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AMARCORD1983

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A cura di Alessandro Bisconti e Francesco Sicilia

In tribuna i fucili, in campo Henry e Zidane: guerra in Israele, a Palermo arriva la Francia dei marziani

Mentre i marziani Zidane, Henry e Trezeguet - campioni d'Europa in carica - entrano al Barbera, all'esterno dello stadio ci sono i tiratori scelti delle forze dell’ordine. Controllano quello che succede, sono appostati da giorni. In azione addirittura anche gli agenti del Mossad. A Palermo c'è Israele-Francia, è il 2 aprile 2003, un mercoledì sera. Vent'anni esatti fa, come oggi, Israele ribolle. Il match è valevole per le qualificazioni a Portogallo 2004, l'Europeo diventato poi famoso per lo sputo di Totti e la vittoria della Grecia. Il massimo organismo europeo sceglie il capoluogo siciliano per motivi di sicurezza legati al pericolo di attentati terroristici in Medio Oriente.

Israele-Francia si gioca a Palermo: la partita, prevista inizialmente a Tel Aviv, a duemila chilometri di distanza, trasloca dalla sua sede d'origine. Perché Palermo? "Qua ci sentiamo sicuri - dice il presidente della Federcalcio israeliana Gabri Levi -. Devo ringraziare Berlusconi per averci indicato questa sede. L'Uefa continua a impedirci di giocare in casa. Ritiene che Israele non sia al sicuro, ma nessuno è abituato a combattere il terrorismo come noi".

A Palermo vengono predisposte eccezionali misure di sicurezza. La città è blindata, tutto viene presidiato in modo capillare: dagli spostamenti dei calciatori, allo stazionamento in albergo, ai campi di allenamento. Il capitano israeliano, Tal Banin (ex Brescia) si sfoga e dice ai microfoni: "Così non è più sport". Non ha tutti i torti.

I venti di guerra arrivano fino a Palermo. In città si vedono scene che fanno tornare ai tempi del maxiprocesso a Cosa nostra o alle stragi del '92. A Mondello, nell'albergo che ospita il gruppo di giocatori israeliani, spuntano ovunque tiratori scelti, fucili a pompa, giubbotti antiproiettile, cani antiesplosivo e addirittura perfino un satellite del ministero della difesa israeliano che dalla sua orbita controlla la situazione. In mare c'è addirittura una motovedetta dei carabinieri che staziona nello specchio d'acqua di fronte all'hotel.

Palermo in quei giorni è la "capitale" delle qualificazioni Euro 2004. Appena pochi giorni prima, il sabato precedente, il 29 marzo, si gioca al Barbera Italia-Finlandia. Vincono gli azzurri del Trap con doppietta di Vieri ma senza convincere. Dalla Francia nel frattempo rimbalza l'intenzione di boicottare la partita di Palermo per paura di attacchi terroristici. Ma l'allenatore dei transalpini, Jacques Santini, appena atterra a Punta Raisi, smentisce: "Rispetto le esigenze degli israeliani, riusciremo a giocare qui a Palermo sebbene faccia un po’ effetto vedersi circondare da questo spiegamento di forze". Il giorno prima di Israele-Francia - nella sfida tra le nazionali under 21, giocata a Trapani - gli spalti restano deserti e i 200 agenti di polizia superano il numero di tifosi.

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Anche la partita del Barbera si gioca in uno stadio semi deserto, probabilmente per semplice paura. Vengono venduti circa duemila biglietti. I francesi sono 400, gli israeliani 300. E i palermitani? Poco più di mille. Si gioca in un clima surreale. E' una Francia fortissima: tra i pali Barthez, i terzini sono Silvestre e Lizarazu, al centro in difesa Gallas e Thuram. Nella linea mediana Vieira, Makelele e sua maestà Zidane. In avanti Henry, Wiltord e Trezeguet.

Sugli spalti più alti e a bordo campo si sistemano gli agenti della sicurezza israeliani e i tiratori scelti delle forze dell'ordine italiane, armati con mitragliette e fucili di precisione. Dal primo pomeriggio un elicottero della polizia sorvola la zona dello stadio. Chi accede allo stadio viene perquisito col metal detector manuale. I giocatori vengono accolti dalla cantante Noa che sventola due bandierine dello stato di Israele e intona l'inno nazionale israeliano. 

Ah, alla fine vince la Francia per 2-1, lanciandosi in testa nel gruppo di qualificazioni. Le firme sono eccellenti. Dopo il vantaggio dei padroni di casa (se così si possono chiamare) segnato da Omri Afek, vanno a segno David Trezeguet e Zinedine Zidane con un tiro potente da fuori su cui il portiere israeliano fa un paperone. Ma 20 anni dopo c'è chi si ricorda di più dei divieti di sosta e dei sensi di marcia invertiti per agevolare l'evento, che del gol decisivo di Zizou.

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