Castello. Cannizzaro è tipico della Sicilia e della zona calabrese dello Stretto di Messina; è diffuso in circa 500 comuni di varie regioni: Sicilia, dove si trova il ceppo più consistente, Calabria, Lombardia, Lazio, e, poi, Liguria, Piemonte, Toscana, Campania, Emilia-Romagna, ecc. Nell’Isola è presente in tutte le province, in particolare nel Palermitano (Palermo, Bagheria, Ficarazzi, Misilmeri, San Mauro Castelverde, Cefalù, Villabate, Castelbuono, Baucina, Mezzojuso, Petralia Sottana, Santa Flavia, Bolognetta, Pollina, Ciminna, ecc.), nel Catanese (Catania, Scordia, Grammichele, San Giovanni La Punta, Licodia Eubea, Misterbianco, Gravina di Catania, Palagonia, Mascalucia, Bronte, Belpasso, Acireale, Tremestieri Etneo, ecc.), nel Messimese (Messina, Giardini Naxos, Pettineo, Taormina, Lipari, Santa Teresa Riva, Reitano, Barcellona Pozzo di Gotto, San Filippo del Mela, ecc.), nel Trapanese (Trapani, Calatafimi, Partanna, Alcamo, ecc.), nel Siracusano (Siracusa, Pachino, Augusta, ecc.), nell'Agrigentino (Ravanusa, Agrigento, Menfi, Ribera, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi - Cannizzaro era un'antica ed illustre famiglia passata dalla Spagna in Sicilia al tempo di re Pietro d'Aragona. Godette nobiltà in Palermo, Messina e Vizzini e possedette molti feudi (Bidani, Nucifora, Nadore, Passaneto, Rigilifi, ecc) e il titolo di barone. Vantò, fra i suoi componenti, alcuni letterati. STANISLAO CANNIZZARO (Palermo 13/7/1826 – Roma 10/5/1910) – chimico e politico, scienziato italiano che più ha contribuito allo sviluppo della chimica nel secolo XIX. Fu professore all’università di Genova e poi di Palermo dove fu rettore dal 1866 al 1868. Nel 1870 contribuì alla fondazione della rivista scientifica “Gazzetta chimica italiana” di cui divenne direttore. Chiamato a Roma a dirigere l’istituto chimico universitario, appena costituito, intraprese una lunga serie di ricerche sulla santonina e si dedicò allo sviluppo scientifico dell’istituto avviando così la “scuola chimica romana”. Importante fu il contributo di Cannizzaro alla causa risorgimentale e il ruolo svolto dopo l’unità: fu senatore del Regno per nomina regia. TOMMASO CANNIZZARO (Messina 1838/1921), patriota garibaldino, convinto sostenitore dell’unità d’Italia, nel 1860 seguì Garibaldi arruolandosi nel Corpo dei Cacciatori del Faro. Poeta, fu abile traduttore e critico, compose versi in italiano, in francese e in dialetto siciliano, tradusse opere straniere (il poema spagnolo El Cid, il romanzo di Victor Hugo “Le Orientali”, e altre opere). Nel 1904 pubblicò la Divina Commedia tradotta in siciliano. PIERO CANNIZZARO (Lodi 1953), autore, regista; realizza documentari e reportage in America, Russia, Siberia, Sri Lanka, Golfo Persico, Lapponia. Nel 2007 realizza la serie di film.doc “Il cibo dell’anima”, presentati a Londra, allo Spazio Oberdan di Milano, a Roma oltre che a numerosi festival. Con i suoi lavori ha partecipato a festival nazionali einternazionali: vive a Roma. VINCENZO CANNIZZARO (Reggio Calabria 1742/1768), pittore, importante figura del panorama  artistico del Settecento, morto prematuramente all’età di 26 anni. DIEGO CANNIZZARO, organista, pianista, clavicembalista, docente di organo. Ha partecipato a diverse rassegne musicali internazionali esibendosi in Italia e in molti Paesi europei; svolge attività di ricerca musicologica e pubblicistica.

VARVARO
(come Antonino Varvaro, politico fra i fondatori del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia) Vàrvaro è una variante del termine “Barbaro” (Barbaro, Barbari, Vàrvaro, Vàrvari, Vàrveri, Vàrvara, Varvarà, ecc.): nel sud sono specifiche le varianti dialettali in “Varv”. Barbaro ha origini e tradizioni diverse, spesso non più identificabili e distinguibili: esso, infatti, alla base può avere il “cognomen” e poi nome personale del latino imperiale “Barbarus, m.” e “Barbara, f.”, derivato dal greco “Bàrbaros” e Barbàra”, formati dall’aggettivo latino “barbarus” e greco “bàrbaros” che in origine significava “balbuziente (che non sa parlare bene) ma che poi significò “straniero, forestiero” (cioè che parla una lingua incomprensibile): a Roma veniva attribuito a chi non era di nazionalità e di lingua latina o greca. Barbaro alla base può avere anche un soprannome etnico, formato da “barbaro”, che poteva indicare sia i vari individui e gruppi germanici stanziatisi in Italia nell’alto Medioevo, sia i non cristiani, e specialmente gli Arabi e i Saraceni, presenti in varie zone italiane dall’VIII secolo all’età moderna. (E. De Felice, Dizion. dei cognomi italiani). Vàrvaro è diffuso soprattutto in Sicilia, nel Trapanese (Alcamo, Partanna, Castelvetrano, Campobello di Mazara, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Partinico, Monreale, Borgetto, ecc.), nell'Agrigentino (Menfi, Sambuca di Sicilia), nel Nisseno (Caltanissetta), nel Messinese (Alì Terme); è diffuso, inoltre, in alcuni altri comuni di varie regioni italiane, Lombardia, Toscana, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. ANTONINO VARVARO (Partinico 25/10/1892 – Palermo 9/8/1972), avvocato, politico, deputato all’Assemblea Costituente, eletto con il M.I.S. (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia), di cui era stato fra i fondatori. Fu segretario generale del Movimento fino alla sua espulsione, nel 1947, per contrasti con il leader Andrea Finocchiaro Aprile. Nel MIS rappresentava, insieme a Canepa, l’ala più a sinistra, ideologicamente filo-comunista e vicina ai contadini. Nel 1947 fondò il Movimento Indipendentista Democratico Repubblicano che, alle prime elezioni regionali siciliane, non ottenne alcunseggio. Fu  deputato regionale, eletto nel collegio di Catania con il Blocco del Popolo nella II legislatura; fu rieletto poi nella III, IV e V legislatura con il PCI, fino al 1968: fu componente del Consiglio mondiale dei partigiani della pace. GIOVANNI VARVARO (Palermo 1888/1972), pittore futurista, antiquario, restauratore di quadri, cesellatore, poeta, musicista; animatore di quel vivace gruppo di intellettuali che,futuristeggiando vivacizzò, negli anni Venti, la vita artistica palermitana. Espose come futurista nelle mostre del 1925, 1926, 1927, 1928; fu presente come futurista a Taormina nella Mostra Internazionale d’Arti Decorative del 1928 e, nello stesso anno, espose nella IV Biennale Nazionale Calabrese di Reggio Calabria e nella Biennale di Venezia, nel 1933 nella Sindacale di Firenze e nel 1937 a Napoli. Insegnò a lungo nell’Istituto d’Arte di Palermo.

SOLARINO
(come Valeria Solarino, attrice di teatro, cinema, televisione) Solarino è cognome toponimico derivato da soprannome legato al nome del luogo di origine del capostipite, Solarino, comune del siracusano, detto in siciliano “sularinu”, che significa solitario, forse in riferimento all’eremo (eremita = solitario) attiguo alla chiesa di San Paolo, un tempo esistente nel feudo. Il cognome è noto e diffuso soprattutto nella Sicilia Orientale, nel Eagusano (Modica, Ragusa, Ispica, Scicli, Vittoria, Pozzallo, Comiso, Santa Croce Camerina), nel siracusano (Rosolini, Floridia, Siracusa, Solarino, Francofonte, Pachino, Augusta, Noto), nel Catanese (Catania, Bronte, Mascali, Vizzini, Castiglione di Sicilia), e, con qualche famiglia, nel Palermitano (Palermo), nel Messinese (Messina, nell'Agrigentino (Sciacca, Licata, Agrigento), nel Nisseno (Gela); è noto, inoltre, in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana e in qualche altre regione italiana.

Riferimenti storici e personaggi. VALERIA SOLARINO (Barcelona, Venezuela 4/11/1978), padre siciliano, madre torinese, cresciuta a Torino. Attrice di teatro, cinema, televisione. Esordisce nel cinema con un piccolo ruolo in “La felicità non costa niente” (2003) di Mimmo Colapresti, poi si aprono le porte del cinema e, nello stesso anno è Maya nel film “Fame chimica” di Paolo Vari e Antonio Bocola ed è Bea in “Che ne sarà di noi” di Giovanni Veronesi che da allora diventa suo compagno di vita. Suoi  ultimirecenti film sono “La settima onda” (2015), di Massimo Bonetti, “Smetto quando voglio. Ad honorem” (2017) di Sydney Sibilla,“Quanto basta” (2018) di Francesco Falaschi, “Dolcissime” (2019), di Francesco Ghiaccio. E tanto teatro, e tanta  televisione. Nel 2008 è candidata al David di Donatello come migliore attrice protagonista, nel 2010  candidata ai Nastri d’Argento come migliore attrice protagonista, nel 2012 ottiene il Primo premio come migliore attrice protagonista per la categoria “Miniserie” per “Anita Garibaldi” al Fiction fest di Roma. Nel 2018 su iniziativa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata insignita della onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. GIUSEPPE SOLARINO (Siracusa 18/4/1904 – Bari 25/6/1983), medico oncologo, iniziò la sua attività presso la facoltà di Medicina e Chirurgia di Messina per poi trasferirsi, nel1938, all’Università di Bari dove ottenne il Corso di Patologia Generale. Qui vinse la cattedra di Patologia Generale e divenne ordinario nel 1943 fino al 1974. A Bari fondò la Scuola di Specializzazione in Oncologia, della quale fu direttore, e la  Scuola di Specializzazione di Patologia Generale. Nel 1980 ebbe dal Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Le sue ricerche non si contano, come pure le sue pubblicazioni. L’Accademia Tiberina di Roma gli assegnò l’Esculapio d’Oro. Per 30 anni fu Presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze per la quale curò la pubblicazione degli “Atti e Relazioni”. CARLO SOLARINO, laureato in Fisica elettronica all’Università degli Studi di Milano e specializzato in cinematografia e televisione, ha lavorato con i principali broadcaster internazionali. Giornalista e docente diMultimedia presso ONU/UNESCO, Unione Europea e Università degli Studi di Milano, è autore di “Per fare la televisione”  (1988), che da oltre trent’anni è il manuale di riferimento per studenti di audiovisivo e professionisti del settore.
 

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