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Giovedì, 25 Aprile 2024
AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

Il Foggia e quel maledetto pomeriggio di Trapani: quando Barone avvelenò il suo Palermo

Palermo-Foggia del 4 giugno 1989 è una cicatrice sulla pelle del vero tifoso rosanero. I ragazzi di Rumignani si giocavano tutto al Provinciale di Trapani, lo stadio dell'"esilio", ma vennero castigati da Caramanno e da "Carboncino". E' l'alba della favola targata Zeman

Vedi Foggia e Palermo e pensi a... Trapani. La mente si stacca dal presente e dal 2017 viaggia all'indietro fino al 1989 per mettere a fuoco lo "spareggio per lo spareggio" per andare in B. La pellicola dei ricordi non sbiadisce malgrado siano passati più di 28 anni. Perché dimenticare non è facile: Palermo-Foggia del 4 giugno 1989 è una cicatrice sulla pelle del vero tifoso rosanero. I ragazzi di Rumignani si giocano tutto al "Provinciale" di Trapani, lo stadio in cui il Palermo consuma il suo esilio per "colpa" del mondiale del '90. E' l'ultima giornata di campionato, vissuto dai rosa sempre da ospiti, anche quando giocano in casa. A Trapani arriva il Foggia che in panchina ha Caramanno, 48 anni, di Piana degli Albanesi. In campo i "diavoli" sono illuminati da un altro "picciotto" made in Palermo, Onofrio Barone, cervello fino e sinistro di velluto.

La classifica è appassionante. Il Cagliari di Ranieri, con 45 punti, è già in B. Non esistono ancora i playoff e c'è un solo posto per il paradiso. Se lo giocano proprio Foggia e Palermo, con i satanelli (42 punti, due in più dei rosanero) che possono giocare per due risultati su tre. Taglialatela, Biffi, Di Carlo, Manicone, Auteri (questa la spina dorsale dei padroni di casa) sono obbligati a vincere. Entusiasmo pazzesco, esodo di palermitani e foggiani, biglietti esauriti e diretta su Rai 3 (a diffusione locale) per accontentare i diretti interessanti.

E' il Palermo che sta rinascendo sulle ceneri del fallimento, quello che Rumignani ha fatto allenare sulla sabbia di Mondello e in collina a pizzo Sella. Una squadra che ha ripreso a fare sognare, con i ventitré risultati utili di fila spezzati solo dal pomeriggio di Sassari (quello - per intenderci - dell'esplosione di Zola). Caramanno però - cacciato via dopo la promozione dell'anno prima - ha sete di vendetta. La partita sembra correre sui binari rosanero, quando l'attaccante Coppola rifila un ceffone a Di Carlo dopo appena 18 minuti. Foggia in 10, si inizia a fantasticare, in quello che sembra il prologo della festa rosa.

Caramanno però blocca la foga rosa, organizza la sua trincea e punta tutto sulle ripartenze. E all'improvviso un altro palermitano mai profeta in patria, disegna la storia. C'è il veleno nel calcio di punizione da posizione decentrata che Nuccio Barone, per tutti carboncino, telecomanda alle spalle di Taglialatela, "affettando" la difesa rosa. E' la beffa delle beffe. La parabola del numero 10 gela il "Provinciale" e dà il la alla favola Foggia. Il pareggio di Auteri è una pillola che non addolcisce il pomeriggio amaro. Una carovana silenziosa fa ritorno a Palermo. La delusione è cocente. Festeggiano i palermitani Caramanno e Barone. Come nei peggiori incubi. Finisce con la corsa di un tifoso ospite che entra in campo facendo zig-zag sul prato trapanese con una bandiera rossonera. Pochi giorni dopo un altro "palermitano" firmerà l'inizio della rivoluzione costruendo a Foggia un miracolo chiamato Zemanlandia.

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