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Martedì, 16 Aprile 2024
Noce

Il Coronavirus e la quarantena alla Noce: il dj al terzo piano che fa ballare l'intera strada

A Palermo come in altre città italiane la risposta alla paura del coronavirus è fatta di note musicali e balli, rigorosamente dal balcone, e poco importa che sia un musicista con il suo strumento o i brani di unaplaylist musicale “sparata a palla” da casse e consolle professionali, la musica è ormai diventata un appuntamento fisso tra gli amici di balcone. Uno spazio emotivo in cui sospendere preoccupazioni e pensieri, o rinviarli almeno per un po’. In una delle strade del quartiere palermitano Noce l’appuntamento è doppio, ore 18 e ore 21, e il “venerdì si aderisce di nuovo al flash mob con le torce dei cellulari”, lo ricorda il dj del terzo piano di via Balcescu, prima di attaccare con un brano latino-americano e animare il quartiere che richiede a gran voce un altro po’ di musica prima di rincasare,chiudere le finestre, e ritornare a masticare gli spazi di questo isolamento necessario.

Sono trascorse le ore 21, è la prima domenica vissuta così, in una bolla temporale disorientata. Le bandiere italiane sventolano, le torce degli smartphone segnalano la presenza di persone sparse nei vari palazzi, l’Inno di Mameli si spegne su applausi e fischi di gioia, ma alla gente non basta e così l’animatore di quartiere con il suo dj-set e le luci da discoteca attacca con la musica, prima che uno strano boato richiami l’attenzione sulla strada dove un uomo incappucciato agita una torcia da stadio rossa, e un fumogeno arancione per terra che colora tutto intorno. Dura qualche istante, la gente continua a ballare, non tutti potevano vedere.

Spenta la musica nella via, si sente arrivare da lontano altra musica da discoteca, qualche strada più in là, e ancora fuochi d’artificio e i clacson di motorini che cancellano per un attimo questo presente imperfetto. Ma le strade sono quasi del tutto deserte, quando il silenzio cala diventa profondo, cavo. Ognuno reagisce in maniera diversa a questo isolamento: c’è chi ha paura e neppure varca la soglia del balcone, chi ha vinto l’abitudine di non conoscere il proprio vicino accorciando le distanze, e chi sembra non aver compreso del tutto i pericoli e la tragicità del momento che stiamo attraversando.


 

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