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AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Orlando, Ronaldo, Palermo: quando il sindaco apparecchiò il Pallone d'Oro al Fenomeno

Il 30 dicembre 1997 - 24 anni fa esatti - il marziano brasiliano fu il grande protagonista dell'amichevole di lusso Inter-Auxerre

Quando Leoluca Orlando stringe la mano al più grande calciatore del mondo sono le 20.30 del 30 dicembre 1997. E' un martedì. Ronaldo il Fenomeno assaggia il prato della Favorita, si sistema al centro del campo e si ritrova faccia a faccia col sindaco che gli consegna un basamento d'oro sul quale dovrà appoggiare il Pallone d'Oro appena vinto e già impacchettato con direzione Milano. Stesso materiale e stesso colore. Sono passati 24 anni esatti. Il più forte calciatore del pianeta, è a Palermo perché l'eterno Orlando - anagramma di Ronaldo - ha organizzato un'amichevole di lusso nel mezzo della sosta natalizia. Si gioca Inter-Auxerre, trofeo Monte Pellegrino. Ci sono 40 mila persone. 

Un evento organizzato con grandi sforzi dal Comune di Palermo su iniziativa di Orlando. La città è assetata di calcio e lo fa capire in tutti i modi. Quando i ragazzi di Gigi Simoni arrivano a Punta Raisi il giorno prima, vengono assediati dai palermitani. Al Mondello Palace è necessario l'intervento delle forze dell'ordine per proteggere Bergomi e compagni dall'assalto della gente: i flash delle foto degli appassionati sono un souvenir di una notte di fine anno nell'inverno di una città abituata a dormire da tempo. E' solo un'amichevole ma vaglielo a dire a chi aspetta queste partite da anni. 

L'arrivo dell'Inter capolista sveglia i palermitani dalla sonnolenza. La squadra di casa naviga nelle zone basse della C1 e qualche mese dopo retrocederà in C2. Il giorno prima dell'arrivo di Ronaldo il Palermo ha giocato in casa con la Nocerina. Nel deserto della Favorita - riaperta a 100 giorni distanza dalla chiusura per i lavori al manto erboso (con trasloco al Velodromo) - coi molossi campani succede pochissimo. Succede di più negli spogliatoi dove due giocatori della Nocerina, De Julis e De Palma, vengono picchiati da un palermitano, poi identificato e arrestato dalla polizia. Una rissa, gli sputi, una testata e le manette vivacizzano l'attesa per la sfida di lusso del martedì sera.

Le grandi del calcio sanno che Palermo ha fame di pallone. Appena qualche mese prima la Juventus di Lippi sceglie la Favorita per giocare la gara di ritorno della Supercoppa Europea: ha vinto 6-1 a Parigi la gara d'andata e siccome il ritorno è una formalità decide di andare a incassare soldi a Palermo. L'Inter di Moratti replica il bagno di folla.

Il 30 dicembre 1997 gli occhi sono tutti puntati su Ronaldo. Il Fenomeno è stanco. Così si dice. Viene da una stagione massacrante. Due settimane prima è volato in Arabia tra le polemiche per giocare col Brasile la Confederations Cup. Poi è tornato in patria per le vacanze di Natale, quindi sbarca a Malpensa e aspetta i compagni per volare insieme a Palermo per l'amichevole che introduce l'Inter alla supersfida con la Juventus a San Siro della domenica successiva. 

E' la partita numero 75 (!) che Ronaldo gioca nell'anno solare. Dai 40 gradi di Rio ai 18 di viale del Fante. Sia chiaro: quello che i palermitani vedono coi loro occhi è la versione migliore del Fenomeno. Ha 21 anni e col pallone fa quello che vuole. E' la star incontrastata del calcio mondiale. Il divo del presente e del futuro. Di fronte all'Inter c'è l'Auxerre, ex squadra di Taribo West appena passato in nerazzurro, guidato dal santone Guy Roux, che si presenta a Palermo con il futuro campione del mondo Guivarc'h a comandare l'attacco.

A Palermo, Luis Nazario de Lima giochicchia, fa qualche doppio passo dei suoi, ovviamente segna con un bel tiro a giro di sinistro, dribbla, scappa in progressione nell'area francese. Poi succede quello che qualsiasi tifoso interista non vorrebbe mai vedere. Va a sbattere con un difensore e si accascia tenendosi il ginocchio destro. Si rialza zoppicando e Simoni lo cambia con Zamorano. Al minuto 16 la partita di Ronaldo è già finita. Sembra un sinistro preludio di quello che succederà nel suo futuro. Poco più di un quarto d'ora per mettere un timbro nella storia del calcio a Palermo.

Il Fenomeno tornerà soltanto una volta a calcare il prato palermitano dentro uno stadio che non si chiama più Favorita. Al Barbera Ronaldo atterra in un pomeriggio di metà febbraio del 2007, 10 anni dopo la notte di Inter-Auxerre. Il Fenomeno pesa 20 chili in più e col suo Milan entra in campo soltanto nella ripresa in una partita destinata a finire 0-0. Il Palermo non è più quello che stentava con la Nocerina ma è diventato nel frattempo grande. E' una specie di spareggio per la Champions con le squadre vicinissime in classifica. Prima del 90' il vecchio Fenomeno si inventa un numero dei suoi sotto la Sud: parte da fuori area in progressione, si incunea tra Biava e Barzagli e colpisce la traversa a Fontana ormai battuto. Quello palermitano è un lampo. Uno degli ultimi nella carriera di un campione baciato dalla sfortuna.

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